a cura di Carlotta Serra
Anche il V anniversario della morte di Marco Biagi è stato occasione di polemiche e divisioni. Ancora si discute sul nome della legge. E ancora si imputa ad essa la precarizzazione del mercato del lavoro italiano, nonostante le evidenze empiriche e le rilevazioni statistiche ci dimostrino esattamente il contrario.
Chiarito che parlare di “legge Biagi” non esclude ma, anzi, rende ancora più nette le responsabilità politiche di chi ha promosso la riforma, non si capisce davvero perché si debba polemizzare sul fatto se Marco Biagi sia stato o meno il vero padre di questa importante riforma o non piuttosto, come afferma oggi Tiziano Treu in una intervista a La Repubblica, un ingenuo e cioè un uomo sostanzialmente inconsapevole di quello che stava facendo.
Nella legge 30 non solo si ritrova tutto l'approccio pragmatico e valoriale di Marco Biagi ai problemi del lavoro, ma anche ampia traccia della sua produzione scientifica e progettuale degli ultimi anni. Basterebbe del resto leggere, anche solo superficialmente, il saggio di Marco Biagi su Competitività e risorse umane: modernizzare la regolazione dei rapporti di lavoro, pubblicato sulla Rivista Italiana di Diritto del Lavoro sempre del 2001, per scoprire chi è stato non solo l'estensore materiale ma anche l'ideatore del disegno di legge n. 848, depositato in Parlamento nel novembre 2001.
Vero è peraltro - come testimonia la documentazione pubblicata in un fascicolo dei Quaderni Agens incluso nel presente bollettino - che il progetto iniziale di riforma del mercato del lavoro non partiva da una proposta di legge delega, ma da una serie di disegni di legge già redatti nel periodo 1997-2001 con Marco ancora tra di noi. Solo in un secondo momento, per accelerare i tempi di approvazione di una riforma che si presentava complessa e controversa, il Governo decise di procedere attraverso il ricorso ad una "macro-delega" (così l'aveva chiamata Marco) portata a compimento nei primi giorni del mese di novembre del 2001 e poi confluita nel già ricordato disegno di legge delega n. 848.
Per questo motivo la riforma è non solo giustamente, ma anche doverosamente, dedicata a Marco Biagi. Non si tratta infatti di riconoscere unicamente una più o meno generica paternità morale e culturale del progetto riformatore, ma anche, e forse soprattutto, il prezioso lavoro di coordinamento e di estensione materiale di alcune primissime bozze di articolato normativo che hanno poi consentito, in termini davvero straordinariamente brevi, di attuare la delega e di poter ora cogliere i primi frutti attraverso i segnali positivi che provengono dalla evoluzione del nostro mercato del lavoro.
Bollettino ADAPT - Fondazione universitaria Marco Biagi n. 13/2007
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