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Addio fitness e palestre: sono nate le global community

Platone diceva “vivere bene è vivere con virtù”. Ed ecco, quindi, che mentre il fitness è al tramonto, acquista dignità il concetto di wellness, ovvero di un benessere psicofisico che non trascura l’impatto che il nostro stile di vita ha sul mondo che ci circonda, e di un modo di fare palestra non più statico e individuale, ma dinamico, ricco di valori e di virtù civiche.

20/11/2008 - Spesso si parla di fitness con la convinzione che sia un concetto moderno, e ancora più spesso lo si confonde con altri termini, riducendolo a definizioni sterili e confuse. Inglesismo a parte, il fitness ha origini antichissime: è fin dalla preistoria, infatti, che l’uomo ha sviluppato questa disciplina per spirito di sopravvivenza, attraverso la caccia o la raccolta, che spesso duravano giorni e giorni.  Con l’arrivo delle antiche civiltà orientali (250 a.C.) si diffuse la convinzione che la mancanza di attività fisica potesse portare ad alcune malattie, riconosciute allora come malfunzioni di organi interni, prevenibili soltanto con esercizio fisico. Da lui nacquero discipline come il Kung-Fu, la danza, la lotta e lo yoga, come attività per mantenere l’organismo in buone condizioni di salute.
Anche i capi politici e militari delle civiltà della Persia, Babilonia, Egitto, Palestina e Siria capirono l’importanza che l’efficienza fisica ed il rendimento delle forze militari era basato dal fitness, inteso come attuazione di una rigorosa forma fisica, al fine di creare soldati forti ed espandere l’Impero.
Ma fu con la civiltà greca che la considerazione del fitness ebbe il suo massimo: l’idealismo della perfezione fisica, l’importanza per la bellezza del corpo, per la salute e il benessere così come si manifestò in tutta società greca non ebbe precedenti nella storia.
I greci credevano nell’importanza dello sviluppo del corpo quanto in quello della mente, poiché il benessere mentale è necessario per quello fisico. E greco fu anche il filosofo Ippocrate, nonché padre della medicina, che teorizzò l’elisir di lunga vita: giusta quantità di nutrimento ed esercizio fisico per il corpo, musica per l’anima.
Dopo la civiltà Greca vi fu quella di Roma ad esaltare la condizione fisica segno dei più alti tempi di conquista e di espansione. Quando la potenza e la concezione materialistica della vita furono priorità più alte rispetto alla condizione fisica, il popolo romano subì il suo declino.
Fu solo con il Rinascimento e il ritorno del mito greco e latino per la glorificazione del corpo umano che si riscoprì un apprezzamento per la vita umana e per la diffusione dell’educazione fisica in tutta Europa, ma la diffusione a livello mondiale ci fu a partire dal 20° secolo, che simboleggia l’inizio della nuova era del fitness. Per fronteggiare la grande guerra erano richiesti, infatti, alti livelli di idoneità fisica e numerosi governi approvarono delle legislazioni che ordinavano il miglioramento dell’educazione fisica nelle scuole pubbliche.
Negli anni 50 un boom demografico influenzò il fitness moderno. In campo scientifico furono diverse le ricerche: proposte dagli scienziati per approvare le raccomandazioni per
il miglioramento della resistenza cardiorespiratoria, muscolare e della flessibilità individuando gli esercizi e l’intensità più idonee.
A partire dal 1968 il Dr Cooper ha sostenuto la filosofia che la malattia poteva essere evitata tramite trattamenti preventivi: “…è più facile mantenere una buona salute attraverso il corretto esercizio,
la dieta e l’equilibrio emotivo piuttosto che ritrovarla se si è perduta…”
Pertanto, la storia del fitness non è altro che l’evoluzione della coscienza umana nei confronti del corpo umano. Tuttavia, il progresso della civiltà non ha rappresentato una costante direttamente proporzionale allo stile di vita, poiché migliori modelli di cura del corpo possono essere individuati nelle civiltà più antiche, per
esempio greche e romane. Per tanto possiamo parlare di evoluzione di “fitness e bellezza” nella storia della civiltà umana attraverso una più profonda interpretazione del corpo sottoforma di leader della salute e del benessere.
Il futuro non prevede più questo modo di fare palestra, troppo legato a posizioni individualiste e a dimensioni atomistiche; Oggi si parla di wellness, ovvero di un concetto molto più ampio che permette non solo di migliorare il proprio aspetto muscolare ed estetico, ma anche il benessere psico-fisico, anche a seguito delle ormai diffuse campagne di prevenzione sanitaria. Le palestre, pertanto, diventano centri fitness, vere e proprie città del benessere che promuovono non solo un’attività fisica regolare, ma anche una cultura degli equilibri alimentari e mentali, per tenere sotto controllo peso e stress quotidiano. In più si ha la possibilità di usufruire quotidianamente e comodamente nella stessa struttura di servizi termali e rilassanti. E’ nato, dunque, un approccio culturalmente moderno e stimolante, perché supera l’idea primordiale di attività motoria attraverso una concezione ben più ampia di benessere psicofisico, che coinvolge la persona nella sua globalità. Il benessere nell’era del dopo-fitness si basa su un nuovo stile di vita che fonda insieme le scelte alimentari e l’attività fisica con le possibilità etiche della persona, attraverso attivazioni comunitarie che rendano più consapevoli e sostenibili il nostro modo di vivere. La palestra diventa una “global community”, in cui il benessere individuale diventa movimento di conquista di un nuovo stile di vita partecipato, psicofisico e sostenibile.


 Barbara Poli

Cronaca e Attualità

Oblò: Appunti e Spunti

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