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Blood Diamond, locandina |
"Blood Diamond" di Edward Zwick
Il 2006 del cinema ha confermato promesse che non hanno deluso, tenendo alte le aspettative per questo nuovo anno che si preannuncia ricco di grandi produzioni. Ultima della lista in ordine di tempo Blood Diamond, il nuovo film di Ed Zwick, e che vede protagonista un inedito DiCaprio, una volta tanto lontano dalle macchine adottive di Scorsese. Luogo d’azione è l’Africa, terra umiliata nella dignità perduta. Storia e trama (che seppur nobilitate dal proposito della tematica, restano pur sempre parte di una pellicola d’azione), sono invece segnate dalle vicende tra Danny Archer (DiCaprio), contrabbandiere di diamanti durante la guerra civile in Sierra Leone negli anni ’90, e Solomon Vandy (Djimon Hounsou), un pescatore tragicamente separato dalla famiglia dopo le incursioni nel paese del Fronte Rivoluzionario. Il destino porterà all’incontro tra i due, acceso da interessi contrapposti eppure rivolto alla centralità di un diamante rosa di dimensioni notevoli e di altissimo valore. I tentativi di ricerca e le vicende che si snoderanno attorno alla pietra preziosa saranno inoltre infoltiti da Maddy Bowen (Jennifer Connelly), idealistica giornalista americana che non mancherà di tracciare sdolcinatezza e sentimento all’interno della storia. A reggere il tutto, tentando di dare un senso ad un affronto del film probabilmente fin tropo usuale, l’implicito dito puntato contro commerci illegali, finanziamenti macchiati di sangue e principi umani sacrificati al gioco dell’utile e del produttivo.Forte di un montaggio certamente d’effetto, quasi ad essere documentaristico, se non altro per il proliferare di immagine e materiale fotografico autentico, il film non riesce però a mio parere nel pieno compito preposto. I canoni classici dei personaggi, le eventualità fin troppo previste da un impianto di sceneggiatura forse troppo retorico e lineare, non lo pongono certo come un’opera magna, ma come detto probabilmente più si lascia alle spalle lodevoli sensazioni per l’importanza della tematica, per lo meno tentata e che non può comunque non invitare alla meditazione, ad una responsabilizzazione del consumatore (di qualunque consumo si tratti). Parte viva del pensiero del film è infatti la volontà di affrontare ancora una volta il continente umiliato, vederlo in uno dei molteplici aspetti che determinano la sua tragedia, i diamanti di sangue, o meglio l’illegalità che sotto la circolazione di essi si nasconde agli occhi ciechi del mercato, che ancor più rende ricco di povertà il paese nero, piegato dalla disonestà del grande Monopoli globale.Insomma, dando per ovvia la capacità di DiCaprio (sicuramente non in una delle sue interpretazioni prime, ma certamente una delle più particolari, che ancora una volta lo rende malleabile e duttile a gestire le maschere più svariate), l’importante di questo film è forse solo (o quasi) la consapevolezza di un tema poco affrontato eppur allo stesso modo parte di quei vizi umani celati sotto il falso nome del commercio. Carrellate di scene sanguinose (forse fin troppo lavorate con inquadrature degne di un Bad Boys) e scenari intramontabili di una terra tormentata. I bambini che sparano ciechi, addestrati innocenti e drogati dall’orrore. Zwick ci prova, ma forse non è facile fotografare i corpi violentati dalla nostra politica spietata.
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Alex Urso
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Recensioni |
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il 24 Feb 2007 alle 11:23 |
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