Al Manifesto, Liberazione e Aprile. “Cosa rossa” o altro? Comincia la corsa verso le elezioni. Nessuno che si preoccupi di andare a vedere che cosa sta succedendo al welfare state. E al welfare locale. A partire dalle privatizzazioni, pardon, liberalizzazioni, già fatte. Per trasporti, Iacp, servizi idrici, rifiuti urbani, sociale, mense, Ict, eccetera.
“Nella sanità lottizzata al Pd va il 54% dei direttori generali”. Pagina 18 de Il Sole 24 Ore del 22 gennaio 2007. Vi si scopre, regione per regione, quali i partiti di riferimento. Si scende poi ai trasporti: “Nella spa pubbliche il pieno di confederali”. Per finire con l’”Edilizia pubblica. Cda definiti con il manuale Cancelli – Iacp, 521 consiglieri targati”. Non so quanti sanno che i nostri Iacp sono diventati Spa. Proprio così, delle società commerciali a cui hanno affidato direttamente, senza ovviamente nessuna gara, il patrimonio edilizio pubblico italiano. Se si prendono i consistenti stanziamenti per l’edilizia pubblica della finanziaria 2008 e il “bilancio impietoso” sull’uso di questi fondi riportati nella delibera n. 10/2007 della Corte dei Conti, c’è materiale da vendere per creare altri Comitati in tutta Italia a difesa dell’edilizia pubblica.
Il giorno successivo, 23 gennaio, Il Corriere Adriatico dedica la pagina 13 regionale a: “Sanità, il Pd coi direttori fa il pieno di poltrone”.
Sono andato subito a leggere se vi fossero “manager” in quota “cosa rossa”. Rifondazione vince su tutti. Con 5 a livello nazionale. Nella mia Regione, le Marche, uno. E’ curioso come Il Corriere Adriatico riesca a pubblicare, non ci sono smentite, non solo il partito di riferimento, ma anche l’esponente, interno ai partiti, cui fa riferimento il “manager”.
Dopo i fatti di Ceppaloni, con l’Udeur ‘decapitato’, queste pubblicazioni sono servite non già a lanciare un più forte allarme su cosa sta succedendo dentro il welfare state nostrano, ma a ‘giustificare’, è sembrato, le disavventure dentro l’Udeur.
Il grande accusato è lo spoil system, ovvero quella politicizzazione della dirigenza pubblica introdotta da Bassanini nel 1997 che, si legge nel famoso vecchio programma dell’Unione, l’avrebbe “fidelizzata e feudalizzata” a vantaggio dei partiti.
Non ci vuole molta perspicacia per capire che queste pubblicazioni non mirano certo a rivitalizzare un welfare state in agonia, ma a creare il terreno per il salto vero la liberalizzazione dei servizi pubblici, locali, regionali e nazionali. Compresa la sanità. Compresa l’istruzione.
Chiunque, come chi scrive, frequenta i Comuni, sa che da quel lontano 1997, quando Bassanini ha introdotto lo spoil system, cioè la “scelta”, fiduciaria, da parte del Sindaco, del massimo organo tecnico del Comune, il Segretario Comunale, con le specifiche funzioni di assistenza e di collaborazione giuridico-amministrativa in ordine alla conformità alle leggi, allo statuto e ai regolamenti, sa che a partire da quella data i Comuni sono via via scivolati verso Comuni holding, alias, non Comuni. I Sindaci diventati più che podestà, veri signori feudali.
Come da manuale, si sta ripetendo lo stesso percorso per sanità e istruzione.
Visto che nonostante quanto stanno scoprendo i numerosi Comitati sparsi per l’Italia dietro la multi utilities spa e srl per i servizi pubblici locali: acqua, rifiuti urbani, servizi sociali, Stu Spa (società di capitali per la trasformazione urbana), Ict, eccetera, non si sa di nessun esponente di rilievo della “Cosa rossa”: Prc, Sd, Pcdi e Verdi che abbia fin qui parlato dell’AGCS (Accordo Generale sul Commercio dei Servizi) e detto un chiaro NO a questo Accordo, ai vari Comitati per l’acqua, per il Paesaggio, per i Rifiuti zero, per un nuovo welfare locale, dico che, per sincerarsi se stanno dalla parte dei cittadini, o dalla parte del WTO e del FMI, basta chiedere loro se sono d’accordo con la “Proposta di legge di iniziativa popolare” sui “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione dei servizio idrico”.
Questa proposta di legge ha raccolto 406mila firme. E dice ad esempio che l’acqua pubblica è priva di rilevanza economica, cioè non è merce. Contiene, senza equivoci, il ritorno della gestione dell’acqua a Enti strumentali, cioè a Consorzi o Aziende Speciali Consorziali. Va da se che come per l’acqua si possono costituire Enti strumentali per tutti i beni comuni o servizi pubblici locali. Enti strumentali estensibili a gestioni congiunte anche a livello Europeo. Sempre che, contemporaneamente, si sviluppino dentro essi forme di democrazia diretta. Cioè forme di partecipazione del cittadino alla loro gestione analoghe ai bilanci partecipativi di Porto Alegre.
8 febbraio 2008 Luigi avv. Meconi (segretario comunale in disponibilità)