ANCONA - Circa il 35% dei lavoratori europei ritiene che il proprio lavoro stia danneggiando la salute personale. All’interno della Regione Marche il quadro contiene più luci che ombre: il lavoro è associato ad esperienze positive, le quali, per la maggior parte dei dipendenti, prevalgono su quelle negative.
E’ questo un aspetto emerso dal convegno che si è svolto questa mattina ad Ancona, dal titolo “Rischi psicosociali nei luoghi di lavoro: valutare, prevenire e contrastare il fenomeno mobbing. L’esperienza della Regione Marche”.
Nel corso del convegno, organizzato dall’assessorato regionale alle Pari Opportunità, sono stati infatti illustrati i risultati di una ricerca condotta nel 2007 sui dipendenti della Giunta e del Consiglio regionale, promossa dal Comitato Paritetico sul fenomeno del Mobbing della Regione Marche, dal Datore di Lavoro della Giunta regionale e dalla Scuola regionale di formazione della Pubblica Amministrazione, e curata dall’Università degli Studi di Trento, Dipartimento di Scienze della Cognizione e della Formazione.
“E’ con grande attenzione – ha detto, aprendo i lavori, l’assessora alle Pari Opportunità, Loredana Pistelli – che la Regione guarda al fenomeno del mobbing e del disagio lavorativo. Per la prima volta viene affrontato in maniera scientifica un tema molto delicato”.
Ma cos’è il mobbing? Un fenomeno a molte facce; non si sa quanto sia diffuso perché è difficile misurarlo. Certo è che è legato ai fattori di rischio relativi alle condizioni psicosociali di lavoro. Su questi si è concentrata l’indagine svolta dalla Regione Marche.
“Questi rischi – dichiara Pistelli – riguardano modalità inadeguate di ripartire compiti e responsabilità, difficoltà personali a gestire un carico di lavoro sotto o sovradimensionato, conflittualità interpersonali, aspettative irrealistiche dei lavoratori, problematiche relative alla conciliazione tra impegni familiari con quelli lavorativi o viceversa”. Le conseguenze possono essere negative sia per la salute dei lavoratori ma anche per il funzionamento dell’organizzazione lavorativa stessa.
All’indagine, svolta attraverso un questionario anonimo autocompilato, hanno partecipato 818 lavoratori in posizione non dirigenziale. Dai risultati emerge che il rischio di andare incontro a fenomeni di mobbing esiste ma questo riguarda una minoranza di dipendenti (circa il 5%).
La Regione Marche ha intrapreso una serie di azioni per contrastare il fenomeno del mobbing, a partire dalla costituzione nel 2004 dell’apposito Comitato, a cui sono seguiti la stesura di un codice etico, uno sportello di ascolto, la nomina di un consigliere di fiducia e di un consulente psicologo. “Tutto questo – ha continuato l’assessora Pistelli – pone la nostra Amministrazione all’avanguardia nel panorama delle organizzazioni nazionali per quanto riguarda la prevenzione dei rischi di tipo psicosociale”.
I dati dell’indagine hanno inoltre indicato che una percentuale di lavoratori (circa il 65%) ha provato soddisfazione lavorativa durante l’ultimo mese di lavoro e che oltre il 75% di loro si è sentito a proprio agio nello stesso intervallo di tempo. “Ciò suggerisce – spiega Pistelli - che l’esperienza del benessere è non solo possibile ma anche reale. I segnali di disagio all’interno dei luoghi di lavoro vanno comunque colti per far sì che si creino condizioni di lavoro migliori per poter espletare la propria attività. Questo è il nostro obiettivo: garantire una condizione almeno accettabile di benessere lavorativo sperimentato da tutti i lavoratori, senza distinzione di genere, età e abilità”.