Parco Marino
Parco Marino, si definiscono le zone di tutela e si preparano gli ultimi correttivi.
Ascoli P., 2006-04-06 - I rappresentanti dei 14 enti sottoscrittori dell’accordo di programma per l’istituzione del Parco Marino del Piceno hanno incontrato ieri mattina a Roma i dirigenti del Ministero dell’Ambiente che hanno illustrato la proposta di zonizzazione dell’area marina protetta e la bozza di regolamento per il funzionamento del Parco.
Presenti sindaci e assessori delegati di 12 comuni costieri marchigiani e abruzzesi, delle Province di Ascoli e Teramo, delle Regioni Marche e Abruzzo, la dirigente Cristina Tombolini e il funzionario Stefano Donati hanno fornito i dettagli su quello che il Ministero definisce “progetto pilota di gestione sostenibile della fascia costiera”. In effetti, quello del Parco Marino del Piceno è il primo esperimento in Italia di creazione di una riserva naturalistica in un’area dove è forte la presenza umana e dove intense sono le attività che vi si esercitano tentando esplicitamente di coniugare la protezione dell’ambiente con la sua fruizione. La scommessa del Ministero e gli Enti locali è insomma quella di provare a invertire una tendenza che vede a rischio di progressivo degrado sia la natura sia le attività che vivono di essa, a cominciare dalla pesca e dal turismo, affidando la gestione integrata di un tratto di mare e di un tratto di costa (il confini del Parco comprendono infatti anche la fascia demaniale costiera) proprio agli Enti locali che, per l’occasione, si consorzieranno tra loro. In sintesi, la proposta di regolamento contiene una classificazione dell’area del Parco in quattro zone: dalla “A”, caratterizzata da vincoli integrali e ubicata tra Grottammare e Cupra Marittima (ma saranno comunque salvaguardate le attività balneari fino a 100 metri dalla battigia) alla “D”, la più estesa, dove i vincoli sono meno stringenti. In ogni caso non è prevista alcuna penalizzazione per le attività di pesca, neppure per le vongolare, anche se la loro attività, caratterizzata da una tecnica di cattura particolarmente incisiva sull’equilibrio marino, dovrà essere progressivamente riorganizzata. Per la fascia demaniale della costa, il regolamento non prevede ulteriori interventi edificatori oltre a quelli già contenuti negli strumenti urbanistici vigenti. Ora si passa alla fase delle osservazioni: per il prossimo 21 aprile sono in programma, una di seguito all’altra, la riunione del Comitato istituzionale (composto dai soggetti istituzionali promotori dell’accordo di programma) e quella del Comitato consultivo (ne fanno parte operatori turistici, pescatori, università, scuole, associazioni ambientalistiche e tutti quei soggetti interessati all’istituzione del Parco). In quella sede si definirà il percorso dell’ultima fase, quella che precederà la firma del decreto istitutivo: i soggetti pubblici estenderanno il confronto alle comunità locali e raccoglieranno suggerimenti e proposte che il Ministero valuterà per la redazione dell’atto finale. A quel punto i Consigli comunali e provinciali deliberanno il testo finale che quindi andrà alla firma del Ministro. L’obiettivo della Provincia di Ascoli, soggetto capofila dell’accordo, è di concludere l’intera procedura entro l’autunno, in tempo per lanciare, in vista dell’estate 2007, una campagna nazionale di comunicazione per presentare ai potenziali ospiti questa nuova grande esperienza di sviluppo sostenibile del territorio: una campagna che punterà decisamente ad attrarre quella fetta crescente di turismo alla ricerca di vacanze che coniughino ambienti sani e tutelati e buoni piaceri della vita.
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