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Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

Terrorismo: perchè la memoria non dimentichi

Comune di Firenze
“Terrorismo: perchè la memoria non dimentichi”
Firenze Lunedì 4 giugno 2007 -0re 16
Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Via Folco Portinari, 5


Innanzi tutto un ringraziamento va a chi ha organizzato questo convegno e ci ha invitati a parlare.
Dare voce a chi come noi ha sofferto per un evento gravissimo quale è stata la strage di via dei Georgofili è il migliore modo di fare memoria.
Un grazie quindi a tutti e soprattutto all’Assessore Lucia De Siervo.

Avevo preparato un intervento sull’importanza della memoria
intesa non solo nel senso di un ricordo esclusivo e fine a se stesso degli eventi di allora, ma piuttosto come monito quotidiano per tutti volto a mantenere desta l’attenzione verso tutto ciò che accade e che è riconducibile agli eventi drammatici del 1993 e all’ importanza che quel tritolo ha avuto nel condizionamento della vita politica ed economica del paese.
Avevo ripercorso tappa per tappa il nostro lavoro di questo ultimo periodo, il più recente ma anche il più importante, legato alle cause civili contro la mafia e alla battaglia per il ripristino del 41 bis di fatto abolito ai terroristi eversivi e mafiosi attraverso i Tribunali di Sorveglianza, nell’indifferenza totale, salvando però da parte di chi di dovere, le apparenze.
Infatti avrete letto fra ieri e oggi di tutto e di più sul 41 bis, un corteo all’Aquila di 200 soggetti contro il regime detentivo speciale di 41 bis, l’ha fatta da padrone su tutti i giornali e ancora una volta i terroristi sono diventati star, hanno rilasciato interviste, gli avvocati di soggetti risultati mafiosi fino agli anni 80 hanno detto la loro inorridendo contro il 41 bis.
Si sa la mafia odia per principio un regime di carcere attraverso il quale non può comunicare con l’esterno per dare ordini e in campo è disposta a far scendere chiunque .
Anche noi abbiamo detto la nostra sul 41 bis con un sentito comunicato , ma siatene certi tranne un paio di quotidiani che ci hanno almeno citati, nessuno ci ha fatto una bella intervista, eppure noi per l’abolizione del 41 bis abbiamo pagato fino in fondo , non parliamo poi dei nostri parenti che  sono morti in via dei Georgofili e molti sono nella disperazione più nera.
A questo punto quindi dopo l’ennesimo attacco di chi si difende dalla verità completa  sulle stragi del 1993, dopo che anche l’ergastolo alla mafia stragista, viene messo in discussione, insieme al 41 bis, pretendendo di affermare che se dopo 30 anni tutti cambiano, anche Salvatore Riina, non credo valga più la pena di inseguire speranze inutili, è forse più giusto dire esattamente come la pensiamo.

Sono passati pochissimi giorni dall’anniversario della strage, nessuno ci ha ascoltato e allora vi leggo il comunicato dato alle agenzie dopo che 310 ergastolani hanno scritto al presidente della Repubblica e nella stessa giornata la Commissione Pisapia ha reso nota la bozza di riforma del codice penale che prevede tra l’altro l’annullamento dell’ergastolo anche ai terroristi eversivi mafiosi rei di strage.
Si dice che nessuno dei terroristi responsabili della strage di Firenze abbia firmato la lettera inviata al Presidente della Repubblica, con la quale si chiedeva l’abolizione dell’ergastolo perché considerato peggiore della morte stessa.
Non avevamo dubbi in proposito, i Fratelli Graviano e tutti gli altri non si sono certo “sporcati” le mani per firmare una petizione tanto sanno benissimo che c’è chi pensa per loro.
 
“COMUNICATO.

A quattro giorni dall’anniversario della strage di via dei Georgofili, dopo aver ascoltato le nostre parole, ammesso che lo abbiano fatto, la sensibilità dei nostri parlamentari si rivela essere pari a quella della mafia.
Siamo arrivati al dunque :
il “papello” di Salvatore Riina, quella richiesta di benefici carcerari  presentato allo Stato nel 1992 dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio e prima delle stragi del 1993, che comprendeva l’abolizione dell’ergastolo ha trovato ancora una volta nuovi spazi:
LA TRATTATIVA CONTINUA.
 
