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Imago, inaugurazione 060907 |
Imago
2007-09-06 - I soggetti: un fotografo, Fabio Pentori, originario di Roma ma da quattro anni trasferitosi a Cancelli; uno psicologo-psichiatra, il dottor Mario Pettinelli; due educatori; dieci pazienti affetti da disturbi psicotici cronici, ossia l’equivalente del Progetto denominato “Imago” messo a punto dall’Asur Zona Territoriale 6, dal Centro Diurno del Dipartimento di Salute Mentale e dal Servizio Sollievo. Il tutto, tradotto concretamente, è stato fatto conoscere giovedì 6 settembre nello spazio espositivo dell’Oratorio della Carità dove è stata allestita la Mostra antologica intitolata “Imago” ricca di ben trenta foto e “frutto di una accurata scelta su 329, molto coerente dal punto di vista emotivo decisa dagli ospiti del Centro” è il commento di Pentori. Quest’ultimo ha ringraziato i vertici della Zona 6 dell’Asur, gli assessori del Comune di Fabriano Ruggeri e Paoletti ed in primis gli attori coinvolti oltre che i tanti cittadini presenti alla cerimonia d’inaugurazione della Rassegna, che credo, s’è conclusa troppo presto in quanto potrebbe essere posta a disposizione di visite e riflessioni almeno da parte delle Scuole Superiori. L’obiettivo della manifestazione: avvicinare al linguaggio fotografico persone affette da problemi psichici con uno specifico corso adatto alle loro esigenze, tenuto dallo stesso autore della mostra in collaborazione con il Centro Diurno a da attuare con il ricavato della vendita (per l’acquisto di materiale tecnico-fotografico ndr) delle foto esposte. “Il progetto – è stato detto – vuole insegnare ai pazienti un altro linguaggio per raccontarsi, ricordare e condividere le loro esperienze e creatività”. Emblematica, in questo senso, la chiave di lettura dell’opera con cui è stato realizzata la locandina di “Imago” intitolata “L’attesa”. Provo a raccontarla, anche se è difficile farlo. Sullo sfondo sfocato una finestra con persiane aperte e una mensolina con piante e fiori. C'è una porta con luce all'interno, piante a destra e a sinistra piante di Rosa, tutto intorno è bianco, sembra di pietra, color sabbia sono le mura. La finestra è grigia. A sinistra c'è una porta antica con chiavistello mancante. Ci sono due cilindri dove si infilava il chiavistello. Il legno è tarlato, rovinato. A destra e più scuro. Di legno massiccio, intarsiato. Il portone è vecchio e la parte interna del portone ha una maniglia con due ganci o bulloni. A sinistra non c'è una finestra ma una porta, altrimenti ci sarebbe il vetro. La giornata è di sole e c'è una luce dentro la finestra. Ebbene, ecco quali titoli hanno dato gli ospiti del Centro Diurno a questa immagine: la libertà, ritorno nel passato, la porta che dà sulla finestra, paesaggio solare, il portale, finestra, la porta e la finestra e infine il titolo scelto, appunto “L'attesa”. Dunque “una lunga fase di confronto sulle foto” è stato spiegato “considerate, in questo caso, come svago ed ancora di salvezza nell'affrontare quotidianamente i problemi comunicativi tra pazienti e persone che li circondano, condividendone il percorso di apprendimento, favorendone socializzazione e linguaggio espressivo, migliorarne l’autostima, esercitarne le funzioni cognitive, l'attenzione selettiva, la memoria visiva e di lavoro. Il corso guidato da Pentori – s’è tenuto a sottolineare in conclusione – porrà attenzione al grado di apprendimento tecnico di composizione fotografica dei pazienti ma nel contempo punta ad esaltarne il loro estro creativo all’interno di tanti momenti riabilitativi individualizzati”. DANIELE GATTUCCI
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Cronaca e AttualitàSociale |
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il 08 Sep 2007 alle 08:35 |
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