Cocaina come se piovesse
Il reportage di due giornalisti di Repubblica ha dimostrato, a chi aveva ancora dei dubbi, la facilità di procurarsi coca nelle nostre città e la sua spaventosa diffusione. Il prezzo non è più proibitivo, il rischio altissimo.
ROMA – Qualche giorno fa il Ministro dell’Interno Amato aveva lanciato l’allarme, denunciando la spaventosa crescita del consumo di cocaina e la difficoltà di combatterne la diffusione, vista l’enorme domanda, visto che tutti la vogliono. Così due giornalisti di Repubblica hanno pensato di testare i locali notturni della Capitale, alla ricerca di polvere bianca. Federica Angeli e Emilio Radice hanno percorso le vie della notte romana, da Campo de’ Fiori a Piazza Navona. E da neofiti, senza conoscere il posto giusto e ignorando il gergo dello spaccio, non hanno avuto difficoltà a racimolare otto grammi in sole tre ore.
Un consumo, quello della coca, che da esclusivo appannaggio di un’elite è diventato ormai assolutamente democratico nella sua diffusione, esteso a tutte le classi sociali, anche le meno abbienti. E con un intricato sistema di smercio, con tanti intermediari qualsiasi, spesso giovani dalla faccia pulita, i bravi ragazzi che non disdegnano però lo sballo del weekend. “Il pusher non facciamo nemmeno in tempo a vederlo”, scrivono i due giornalisti, “anzi, in questa nottata romana i pusher non li vedremo mai. Tutto avviene grazie a un reticolo di intermediari casuali, facce innocenti e tasche vuote, a prova di perquisizione.”
Aperitivi, pre-disco, localini d’incontro, wine bar, non è più il tempo delle ore piccole passate in discoteca, è dalle 20 alle 24 che si fa tendenza, che impazza lo struscio, che ci si diverte anche con una striscia. Se si cerca del fumo, non è altrettanto facile. La cocaina, invece, è ovunque. Non solo a Roma, in tutte le città è così. Il prezzo non è mai proibitivo, in genere 50 euro per un grammo. Il rischio altissimo. Secondo dati ufficiali, il 7% degli italiani tra i 14 e i 54 anni ha fatto uso almeno una volta nella vita di cocaina, ma il dato appare sottostimato. Il 15% delle persone che si rivolgono ai Sert lo fa per problemi legati alla cocaina.
Molti lo ignorano o fanno finta di non saperlo. La coca dà dipendenza. La sua potente azione vasocostrittrice aumenta il rischio di attacchi ipertensivi esitanti in infarti e ictus. L’emivita della cocaina è breve e di conseguenza anche la durata del suo effetto (1-2 ore); questo porta ad usarla più volte nella stessa serata con esiti a volte fatali. Il sovradosaggio di coca può portare a morte per aritmie, crisi convulsive, paralisi respiratoria. Perché nessuno dice queste cose? Perché il Ministero della Salute non fa una campagna seria – non coi soliti depliant da distribuire fuori dalle scuola, per intenderci – per combattere il fenomeno? Chi scrive è da sempre contrario alla demonizzazione e ai messaggi terroristici, ma l’informazione è un diritto e un dovere.
Leggi l’articolo de La Repubblica: http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/cronaca/cocaina-amato/cocaina-locali-roma/cocaina-locali-roma.html
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