Senatori e parlamentari “buonisti” che ogni giorno assistono inoperosi e menefreghisti dall’alto dei loro scranni alla deriva di quanti sono sopravvissuti alle stragi mafiose terroriste ed eversive, si sono fatti commuovere dalla “letterina” scritta da 310 ergastolani.
310 persone condannate a vita per reati gravissimi, chiedono la pena di morte – benissimo  siano esauditi -  se non hanno neppure la forza morale di accettare l’unica pena che meritano: l’ergastolo, il fine pena mai.
Informiamo che nei prossimi giorni scriveremo una lettera aperta al Presidente della Repubblica.
Sarà una lettera lunga, dettagliata ed esauriente, nella quale elencheremo una per una le sofferenze, la disperazione, la deriva di quanti, innocenti, sono stati condannati loro stessi  “all’ergastolo”  e oggi, poco assistiti, vivono reclusi fra le mura domestiche.
Elencheremo, eventualmente, le perizie, circa mille fogli, redatte dai medici legali, i così detti Consulenti Tecnici d’Ufficio del Giudice di Firenze che si occupa delle nostre cause civili contro la mafia. 
Daremo inoltre voce ai nostri parenti, a quanti condannati a morte con “sentenze” emesse  dai “310” ergastolani sono oggi, senza giustizia completa, sotto due metri di terra.
Ricordiamo ai Parlamentari “buonisti” che le “sentenze” dei “310” non sono state emesse in nome del popolo italiano per fini di giustizia, bensì in nome della sporca politica e per la copertura di turpi affari nei quali troppi parlamentari si trovano coinvolti.”

Una cosa dobbiamo ora farla notare: è singolare come il primo tentativo di abolire l’ergastolo risalga al 1998, mentre a Firenze si archivia la prima tranche di indagini sui mandanti esterni alla mafia, probabilmente quei mandanti che al gruppo di fuoco di Bagarella hanno promesso l’abolizione dell’ergastolo e tanto altro ancora, in cambio del favore di usare 300 chili di tritolo in via dei Georgofili e più di mille in Italia.
Poi di nuovo nel 2000, sempre grazie ad un governo di centro sinistra – cosa per lo meno singolare - quando attraverso la norma del rito abbreviato Riina cercò, con gli stragisti di Firenze, di aggirare l’ergastolo ma per fortuna non vi riuscì.
Oggi siamo punto e a capo: si cerca di modificare addirittura il codice penale e il codice di procedura penale in  favore di Provenzano, Riina e compagni, in nome dei principi difesi dai padri costituenti, i quali sicuramente in quel momento non avevano a che fare con i corleonesi, così almeno vogliamo sperare.
Andremo avanti per questa strada fino in fondo, non ci lasceremo convincere che la mafia corleonese abbia diritto, come tutti, a sconti di pena, in nome della salvaguardia di principi sacrosanti come dovrebbe essere in un paese normale e come invece non avviene in un Paese dove da troppo tempo ormai governano le mafie.

Giovanna Maggiani Chelli  

GIUSTIZIA: ERGASTOLO; ASS.GEORGOFILI,SCRIVEREMO A NAPOLITANO

   (ANSA) - FIRENZE, 4 GIU - "Scriveremo al presidente della
Repubblica una lettera lunga, dettagliata ed esauriente nella
quale elencheremo, una a una, le sofferenze, la disperazione e
la deriva di quanti, innocenti parenti delle vittime, sono stati
condannati loro stessi all'ergastolo e vivono reclusi tra le
mura domestiche". Lo ha annunciato Giovanna Maggiani Chelli,
vicepresidente dell'associazione delle vittime dei Georgofili, a
proposito della lettera inviata da 310 ergastolani al Capo dello
Stato per chiedere, provocatoriamente, che il carcere a vita
venga tramutato in condanna a morte e dopo che si è cominciato
a parlare dell'ipotesi di eliminare l'ergastolo.
   Maggiani Chelli, intervenendo a Firenze a un convegno sul
terrorismo, ha fatto notare che "ieri, con la manifestazione
contro il 41 bis a l'Aquila, i terroristi sono diventati star"
e poi ha  sottolineato, a proposito dell'ipotesi di abolizione
dell'ergastolo, che ci sono "parlamentari buonisti che si sono
fatti commuovere dalla 'letterina' scritta dai 310
ergastolani".
   "Nella lettera a Giorgio Napolitano - ha proseguito - daremo
voce ai nostri parenti e a quanti, condannati a morte con
'sentenze' emesse dai 310 ergastolani, sono oggi, senza
giustizia completa, due metri sotto terra". (ANSA).
     YG2-GRO
04-GIU-07 18:00 NNNN

