COLDIRETTI MARCHE E ABI PREOCCUPATE PER L’INCERTEZZA SUL FUTURO DELLA BIETICOLTURA REGIONALE
14/01/2008 - “Chi difende le imprese agricole, oggi impossibilitate a programmare la propria attività produttiva per il 2008, dall’ulteriore rischio di non poter utilizzare le possibilità previste dalla regolamentazione comunitaria nel caso di chiusura dello zuccherificio di Jesi?”. E’ la domanda posta da Coldiretti Marche e Abi (Associazione bieticoltori italiani), preoccupate per l’incertezza che continua ad avvolgere il caso Sadam. “Occorrono soluzioni strutturali per risolvere una crisi che avevamo più volte annunciato, senza però trovare risposte da parte dell’industria e attirando, addirittura, le critiche di qualcuno che ci accusava di fare allarmismo – spiegano Coldiretti e Abi -. Ora la situazione è molto più difficile e le strade che erano percorribili qualche mese fa sono oggi impraticabili, almeno per quanto riguarda la campagna 2008.” La coltivazione della bietola necessità di una organizzazione aziendale che non si improvvisa di anno in anno”. E’ per questo che Coldiretti chiede alle istituzioni di assumere un ruolo di garanzia, facendosi interprete presso l’industria della necessità di una programmazione dell’attività su base pluriennale. “La bieticoltura nelle Marche, e quindi l’attività dello zuccherificio, sono legate alla volontà e possibilità di fare scelte concrete che portino a un’effettiva maggior valorizzazione della bietola e a un nuovo rapporto tra le varie componenti della filiera, così da restituire fiducia all’intero comparto - conclude Coldiretti Marche -. Solo in questo modo la bieticoltura marchigiana potrà continuare ad avere un ruolo nell’economia del territorio”. Intanto proseguono gli incontri con le aziende bieticole organizzati da Coldiretti e Abi per illustrare gli ultimi sviluppi della vicenda. Le imprese temono che il prolungarsi dell’incertezza sul futuro dello zuccherificio impedisca la programmazione della semina e la possibilità di accedere alla risorse comunitarie.