Storie di ordinaria umanità nel diario di una ragazza del Piceno che trascorre un anno in un Paese lontano /2
Secondo appuntamento con il racconto di Serena D'Angelo, una ragazza di Offida che, grazie ad un progetto di Servizio civile volontario, trascorrerà una anno come "casco bianco", a contatto con una realtà complessa, difficile ma anche affascinante come quella peruviana.
2006-11-07 - PRIMO IMPATTO
Arrivati! Dopo18 ore di viaggio, in cui il sole ci ha seguiti imperterrito, siamo finalmente a Lima! Tredici italiani un po’ disorientati: non sarà difficile riconoscerci per i responsabili dell’organizzazione ASPEm, l’ONG italiana con la quale siamo partiti.
Dopo saluti e baci (regola peruviana: un solo bacio sulla guancia destra, vi lascio immaginare noi assonnati a distribuire doppi baci sbagliati…), ci dividono in diversi taxi e… si parteee!
Nonostante la stanchezza non voglio perdermi nulla, cerco di cogliere il più possibile per non farmi trovare impreparata dalla realtà limeña.
Sono bombardata dai clacson di macchine in corsa che sfrecciano a destra e a sinistra, senza alcuna regola…
E’ proprio la strada a darmi il benvenuto. Uno scenario inimmaginabile. Un caos generale che concede uno spazietto a tutti: mototaxi, taxi, auto, bus, pulmini, gente, venditori, bancarelle, acrobati improvvisati.
I miei occhi, abituati all’ordine europeo, riescono a stento a contenere tutte queste micro-immagini!!
Prima di arrivare avevo cercato di dare un volto più umano alla cartina che avevo comprato.
Non sono stata molto brava: tutto mi sorprende e stordisce.
Di noi tredici caschi bianchi due andranno in Bolivia, alcuni raggiungeranno altre città peruviane, io ed altri sei ci fermeremo qui, a Lima: l’intento dell’organizzazione ASPEm è quella di far conoscere a tutti noi le caratteristiche principali della città, il contesto socio-politico peruviano e boliviano ed i diversi posti di lavoro di noi limeñi.
Nei primi giorni abbiamo visitato diversi distretti (“districtos o municipalidades”) da quelli più centrali e turistici a quelli periferici e meno sfarzosi. Le distanze sono immense: se si considera che la città si estende su una superficie di 35 km, si può capire come sia facile restare un paio d’ore bloccati nel traffico.
Alcuni momenti, invece, ci hanno visto protagonisti di conferenze con illustri personaggi del panorama politico di Perù e Bolivia. La vicepresidentessa alla Camera della Bolivia, Julia Ramos, ci ha raccontato la sua lotta per l’emancipazione politica delle popolazioni indigene, prima escluse.
Quanta energia!
Una settimana organizzata nel dettaglio,dunque, mi aiuta un po’ meglio a capire che cosa è “Lima Metropolitana”. L’aspetto che maggiormente mi è rimasto dentro è il contrasto netto che esiste tra un “districto” e l’altro, la coesistenza di due mondi opposti nella stessa città: ricchezza e povertà si toccano, ma, senza mai mescolarsi.
Non è facile passeggiare per le vie di Miraflores, guardare le vetrine dei sontuosi negozi, dopo essere stati in alcune zone della “Diocesi di Chosica”, dove non c’è né luce né acqua corrente e le “case” sono di terra.
Sarà dura abituarsi alle contraddizioni presenti in questo paese. (da provincia.ap.it)
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