SCONFITTE ANNUNCIATE E MERITATE.
Riflessioni del Politico Solitario Sto provando dolore e sconforto nell’assistere impotente alla disfatta di una straordinaria esperienza politica, ideata e creata da un uomo straordinario e unico di nome Silvio Berlusconi, cioè “ FORZA ITALIA “. Sono stato uno dei pochi che invitò Silvio Berlusconi a scendere in politica. Lo feci con una lettera di incoraggiamento inviatagli in data 04 dicembre 1993. Ero e sono convinto che è l’unico uomo capace di fermare il comunismo e dare un volto più moderno e più efficiente al nostro Paese. Sono passati quasi due anni dalla vittoria della C.D.L.. Il Governo, pur tra mille difficoltà per la crisi economica mondiale e per una opposizione perennemente impegnata a seminare odio, a mistificare la verità che gioca al tanto peggio tanto meglio, ha lavorato abbastanza bene. Ma quello che è sconvolgente è la classe dirigente locale di “FORZA ITALIA”. Da esterno osservatore e appassionato di politica, ho avuto ed ho la sensazione che “FORZA ITALIA” non è un partito, ma un club di belli e di bulli che litigano tra di loro. Questa classe dirigente priva di intelligenza e saggezza politica, priva di sentimenti e passione civile, non è in grado di valutare le forze e le debolezze dell’avversario, non è in grado di sfornare idee e programmi per neutralizzare le armi dei Comunisti & C.. Ho cercato un incontro con un vero responsabile del partito per proporre delle idee e iniziative, dalla fine di agosto dell’anno scorso a tutt’oggi ( 7 mesi ), dopo ripetute telefonate in segreteria regionale non ho avuto riscontro. Un partito di Governo e di maggioranza relativa nel Paese, senza una base solida e convinta dei traguardi da raggiungere, senza una base che segue le vicende politiche con entusiasmo e passione, è destinato a continue sconfitte. “ FORZA ITALIA “ si può paragonare ad una sorgente di acqua buona in alta montagna, ma avendo le condutture non igieniche, quell’acqua arriva nelle abitazioni inquinata. Per dissentire a questa deprecabile situazione, non mi resta altro che disertare le prossime scadenze elettorali. Tarcisio Moroni Ancona, 24.03.2003
Editoriale, 2006-02-20
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