CLIMA “IMPAZZITO”, L’ANTICIPO DELLA FIORITURA METTE A RISCHIO GLI ALBERI DA FRUTTO. PROBLEMA SICCITA’ PER IL GRANO E GLI ORTAGGI
Albicocchi e susini che stanno fiorendo con due mesi di anticipo, mandorli che addirittura non hanno cambiato le foglie dello scorso anno, germogli di grano a rischio per la siccità. E’ lo scenario attuale nelle campagne marchigiane, frutto dei cambiamenti climatici che stanno stravolgendo il regolare andamento delle colture in campo. Con il timore che le prime gelate possano “bruciare” i raccolti. “Siamo in presenza di mutamenti destinati a produrre conseguenze strutturali sull'attività agricola – spiega il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi – e le nostre imprese dovranno interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”. Le conseguenze del clima si stanno facendo sentire soprattutto lungo la fascia costiera, mentre le zone interne hanno beneficiato di temperature più rigide. Particolarmente delicata la situazione degli alberi da frutto come albicocchi e susini. Nella Valdaso e lungo la Riviera delle Palme i fiori stanno per sbocciare con due mesi di anticipo. Un evento che esporrà inevitabilmente le piante al rischio gelate, con il timore di veder “bruciare” l’intero raccolto. Ma le bizzarrie climatiche hanno portato addirittura i mandorli a non cambiare le foglie nel periodo autunnale. Nel Maceratese e nel Fermano si teme per il grano e per le verdure. La mancanza di pioggia, soprattutto nella fascia costiera e collinare sta creando problemi ai germogli del frumento e se il terreno dovesse continuare ad essere secco c’è il rischio che le piante muoiano. Minori preoccupazioni ad Ancona e Pesaro, dove la pioggia è caduta, dando sollievo alle colture. Ma se il caldo dovesse continuare anche qui la situazione è destinata a peggiorare. I danni prodotti dai cambiamenti climatici non si limitano però alle colture. “I mutamenti in corso determinano un sensibile aumento dei rischi erosivi – spiega il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli -, con perdita di terreno e diminuzione della fertilità del suolo, in quanto si determina una riduzione dell'infiltrazione, della capacità di immagazzinamento dell'acqua ed una perdita di elementi nutritivi”.
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