Chi mi conosce sa , che ho sempre privilegiato con le persone il colloquio diretto e franco, e che come tutte le persone semplici, dinanzi a qualcosa che non si capisce, mi pongo sempre domande altrettanto semplici.
Sono un elettore ed ho sempre sostenuto il centrosinistra, e come tanti altri elettori ,
sono profondamente convinto che soltanto da questo schieramento ci si puo’ attendere una politica che ristabilisca un minimo di equità sociale, che faccia del rigore morale il presupposto di ogni valutazione sulla qualità delle persone e dei progetti, che ponga come prioritari i temi dello sviluppo sostenibile, dell’uso razionale delle risorse e del bene pubblico.
Ma, in questo periodo. molti come me si chiedono smarriti che cosa sia accadendo leggendo sui giornali il caso delle candidature alla Presidenza della Provincia di Ascoli Piceno in vista delle elezioni del prossimo anno.
C’è uno schieramento interno al maggior partito della coalizione, che dovrebbe essere l’alfiere dei temi sopra menzionati, a cui non piace come ha governato Massimo Rossi e quindi sta puntando a cambiare il candidato di coalizione.
Ma molti, come me, non hanno capito che cosa non sia andato bene nell’operato di Massimo Rossi in questi anni. Forse non ha lavorato ed applicato i valori di una politica di centrosinistra?
Spiegatecelo, per favore,magari partendo dall’eredità del Bilancio che l’Amministrazione Rossi si è trovata a gestire,per poi proseguire con la divisione della Provincia per la quale si sta ancora discutendo.
C’è chi sostiene che alla base di questa volontà di eliminare Massimo Rossi vi siano questioni molto banali e cioè dare spazio a qualcuno appartenente allo schieramento del Partito Democratico
mettendo a rischio così la coalizione di centrosinistra.
Ma addirittura viene candidato a sostituire Rossi colui che per ben cinque anni è stato il Vicepresidente della Giunta Provinciale, condividendo e votando tutte le decisioni piu’ importanti, e che ha goduto come rappresentante del maggior partito di coalizione di un’ampia autonomia politica e gestionale.
Da elettore se per un motivo del genere si dovesse rompere la coalizione di centrosinistra, favorendo così una vittoria certa della destra, passerei sicuramente da un’attuale stato di indifferenza ad una grande rabbia chiedendo conto a chi ha governato tali strategie politiche di autolesionismo.
E un’altra domanda semplice sorge spontanea: la candidatura del Partito Democratico significa che disconosce quanto lui stesso ha contribuito a costruire?
Allora sarebbe piu’ onesto dichiarare il fallimento della propria esperienza amministrativa e dimettersi subito.
Ecco alcune domande semplici, a cui noi persone semplici del centrosinistra , attendiamo risposte altrettanto semplici.
*Ex-Assessore e Consigliere Comunale di San Benedetto del Tronto