TERRORISMO: PARENTI VITTIME GEORGOFILI, NON SI TOCCHI 41 BIS

   (ANSA) - ROMA, 3 GIU - Il regime detentivo speciale 41 bis è
congeniale "alla mafia stragista ed eversiva che nel 1993 ha
gettato le nostre famiglie nella disperazione e il Paese alla
deriva". L' associazione dei familiari delle vittime della
strage di via dei Georgofili ribadiscono la loro "forte
protesta" contro il tentativo di abolizione del 41 bis nel
giorno della manifestazione organizzata davanti al casa
circondariale dell' Aquila contro il carcere duro.
   "Per l' abolizione del 41 bis e per l' abolizione dell'
ergastolo - dice in una nota la vicepresidente e portavoce
Giovanna Maggiani - si sono usati 300 chili di tritolo in via
dei Georgifili e più di mille in tutto il Paese nel 1993.
Ricordiamo altresì che anche Nino Gioé il 26 Luglio 1993 si è
'suicidato', rigorosamente tra virgolette, in carcere, ed è
anche a causa di quel suicidio che oggi i nostri morti non hanno
giustizia completa. I nomi degli 'Autori' veri di quelle stragi
sono coperti da una sorta di collusione tra mafia terrorismo e
politica".
   L' associazione si augura "al più presto una Superprocura
Nazionale che si occupi di mafia e terrorismo, ne coordini le
indagini, e si arrivi al più presto a trascinare in Tribunale
coloro che con la mafia nel 1993 si sono collusi a vario
titolo".
    (ANSA).
     COM-FM
03-GIU-07 17:43 NNNN

TERRORISMO:L'AQUILA,CORTEO E SLOGAN CONTRO 41BIS LIOCE /ANSA
E A BOLOGNA SCRITTA 'TERRORISTA E' LO STATO' DAVANTI CASA BIAGI

    (ANSA) - L'AQUILA, 3 GIU - Sarà ricordato per i muri della
città imbrattati, un po' dai 200 manifestanti, un po' da chi ha
tentato di coprire le frasi meno edificanti, il corteo promosso
all'Aquila dall' "area movimentista-eversiva" contro il regime
del carcere duro previsto dall'articolo 41 bis. Un corteo che si
é poi spostato nel prato davanti al carcere dove è rinchiusa
la brigatista Nadia Desdemona Lioce, seguito da un sit-in
interrotto con tre ore d'anticipo per un violento acquazzone.
   A sollevare la reazione trasversale del mondo politico è
stata, però, la frase "terrorista è lo stato" tracciata con
vernice spray a Bologna su un muro davanti alla casa di Marco
Biagi, il giuslavorista ucciso dalle nuove Br, e in altre zone
della centro storico. Il sindaco Sergio Cofferati parla di
"scritta vergognosa che segnala l'esistenza di un problema non
risolto quale è quello della presenza in città di persone
attratte dalla follia del terrorismo". Per il segretario dei Ds,
Piero Fassino, si tratta di un "atto vergognoso che rivela lo
squallore umano e politico di chi ha vergato quella scritta".
    Slogan contro Marco Biagi sono stati urlati anche a L'
Aquila, dove c'era d'ansia per la manifestazione contro il 41
bis, soprattutto dopo che proprio ieri sera, nel penitenziario
aquilano si è suicidato, impiccandosi, un esponente della
'ndrangheta, condannato per omicidio e sottoposto al regime di
carcere duro. Massiccio lo spiegamento di forze dell'ordine per
prevenire incidenti che, comunque, non ci sono stati. Non per
questo sono risultati meno inquietanti gli slogan urlati al
megafono e le scritte apparse sui muri dopo il passaggio del
corteo, inneggianti alla Lioce; offensivi nei confronti del Papa
e dell'ispettore di Polizia Filippo Raciti. O gli striscioni che
chiedevano "libertà per i prigionieri" e invocavano "da
Poggioreale all'Ucciardone, evasione".
   Obiettivo dell'iniziativa - spiegava su Internet il movimento
Olga, "Ora di Liberarsi dalle Galere" - era costruire "una
rete di solidarietà, presupposto per la lotta alla tortura
dell'isolamento, della differenziazione, dell'annientamento,
quindi dell'istituzione carceraria nel suo complesso".
   Contro il corteo - al quale ha partecipato anche il
presidente dell'Azienda regionale per l'edilizia territoriale
(Aret), Giulio Petrilli, già segretario provinciale del Prc -
si erano dichiarati la deputata Idv Silvana Mura, che vi vedeva
"apologia di reato"; Maurizio Gasparri e Domenico Gramazio di
An, che hanno presentato interrogazioni al ministro dell'
Interno, Giuliano Amato. E per i Giovani di Forza Italia
consentirne lo svolgimento è stata "una prova lampante che in
Italia il fiancheggiamento ai terroristi viene tollerato".
   Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha ribadito
la straordinaria importanza del 41 bis "strumento di contrasto
a organizzazioni di stampo mafioso e terrorismo interno e
internazionale". E l'Associazione famiglie delle vittime della
strage di Via dei Georgofili esprime forte protesta contro il
tentativo di abolire il regime speciale, congeniale "alla mafia
stragista ed eversiva che nel 1993 ha gettato le nostre famiglie
nella disperazione e il Paese alla deriva".
     SAS
03-GIU-07 20:35 NNNN

 


  

Cronaca e Attualità

Sociale

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