-Una mattina in carcere
ASCOLI P., 2006-11-27 - Perché esiste il carcere?Come vivono i detenuti?Il carcere riesce ad essere efficacemente rieducativi? Sono alcune delle domande a cui cercherà di dare una risposta il progetto “Una mattina in carcere”.
Si tratta di una iniziativa fortemente innovativa, rivolta agli studenti delle Scuole superiori allo scopo di non far sentire il carcere così lontano dalla nostra realtà e considerare chi è “dentro” prima di tutto una persona con i suoi diritti.“Dopo la positiva esperienza vissuta lo scorso anno dai ragazzi del Liceo della Comunicazione – dice l’assessore alla Pubblica Istruzione, Gianni Silvestri – abbiamo riproposto anche per l’anno scolastico 2006/2007 questo progetto di grande valore educativo, al fine di far riflettere i ragazzi su questo aspetto così duro della nostra società. L’esperienza dello scorso anno, inoltre, ha avuto unna rilevanza nazionale, tanto che l’iniziativa è stata oggetto di studio da parte dei dottori Ismaele Evangelista e Davide Castelletti che ne hanno parlato in una loro pubblicazione”.Il progetto si articola in due distinti momenti.Il primo vede la presenza di operatori carcerari nelle scuole per illustrare l’attività carceraria e rispondere ai quesiti posti direttamente dai ragazzi.Il secondo momento, invece, prevede visite guidate delle scolaresche, accompagnate dai docenti, all’interno della Casa Circondariale. Gli studenti, adeguatamente preparati, potranno così visitare i principali uffici: l’ufficio comando, l’ufficio matricola, l’area sanitaria, l’area educativa, i laboratori e avranno modo di incontrare alcune figure professionali che operano nell’Istituto quali il direttore, il comandante, gli educatori, il cappellano,lo psicologo e, eventualmente, anche alcuni detenuti.“Mi auguro – ha concluso l’assessore Silvestri - che gli Istituti scolastici cittadini colgano questa interessante opportunità resa possibile grazie alla fattiva collaborazione della direzione del carcere, che ringrazio, impegnata con noi nell’obiettivo di una crescente integrazione della Casa Circondariale nel territorio e nel contesto sociale in modo da favorire la condivisione, da parte della collettività, del concetto di sicurezza sociale da perseguire anche tramite il reinserimento sociale del detenuto”.
-Un’ora d’aria a colori
ASCOLI P., 2006-11-27 - Con l’obiettivo di ridurre il disagio ai bambini e permettere loro di vivere in maniera meno traumatica l’esperienza della visita al genitore in carcere, nasce il progetto “Un’ora d’aria a colori”, collegato all’iniziativa “Una mattina in carcere” che vede insieme il Comune, il mondo della scuola e la Casa Circondariale.
L’iniziativa, già avviata lo scorso anno, è rivolta alle scuole dell’Infanzia, Primarie e Medie e vivrà il suo momento più importante nel periodo antecedente le festività natalizie “al fine – dice l’assessore Gianni Silvestri – di stimolare tra i ragazzi un momento di riflessione e di attenzione verso i bambini meno fortunati e per testimoniare, con spirito di solidarietà, la vicinanza dei bambini, coetanei, insegnanti e famiglie verso situazioni di svantaggio. Lo scorso anno – prosegue l’assessore Silvestri – nel corso di una semplice cerimonia ma molto toccante, vi fu la consegna di pacchi dono, per ovvi motivi nelle stesse scuole, da parte degli studenti delle scuole primarie di S.Agostino e di “Maria Immacolata””.Per le persone detenute è molto importante il rafforzamento del ruolo genitoriale, ma come vivono i loro bambini l’esperienza della visita in carcere al genitore? L’Ordinamento penitenziario prevede che i detenuti possano generalmente usufruire di 6 colloqui mensili, della durata di un’ora, con i familiari e che tali colloqui si svolgano in locali privi di mezzi divisori. Ma si tratta, comunque, di ambienti certo non a misura di bambino.Il progetto “Un’ora d’aria a colori” si propone quindi di favorire, per quanto possibile, un clima sereno, allestendo nella Casa Circondariale uno spazio apposito, accogliente, in cui i bambini ed i genitori detenuti possano incontrarsi in un contesto più confortevole, facilitando così l’instaurarsi di relazioni positive del minore tra genitori, agente preposto ai controlli, quale rappresentante delle Istituzioni, e volontari eventualmente coinvolti.