REFERENDUM 25/26 GIUGNO
Spacca: “la riforma ferisce la Costituzione e divide il Paese sui diritti fondamentali”. 5 buoni motivi per il no. ANCONA, 2006-06-13 - “La riforma costituzionale voluta dalla Cdl divide il Paese sui diritti fondamentali: sanità, istruzione e sicurezza. E’ necessaria un’ampia mobilitazione di cittadini, forze sociali e istituzioni, per contrastare con il no al prossimo referendum una riforma che rischia di minare la coesione della comunità nazionale”: così il Presidente della Regione Gian Mario Spacca invita ad un impegno comune per il no nella prossima consultazione referendaria del 25 e 26 giugno. Spacca individua almeno 5 buoni motivi a favore del no. 1. Il Presidente sottolinea che “si assegnano nuove funzioni in materia fondamentali come sanità, istruzione e sicurezza, senza garanzie di equità. Si alimentano così sperequazioni tra realtà regionali nei livelli di copertura di diritti e bisogni primari dei cittadini, soprattutto sulla base delle rispettive capacità di sostegno finanziario e produzione del reddito”. 2. “E’ forte anche il rischio di scaricare nuovi costi su cittadini, famiglie ed imprese.” Per Spacca “non essendo ancora operativo il cosiddetto federalismo fiscale, è facile prevedere che Regioni ed Enti locali si troveranno spese certe per le nuovi funzioni, a fronte di entrate fiscali aggiuntive incerte e di dimensione limitata”. 3.“La riforma costituzionale proposta - aggiunge Spacca - non agevola collaborazione istituzionale necessaria per affrontare i grandi temi di sviluppo e coesione del Paese.” Sono infatti previsti iter legislativi incerti e farraginosi, fonti di sicuri conflitti di competenze sia tra Camera e Senato federale, che tra Stato centrale e Regioni/Enti locali. 4. La stessa portata federalista della riforma appare alquanto ridotta. Il Presidente evidenzia che “il Senato diviene federale di nome e non di fatto, con una presenza di immagine delle Regioni e con senatori eletti su logiche nazionali”. 5. Infine, “la riforma cambia profondamente lo spirito della Carta costituzionale, stravolge il sistema parlamentare, operando una concentrazione di poteri troppo forti nella figura del Primo ministro”. “Questi - conclude Spacca - sono solo alcuni dei motivi principali per impegnarsi con una larga mobilitazione per il no. Siamo di fronte ad un progetto che ferisce l’identità profonda della Carta costituzionale ed altera i fondamenti della convivenza civile. Per questo va respinto con il referendum.”
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