Il senso dell’hip-hop secondo Mondo
Monteprandone, 2006-05-13 - Mondo Marcio presenta il suo tour e la sua passione per l’hip hop. Sabato 13 maggio è arrivato al Palazzetto dello Sport di Monteprandone “Solo un uomo Tour”, il tour di Mondo Marcio, la nuova stella dell’hip hop made in Italy che ha conquistato migliaia di fan grazie alle sue lyrics e ai suoi beat pungenti. Incontriamo Mondo Marcio, al secolo Gianmarco Marcello, nel back stage del concerto.
Nel dubbio se chiamarti Mondo o Gianmarco ti chiedo subito come ti prepari ad un concerto come quello di stasera; hai dei riti scaramantici? Paradossalmente mi preparo rilassandomi; quando viaggi tanto, quando sei sempre in giro e devi fare le cose in fretta è fondamentale prendersi i propri spazi, non farsi prendere dall’ansia per poi dare il massimo la sera sul palco.
“Solo un uomo” è un disco immediato, con dei testi che arrivano diretti al cuore ma anche allo stomaco. Spesso usi termini molto duri: come avviene la composizione di queste lyrics? E’ anche questo un processo immediato o stai li a centellinare ogni singola parola? Quando scrivo l’ispirazione arriva di getto, come una sorta di sfogo ad alcune situazioni vissute ma poi c’è una fase successiva in cui sto lì a curare la forma ed i termini da utilizzare; in generale però il processo compositivo, la scelta del titolo e gli incisi da usare arrivano in modo diretto ed istintivo.
Il successo che stai vivendo è sicuramente meritato, ma in una canzone del disco “Toc Toc” ripeti quasi fino allo sfinimento “non vogliono farmi entrare”: c’è qualcuno che ha fatto ostruzionismo in campo musicale nei tuoi confronti? Bhe vedi, se anche vendessi un milione di copie continuerei a ripetere “non vogliono farmi entrare”; questa frase rappresenta un’invettiva verso chi in ambito discografico in Italia continua a confinare l’hip hop in un suo ghetto. L’hip hop viene comunque considerato un genere per appassionati ed in ogni performance a livello nazionale è come se dovessi proporre qualcosa di nuovo a qualcuno, non un genere che ha già una sua identità e che viene considerato al pari del rock, della dance o del jazz.
In America sta nascendo una tendenza secondo la quale alcuni artisti hip hop duettano con cantanti provenienti da altri generi: penso a Kanye West con Adam Levine dei Maroon 5, a Mary J.Blige con Bono o a Mariah Carey che ha virato verso collaborazioni con grandi nomi dell’hip hop. Al momento in “Solo un uomo” ci sono partecipazioni di artisti come Tormento o Fish, ma ti piacerebbe aprirti in futuro a collaborazioni con artisti non esclusivamente hip-hop? Non mi dispiacerebbe affatto un feat. con Mariah, visti anche gli abiti sfoggiati negli ultimi video e vista la sua grande voce. Scherzi a parte, credo che quando vuoi fare un disco che sia sentito dalla gente non devi mai porti dei limiti o delle chiusure altrimenti rischi che quel prodotto sia rivolto a sole cinque persone; adesso per esempio sto producendo un remix di “Dentro alla scatola” con i Finley, un gruppo rock o hard pop (così li ha definiti il loro produttore Claudio Cecchetto ).
Sarò banale e ti faccio una domanda che in migliaia ti avranno fatto, ma com’è oggi l’hip hop italiano? Dopo il tuo successo è arrivato Fabri Fibra ( che fra l’altro è marchigiano, di Senigallia ) e Fish e Tormento hanno pubblicato dischi competitivi con i prodotti provenienti dagli States… Quello che spero è che oggi l’hip hop non sia considerato ancora una volta come una moda. In Italia l’hip hop riesplode come una fiamma ogni due-tre anni e la gente puntualmente dice “Ok, questa è la nuova musica, diamogli spazio”; vorrei invece che fosse considerato come qualcosa di duraturo, che le persone comprano ogni anno. Mi piacerebbe che il pubblico aprisse le braccia a questo genere anche perché c’è gente che lo fa col cuore ormai da tanto tempo.
|