Human Rights Nights Film Festival 2007
Quando l’arte si fa serva per l’aiuto di noi; quando tenta un compito d’esserci vicina ad aprire gli occhi escludendo, una volta tanto, la trascendenza di un messaggio più su del mondo, ed abbassandosi invece alla semplicità di un chiaro sprono a svegliarci, a stare con i piedi a terra, e vedere cosa non và intorno. È il caso di Human Rights Nights, festival di cinema e arti dedicato ai diritti umani (promosso dalla cineteca di Bologna, Comune di Bologna ed Università di Bologna) che avrà luogo a Bologna e a Forlì dal 12 al 20 aprile 2007. Giunto ormai alla sua settima edizione, l’obiettivo di questa manifestazione è chiaro: creare un percorso artistico esemplare, tra musica, teatro, fotografia ed ovviamente cinema, indirizzando lo spettatore verso un’apertura sul mondo, su problematiche sempre diverse e comunque attinenti alla volontà del rispetto dei diritti umani. Il festival internazionale cinematografico presenta infatti registi che usano la propria videocamera o cinepresa come strumento di “resistenza visuale” per un mondo più giusto, nel tentativo di produrre una comunicazione forte e tesa a tematiche sociali.Il tema di quest’anno è Migrazioni e Diversità. Tanti ed importanti i lavori in concorso, provenienti da tutto il mondo; prestigiosi i nomi che, dietro quelle proiezioni, nascondono la popolarità all’urgenza di un contributo civile: Spike Lee, con il suo “When the Levees Broke”, sull’alluvione che ha sommerso la città di New Orleans in seguito all’uragano Catrina; George Clooney, con “Journey to Darfur”, girato dall’attore americano in Sudan; Michael Winterbottom con “The Road to Guantanamo”, ed altri. Ulteriore stimolo all’iniziativa verrà inoltre dato da dibattiti e discussioni che affiancheranno l’evento, con artisti, esponenti delle istituzioni e del mondo accademico, attivisti dei diritti umani e giornalisti, creando un itinerario sociale e culturale che avrà il suo cuore nella competizione finale che premierà il miglior film documentario lungometraggio e il miglior cortometraggio. Il Novecento come secolo di migrazioni dunque. Un secolo di esodi e partenze, quelle di oggi come di ieri, messe a confronto da questo festival nelle loro condizioni storiche differenti, ma pur sempre accomunate da un unico ed universale desiderio comune: quello di libertà e di riscatto sociale
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