Scopo di tale iniziativa è quello di sensibilizzare e motivare le persone e gli alunni delle scuole verso la raccolta differenziata, attraverso una attività di recupero che contribuisce al rispetto dell’ ambiente in cui viviamo.
Sensibile alle iniziative di questi ultimi anni per la differenziata, ho deciso di dare il mio contributo, presentando opere realizzate completamente con carta e cartone.
I cartoni raccolti e lavorati diventano “contenitori” di un messaggio visivo. Si “animano” e, con una sottile vena ironica, parlano della mia città, delle sue contraddizioni, delle sue bellezze e delle sue speranze; e della nostra società globalizzata.
La mostra non vuole essere il risultato finale del riciclo, ma l’inizio di un percorso che prevede anche “performance” didattiche aperte al sociale.
La mostra, inaugurata nell’ambito di “Maggio dei monumenti” del 2008 a Napoli nella monumentale chiesa di San Severo al Pendino, è stata visitata da circa 2100 persone. (dati ufficiali del Comune di Napoli).
Ad ottobre dello stesso anno è stata presentata al festival-expò di Civitanova Marche.
Della mostra originaria mancano alcune opere acquistate dalla galleria Glauco Cavaciuti di Milano, ma sostituite da altre inedite realizzate per questa nuova esposizione.
Descrizione opere:
1. il ventre della valigia (collage su cartone + lumino 65x46x22)
Un viaggio comincia sempre con una valigia, sia pure di cartone. Cosa ci portiamo dentro? Le origini, i ricordi del tempo andato. Resta l’immagine stereotipata, simbolo di affetto/effetto/difetto, che diventa la scena di un teatrino.
2. gioco del 15 (assemblato, acrilico, fotocopia 70x70)
Il gioco che si mischia, i tentativi : su, giù, destra, sinistra. Il rompicapo in immagini, di una città che non trova la sequenza giusta.
3. suoni lontani (assemblato, spago e fotocopie 36x88x10,05)
Napoli città “cubista”. La musica ha sempre caratterizzato la sua poetica. Canzoni e suoni lontani, di un tempo ormai passato.
4. parthenope (acrilico, spago su cartone 1,10x75)
Il destino della sirena Parthenope, la vergine con la voce di fanciulla che sposò per sempre il mare di questa città e i suoi numerosi nodi da sciogliere.
5. il volo del collezionista (collage e pvc 66x56)
La città non ha bisogno di scuse per sedurre. Il pensiero positivo non riesce a prendere il volo. Rimane prigioniero sotto vetro, sulla parete, per essere ammirato.
6. tiro in porta (acrilico su fotocopia, polistirolo 1,03x68)
Una porta ha difesa del castello, ironia della sorte, la palla è stata sparata dall’interno. I nemici sono di casa. Giochiamo senza problemi, ma alla fine non è difficile scoprire che abbiamo fatto un autogol.
7. filo diretto (acrilico e spago 58x78)
Difficoltà nella comunicazione. Quante orecchie di cartone ci sono in giro?
8. l’arca (acrilico e spago su cartone 1,09x88)
“ E’ venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza” (Genesi 6,7).
Poi arrivarono le lacrime che sommersero ogni cosa. Salviamo il salvabile.
9. occhio di bue (assemblato, acrilico su cartone 70x87)
Castel dell’Ovo. Mai leggenda si è rivelata così falsa. Un mistero davvero buffo, anzi fritto, come un uovo.
10. i coppetielli (acrilico, papier collè 59x69)
Come il "coppetiello", inserito sul beccuccio della caffettiera imprigiona il profumo del caffè, così un piccolo e semplice gesto esalta l’aroma della vita.
11. il mare del silenzio ( papier collè + barchetta di cartone 78x75)
Noi in balia delle onde dei media. L’occhio critico del silenzio.
12. la scala di Giacobbe (acrilico, pvc e smalto 44x38x1,41)
La famosa sedia Mackintosh dalla spalliera come una lunga scala. Un ponte fra cielo e terra. Uomini che salgono verso il cielo o angeli che scendono verso la terra ?
13. i cinque sensi (acrilico e fotocopie 74x170)
Che “senso” ha tutto questo? La guerra, la violenza vissuta ogni giorno dai nostri sensi. Vedere, assaporare, udire, toccare, odorare. Le sensazioni ci servono per vivere, non per morire.
14. monumento equo (assemblato, acrilico e spago 90x30x78 base 124x87x79)
Un monumento al vivere con la semplicità di un bambino. Il cavallo a dondolo non come esaltazione eroica,
ma momento di riflessione sulla nostra vita frenetica. Un libro, due libri … un racconto ci porta lontano pur restando fermi. Come un cavallo che dondolando ci lascia pensare, piano … piano ….
15. urna cineraria (assemblato, acrilico e acetato 40x44x138)
La scatola in cui si conservano le ceneri delle schede elettorali. Contenitore/tomba delle promesse espresse.
16. analisi (assemblato 90x83x64)
Un’altra sedia famosa, quella di Rietveld. Non certo comoda per una seduta di psicoanalisi, sopra il profilo scomposto di una città, che cerca immobile, di analizzare se stessa.
17. pre-concetto spaziale (acrilico, fotocopie e taglio 64x64)
Molti parlano di Napoli, ma non sono mai entrati nella sua “ferita”. E’ l’ora di dare un “taglio” netto agli stereotipi …
18. o’miracolo (foglia morta, acetato e smalto 40x43)
Una foglia senza linfa che ha perso il suo colore ! C’è un evento incredibile, straordinario, impensabile, è l’opera d’arte che si manifesta, “scioglie il sangue”, risveglia i sensi e fa rivivere l’impossibile.
19. specchio dell’anima (cartone, foglio alluminio, acrilico 180x72)
Questo specchio rimanda l’ immagine dell’artista e di quello che esprime attraverso un luogo che offre l’opportunità di mettersi in mostra. Una “riflessione”sull’opera che subisce il fascino dell’ambiente in cui vive.
L’ azzurro, colore che accomuna la “palazzina”con il cielo, con il mare, con la mia città.
20. uso corrente (cartone e carta di giornale 80x160)
La contrapposizione tra la complessità e la semplicità di un gesto quotidiano (infilare una spina in una presa).
Il nostro cervello, come similitudine di questa dicotomia, partorisce idee, sensazioni, opinioni elabora dati ed esperienze fino alla sintesi del pensiero. Incroci di energie che “scaricano” sulla terra la propria vitalità.
21. eros (cartone, carta di giornale, acrilico 129x80)
Cercare ed accogliere l’altro, nella sua unicità. Le situazioni e il destino ci fanno incontrare, i due opposti si attraggono e si incontrano per completarsi in una intimità che la donna, più dell’uomo, concede solo a chi vuol fare entrare nel suo “segreto più profondo”e nel suo mondo più emotivo.
Giuseppe Piscopo
Nota Biografica:
Nasce a Napoli dove vive e lavora. Si diploma all’Istituto d’arte Filippo Palizzi di Napoli.
Artista poliedrico, dal 2006 decide di passare all’uso della carta e del cartone, dimostrando che questa materia, definita impropriamente rifiuto, può essere utilizzata anche per fini artistici. I cartoni visti non più come involucri, pacchi che racchiudono e conservano qualcosa, ma “contenitori” di una idea, che si concretizza attraverso messaggi visivi. Ha diverse mostre al suo attivo e nel 2008 compie anche un intervento didattico per il progetto “Scuole Aperte” coordinato dall’ONG “Manitese” sul riciclo dei materiali, con i musicisti Maurizio Capone dei Bungt Bangt e Daniele Sepe.