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legno e affini

Lavorazione del Legno in...Sicurezz@

L’esperienza del “Sistema Marche” sulle polveri: l’esempio del comparto legno
  G.Piangerelli1, P.Forconi1, P.Pagliariccio1, D.Candido2, A.Carella2, R.Compagnoni
1
A.S.U.R. Marche ZZ.TT. 9 Macerata, 2 Urbino, 4 Senigallia, 12 S.Benedetto; 2CONTARP-INAIL Marche 
 

 

Introduzione

In Italia, con il D.Lgs. 66/00, si recepisce la direttiva 99/38/CE che va ad implementare i contenuti del Titolo VII "Protezione da agenti cancerogeni e mutageni" del D.Lgs. 626/94.

 

Tra l’altro vengono introdotte modifiche all’allegato VIII, che ora comprende tra le attività soggette alle disposizioni del Titolo VII “il lavoro comportante l’esposizione a polveri di legno duro” e viene inserito un allegato VIII bis contenente i valori limite d’esposizione professionale per tre agenti tra cui le polveri di legno duro; a questo proposito viene indicato in nota che, nel caso di lavorazione contemporanea di legni duri e legni dolci, il limite (5 mg/m3) si applica all’intera miscela di polveri.

La valutazione dell’esposizione ad agenti cancerogeni comprende la misurazione del livello personale di esposizione del lavoratore all’agente cancerogeno; a maggior ragione la misurazione dell’esposizione viene richiesta per le polveri di legno, per le quali deve essere verificato il rispetto del valore limite d’esposizione.  

A far data dall’ 01/01/2003 i datori di lavoro che effettuano lavori comportanti l’esposizione a polveri di legno duro dovranno essere in grado di dimostrare:  

            - di aver messo in atto tutte le misure previste per la riduzione dell’esposizione al valore più basso tecnicamente possibile (art. 62 comma 3 D.L.gs 626/94);  

            - che l’esposizione all’interno della loro attività è inferiore a 5 mg/m3 (in caso contrario potranno essere sottoposti a provvedimenti atti ad impedire il protrarsi della situazione di rischio accertata). 
 

 Comparto Legno

Effetti sulla salute e patologie correlate  

Le indicazioni della letteratura internazionale, insieme alle evidenze epidemiologiche relative all’incremento dell’incidenza dei tumori dei seni nasali e paranasali tra i lavoratori esposti a polveri di legno duro, hanno indotto la IARC (International Agency for Research on Cancer) a classificare le stesse come cancerogeni di gruppo 1. 
 

L’esposizione a polveri di legno duro può avere anche effetti irritativi ed allergizzanti sulle mucose delle vie respiratorie e sulla cute determinare sintomi d'ostruzione nasale, la cui intensità è in genere dose-correlata. 
 

La permanenza e l’accumulo delle polveri di legno sulla mucosa nasale contribuirebbero allo sviluppo del carcinoma. 
 

La minore dimensione delle fibre d'Angiosperme, rispetto alle Gimnosperme, ne determinerebbe la maggiore pericolosità. 
 

Secondo alcuni Autori i "tannini", miscugli di galloil – glucosi (acido gallico, digallico e glucosio) aventi nella pianta funzione di difesa contro i vari agenti nocivi, sarebbero i principali responsabili dell’insorgenza degli adenocarcinomi delle fosse nasali e paranasali e sperimentalmente sono risultati mutageni e cancerogeni…

Il progetto della regione Marche

Allo scopo di avere un quadro del comparto del legno nella regione Marche, nell’ambito del progetto "Monitoraggio e controllo del rischio chimico negli ambienti di lavoro" promosso dalla Regione Marche, si è attivata un’indagine che ha previsto, in collaborazione con la Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Con.T.A.R.P.) INAIL Marche, oltre alla valutazione dell’esposizione ad agenti chimici, il monitoraggio dell’esposizione all’agente cancerogeno polveri fini di legni duri, al fine di verificare lo stato della realtà produttiva locale a seguito dell’applicazione del D.Lgs.66/00, attraverso l’analisi delle azioni intraprese ed i risultati ottenuti dalle aziende, nonché verificare con il proprio personale, a mezzo di monitoraggi ambientali, l’esposizione lavorativa alle polveri fini di legni duri, con conseguente adozione di provvedimenti in presenza di eventuali situazioni di criticità.

Materiali e metodi

Soggetti partecipanti

All’iniziativa hanno partecipato:  

            - i Servizi di Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’ASUR ZZ.TT. n. 9 Macerata, 2 Urbino, 4 Senigallia e 12 San Benedetto, per analisi documentale, strategia d’intervento, attività di campionamento e, per la Zona 9 Macerata anche determinazioni gravimetriche;

            - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Con.T.A.R.P.) INAIL Marche per analisi documentale, strategia d’intervento, attività di campionamento e determinazioni gravimetriche.   

Criteri di scelta delle aziende

In relazione alle risorse disponibili, sulla base dei parametri dimensionale per numero d’occupati e per indice infortunistico, le Zone Territoriali aderenti all’iniziativa hanno individuato rispettivamente:  

n. 10 attività – SPSAL Z.T.9 Macerata  

n.2 attività – SPSAL Z.T. 2 Urbino  

n.1 attività SPSAL Z.T. 4 Senigallia  

n.2 attività – SPSAL Z.T.12 San Benedetto del Tronto
 

Per l’individuazione delle attività produttive si è utilizzato il programma dei Flussi Informativi INAIL – ISPESL – Regioni.

Campione di studio 
Nel complesso il numero delle attività produttive interessate dal progetto è di 15 unità, le stesse hanno un numero di occupati che varia da n. 342 a 11, specificatamente vi sono n. 4 aziende con un numero di occupati >100, n.1 azienda con un numero di occupati compreso tra 30 e 100, e n. 10 aziende con numero di occupati compreso tra 10 e 29.  

Le aziende coinvolte nel progetto, selezionate dagli SPSAL delle varie Zone Territoriali dell’ASUR Marche, in relazione alla tipologia dell’attività svolta si sono raggruppate in cinque gruppi… (da asurzona12.marche.it)
 

Consultare il documento integrale allegato in pdf


  

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 Articolo letto 286 volte. il 12 Apr 2007 alle 11:22
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