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"Part-Monster" (Homesleep, 2007) |
Piano Magic “Part-Monster”
Etichetta: Homesleep Brani: The Last Engineer / England’s Always Better / Incurabile / Soldier Sing / The King Cannot Be Found / Great Escapes / Cities & Factories / Halfway Through / Saints Preserve Us / Part-Monster Produttori: Guy Fixsen
Glen Johnson sembra accreditarsi sempre più come uno di quegli artisti capaci di non sbagliare mai una mossa e in “Part-Monster” – nuovo album dei suoi Piano Magic, il primo pubblicato dall’etichetta bolognese Homesleep – crea un ibrido di dark, showgaze ed esplosioni distorte di chitarra a cui risulta particolarmente difficile restare indifferenti. Il primo nome che viene in mente è quello dei My Bloody Valentine, al cui capolavoro “Loveless” Johnson sembra puntare deciso, omaggiandolo anche nella scelta dello stesso produttore artistico (Guy Fixsen). L’album inizia in maniera travolgente. I primi due brani, così belli e così diversi tra loro, potrebbero far andare d’accordo i fanatici degli Anni Ottanta e dei Novanta come poche altre cose in circolazione. The Last Engineer, come una messa nera, avvolge e sconvolge: abbandonarvisi potrebbe significare annullamento dei sensi e trasfigurazione onirica. Musicalmente scurissimo, è il brano che più esaspera il lato dark della band, con un giro di tastiere che lo chiude in modo sontuoso e definitivo. Si entra in un mondo di bellezza fragile, non meno cupa, ma ammorbidita da un arpeggio di calma sulfurea e da contaminazioni ambient che fanno pensare agli ultimi Pink Floyd, con la successiva England’s Always Better. Poi è un alternarsi di incubi barocchi e sincopati e agghiaccianti distese di fumo. The King Cannot Be Found e Saints Preserve Us salgono vertiginosamente di tono, in esse l’estetica dell’elettronica e i richiami ai diversi maestri del genere (Dead Can Dance, Depeche Mode, New Order) si sposano con un grande dinamismo ritmico e con dilatazioni a base di rumore bianco. Altrove le chitarre sono indolenti e le melodie aggraziate (Soldier Song, Cities & Factories). Nell’uno e nell’altro caso la bellezza formale tradisce ricadute malinconiche e depressioni che fanno sinfonie saturate e ricalcabili su ogni cuore predisposto all’ascolto della sua metà più buia. Facendo sue suggestioni cinematografiche che vanno dall’“Elephant Man” lynchiano al recente Nolan di “The Prestige”, “Part-Monster” riesce a far di ogni canzone un frammento di incubo anche quando, con la title-track, offre un commiato di delicatezza impalpabile, con le voci di Johnson e di Angele David-Guillou che giocano a sfuggirsi. Il tempo parlerà per loro ma l’impressione a caldo è che i Piano Magic abbiano detto la parola definitiva su cosa voglia dire suonare dark-rock nel nuovo millennio.
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Pierluigi Lucadei
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Recensioni |
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il 19 May 2007 alle 19:06 |
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