CONFINDUSTRIA AP: NELLA SEDE DI SAN BENEDETTO PRESENTATA RICERCA EURISPES MARCHE SULL’AGROALIMENTARE
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 18/09/2008 - “Un ‘turista agroalimentare’ spende il triplo rispetto al turista di passaggio sulla costa”. E’ una delle prime battute di Antonio Cocci, Presidente della Sezione agroalimentare di Confindustria AP, intervenuto martedì pomeriggio in occasione della presentazione del Rapporto Eurispes sul distretto agroalimentare Piceno presso la sede di San Benedetto dell’Associazione degli industriali di Ascoli. Cocci ha spiegato, citando le attuali sinergie tra le Sezioni Agroalimentare e quella dell’Alberghiero-Turismo in seno al sistema associativo, che le Marche non possono più restare solo una regione di passaggio e soprattutto sconosciuta a livello internazionale. Le aziende locali necessitano della valorizzazione del proprio know-how e di una adeguata commercializzazione dei prodotti oltre che di cultura d’impresa, grazie a maggiori investimenti sulla formazione imprenditoriale. Critico anche il sindaco di San Benedetto del Tronto Giovanni Gaspari che ha condannato sia il governo Prodi per non aver saputo influenzare le scelte strategiche per il Paese che la classe politica locale per “continuare a voler guardare al particolare senza occuparsi di scelte di lungo respiro”. Il Vice-Presidente e Delegato Internazionalizzazione di Confindustria AP Tommaso Caroselli Leali ha parlato delle possibili ripercussioni del crack della Lehman Brothers nel nostro Paese. “L’’area vasta’ di cui continuiamo a parlare non può restare Spinetoli piuttosto che un’altra città locale, ma deve diventare il mondo”. Le imprese del settore agro-alimentare del Piceno sono caratterizzate da una eccessiva frammentazione. E questo è un nodo che penalizza lo sviluppo del territorio. L’Assessore Provinciale alla Formazione e Lavoro, Emidio Mandozzi, ha rivolto una critica diretta agli imprenditori agroalimentari che finora non hanno saputo fare sistema ed ha anticipato che non saranno più stanziati fondi per l’assistenzialismo. Dunque soltanto i soggetti dotati di progettualità potranno concorrere ai finanziamenti. L’Assessore regionale con delega al Piceno Sandro Donati ha ribadito con il suo intervento l’importanza del settore che rientra tra le prime priorità del suo progetto speciale per il Piceno e che costituisce una risorsa rilevante per il rilancio dell’intera economia locale. Il territorio necessita dunque di un’impresa agricola multifunzionale, orientata verso il mercato in maniera dinamica e decisa. Lo stato del settore fotografato dalla ricerca Eurispes, finanziata dalla Carisap di Ascoli Piceno, denota invece un settore statico nell’ottica del ‘fare impresa’. Alcuni numeri riportati dal direttore del progetto Eurispes, Vera Mascaretti: solo il 3% degli imprenditori agricoli ha un’età compresa tra 18 e 30 anni. Circa il 60% delle società ha un numero di addetti che va da 1 a 2 persone e numerose forme collaborative difficilmente classificabili. Inoltre per l’80% delle imprese la manodopera utilizzata è solo familiare. Altro dato determinante: soltanto lo 0,5% delle imprese investe sulla qualificazione delle risorse umane. Ed allora anche dal mondo della ricerca il suggerimento di cominciare a fare sistema, di spingere verso integrazioni orizzontali e verticali le microimprese e di catalizzare la commercializzazione. Non meno importante la necessità di fare studi strategici per i singoli soggetti che operano nel mercato. E poi marketing territoriale “fondato sull’esperienza di consumo, come ci insegnano gli americani” ha ribadito Enrico Arcuri dell’ENEA e docente di marketing territoriale all’Università La Sapienza di Roma. Arcuri ha citato nel suo intervento alcuni passi di “Marketing esperenziale” di Ferraresi & Schmitt. Esempio tipico italiano: la tazzina di caffè che assume un determinato valore aggiunto nel contesto in cui viene consumata. Per questo motivo l’impresa deve essere capace di creare eventi memorabili come fossero una rappresentazione teatrale. Sui prodotti del territorio si dovrebbe riflettere l’immagine del luogo d’origine. Anche questo è “Made in”.