In questo periodo non si fa che parlare della crisi discografica e delle esigue vendite dei supporti. Ognuno naturalmente dice la sua, internet, il caro cd e così via, spesso si dice anche che non ci sono più gli artisti di una volta, ma a proposito di quest'ultimo punto, c'è davvero qualcuno che si sforzi di cercarli questi nuovi artisti? Pare proprio di si e, come al solito, non è una multinazionale del disco ma una piccola etichetta italiana, la APbeat.
Questa etichetta, vista l'impossibilità di arginare la crisi del supporto e quindi delle vendite, ha sviluppato un modo di intendere il lavoro della musica completamente diverso dal solito. La APbeat infatti ha praticamente smesso di fare inutile discografia che vende nulla, a favore di un mirato lavoro di editoria pura volto a far conoscere al pubblico quante più nuove realtà musicali possibili, il tutto in stretta collaborazione con oltre duecento emittenti italiane che, insoddisfatte dagli stereotipi imposti dalle major, hanno capito ed apprezzato l'iniziativa programmando in modo costante le nuove proposte dell'etichetta romana con notevoli risultati promozionali per i nuovi artisti che, con loro grande soddisfazione, vedono i loro brani trasmessi in tutta la penisola.
Ecco quindi venir fuori il bel pop rock italiano di nuova generazione e tanti validi artisti come gli Asos, Afterbeat, i Miele Rancido, Giuseppe Ibba, i Madame Lingerie, Paolo Ladu, Carrer, Antonella Cimino, Alberto Donatelli ed Emiliano Maiorani, o la più alta scuola della canzone d'autore italiana con Fabrizio Emigli, i Libra e l'Opera Buffa, o la classica musica melodica italiana di DSN e Rosee, c'è posto anche per opere a carattere benefico e solidale come quelle di Filippo Riganti e Luigi Petruzzi, ed in ultimo riesce persino ad essere programmato il jazz di Sandro Ferrera e Massimo Lattanzi, tutti artisti ascoltabili sul sito www.apbeat.it. Come dire, la buona musica italiana è viva, basta solo volerla cercare!