29/01/2009 - Ciò che palesemente traspare dalle parole della figlia di Salvatore Riina in un’intervista rilasciata a Repubblica, è il forte desiderio che la mafia ha di far annullare il “41 bis”.
In queste ore ci domandiamo se la figlia di Riina ha telefonato al giornale per questa intervista che ci offende e ancora una volta rinnova tutto il nostro dolore.
Lungi dal voler porre limiti a qualcuno e tanto meno alla libertà di stampa, anche se far sentire la nostra voce sui giornali è sempre molto arduo, ci muoveremo nelle dovute sedi per capire se esiste la possibilità di evitare che troppo spesso le nostre ferite, causate da Salvatore Riina, Matteo Messina Denaro e da tutti gli altri, vengano riaperte rinnovando la nostra disperazione.
Gentilissimo Direttore
Ci rivolgiamo a quanti hanno seguito da vicino le nostre vicissitudini, soprattutto a quanti erano con noi a seguire i processi di Firenze per le stragi del 1993, a tutti Loro chiediamo un briciolo di indignazione davanti a quella doppia morale che questa mattina la figlia di Riina voleva farci ingoiare attraverso le pagine di un quotidiano.
Avremmo dovuto ingoiarci senza battere ciglio , così vorrebbe il diritto di cronaca, che la figlia di Riina è una bravissima ragazza , madre di tre figli , con un onesto padre in carcere a “41 bis” ingiustamente condannato visto che bambini Riina mai ne avrebbe uccisi, e con un marito che a causa del nome che lei porta , nome infangato dallo Stato, non trova lavoro.
Mai siamo stati contro la censura di stampa e mai lo saremmo, ma gli scoop usati come fu usato il tritolo sulla pelle dei nostri parenti in via dei Georgofili, ci fa arrabbiare e soffrire.
Perciò ora esterniamo il nostro pensiero in questa lettera che affidiamo a quanti pensano come noi che valga la pena di lottare ancora per la ricerca della verità sulle stragi del 1993, e trovare quindi la forza di rimandare al mittente ogni tentativo di far apparire che Salvatore Riina e la sua famiglia possono essere dei normali cittadini italiani vittime dell’ingiustizia.
Mai nessuno si sarebbe sognato di intervistare la figlia di Hitler in difesa del padre e della sua famiglia,divulgandone in modo martellante, attraverso i media, il contenuto della intervista stessa come stà avvenendo in queste ore.
Eppure il Magistrato Gabriele Chelazzi definì l’invasione di via dei Georgofili da parte di Riina come l’invasione dei nazisti su Ponte Vecchio.
Cordiali saluti
Giovanna Maggiani Chelli
Portavoce
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Giovanna Maggiani Chelli
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
MAFIA: ASS.GEORGOFILI, BOSS STRAGI PARAGONATI A LADRI POLLI
(ANSA) - PALERMO, 28 GEN - "E' vero, siamo concordi con il
ministro della Giustizia, quando dice che spesso le procure non
ricorrono in Cassazione per ottenere il ripristino del carcere
duro per i mafiosi ai quali è stato revocato". Lo dice
Giovanna Maggiani Chelli, dell'associazione tra i familiari
delle vittime della strage di via dei Georgofili, commentando
quanto ha sottolineato ieri il ministro Angelino Alfano nella
relazione alla Camera sul 41 bis.
"E' il caso dei mafiosi della strage di via dei Georgofili -
dice Maggiani Chelli - per i quali nessuno ha pensato di usare
gli strumenti esistenti per rispedirli a regime carcerario di
detenzione di 41 bis. Si è semplicemente sposata la causa che
non avevano più avuto contatti con le organizzazioni mafiose
all'esterno del carcere, e sono quindi stati da stragisti quali
sono, inseriti a socializzare in mezzo agli altri".
"Insomma - conclude - i massacratori di via dei Georgofili
che in nome e per conto dell'annullamento del 41 bis hanno tolto
la vita ai nostri figli, sono paragonati ai ladri di
polli".(ANSA).=