La sindrome cinese
" La sindrome cinese " è il titolo di un famoso film degli anni 70', in cui si ipotizza che, fondendosi il reattore di una centrale nucleare, l'energia sprigionata avrebbe fatto fondere il terreno sottostante, provocando un buco che sarebbe arrivato alla parte opposta del globo, in Cina appunto. Ma oggi, " la sindrome cinese " significa ben altro. Siamo rimasti stupefatti tutti quanti per gli incredibili progressi economici e sociali della Cina negli ultimi anni, dopo la lunga ed arcaica dittatura di Mao Tse Tung. Il Paese Celeste si è finalmente svegliato dopo secoli di isolamento e di stragi efferate, con una gran voglia di vivere e di cambiare che tanto ricorda la nostra Italia del dopoguerra e del miracolo economico. Sono sorte, come funghi, migliaia di fabbriche, grattacieli e di manufatti di ogni tipo. Poco contava la vita e l'incolumità dei lavoratori sottopagati, l'inquinamento, la repressione a minoranze etniche e religiose. Il comunismo affaristico del P.C.C. ha liberalizzato i visti, accettato qualsiasi tipo di commesse ( in Cina c'è una fabbrica che produce il 90% degli accendini "usa e getta" del globo) , permesso un arricchimento individuale inimmaginabile ai tempi della rivoluzione culturale. Ma come è aumentato il numero dei nuovi ricchi, così è aumentato il numero dei vecchi poveri ( specie se contadini ) spiazzati e non più tutelati dal paritario socialismo reale. Questa furia consumistica ricorda l'illusorio tentativo di riscatto dei Malavoglia di Giovanni Verga : il destino sembra avverso ai cinesi come lo è stato per i Malavoglia. I cinesi, bravissimi a copiare il lavoro degli altri ( circolano pseudo- Ferrari con gli interni di una 500 ), fanno economia su materiali, tecnica e manodopera : solo così possono spiazzare la concorrenza sul mercato mondiale. Detti prodotti non brillano per qualità : maglie che si stingono, giocattoli realizzati con sostanze tossiche, orologi usa e getta, ecc. La scarsa qualità dei prodotti industriali è la stessa scarsa qualità costruttiva degli edifici pubblici e privati. Come le camicie cinesi si stingono dopo un solo lavaggio, così sono crollati palazzi e speranze nel recentissimo terremoto nel sud della Cina. L'effetto psicologico del sisma è infinitamente superiore all'effetto economico ed allo sgomento per così tanti morti. I cinesi si sono accorti, all'improvviso, che il loro sogno consumistico aveva i piedi di argilla. Che non basta produrre e consumare di più per cambiare la propria vita. Anche noi, così, dobbiamo riflettere prima di trasferire tutte le nostre fabbriche in un paese, la Cina, che si dimostra così fragile dietro grattacieli e prime utilitarie.
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