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Bertinotti

SarkoRifondazione

di Lucio Garofalo

Si è ufficialmente costituita la SarkoRifondazione, ovvero la Rifondazione nazionalsocialista, guidata dal “saggio” dottor Berty, Nichi e Milziade, i tre "valorosi moschettieri" del Re-alismo e dell'opportunismo "rosso"... Rosso dalla vergogna! Come vergognosa e ripugnante è la campagna xenofoba di istigazione all'odio razziale e di classe, scatenata dalla stampa di regime (centro-destra e centro-sinistra borghese in coro), che sta producendo i primi risultati riconoscibili in particolare nella rappresaglia di stampo squadrista contro i rumeni, e in generale in una vera e propria “guerra interna tra sottoproletari”: rom contro rom, rom slavi contro rom rumeni, a loro volta questi contro rom italiani, ancora rom contro gli abitanti delle periferie metropolitane, e via discorrendo. Ho letto l'intervista rilasciata sul quotidiano La Repubblica dal senatore Milziade Caprili in merito alla vicenda rom. Può un alto rappresentante del PRC (ricordo che trattasi di un senatore della Repubblica italiana, per l'esattezza del vicepresidente del Senato), esponente di un partito della cosiddetta "sinistra radicale", da sempre schierato (evidentemente solo a chiacchiere) dalla parte dei deboli e degli oppressi, pronunziare parole così demagogiche e populiste - "la sinistra deve ritrovare una connessione sentimentale con il proprio popolo" -, esprimendosi come un volgare e comune forcaiolo, quasi peggio di un leghista? Ecco un'altra frase-"capolavoro" degna di un qualsiasi demagogo razzista: "gli altri (rom, ndr) che non hanno reddito dovrebbero essere, nel rispetto di tutti i diritti della persona (e ci mancherebbe pure) rimandati in Romania". In base a simili ragionamenti è possibile giustificare persino le storiche deportazioni di massa eseguite a danno degli immigrati italiani giunti nell'America degli anni '20 del secolo scorso, quando alla guida del governo federale c’era il presidente Woodrow Wilson. Colui che istituì la segregazione razziale nel paese, per la prima volta da quando Abrahm Lincoln avviò la desegregazione nel 1863. Tornando all'Italia del 2007 e alle dichiarazioni rilasciate dal senatore "comunista", confesso che in tale intervista ho letto solo un passaggio davvero condivisibile, in quanto corrisponde a un dato di fatto assolutamente innegabile ed incontrovertibile: “I campi (rom, ndr) non stanno nei quartieri bene, ma nelle periferie". Giustissimo! E allora, cosa si dovrebbe fare? Deportare in massa i nomadi? E dove? Espellerli e rispedirli al mittente, ossia nella madre patria (anzi, matrigna) che prima li ha emarginati, perseguitati, maltrattati ed espulsi, ed ora li "difende" solo perché non vuole riprenderseli? Ma che fine hanno fatto i principi di "accoglienza", “integrazione”, "tolleranza", "giustizia" e quant'altro ancora, che da sempre hanno caratterizzato ed ispirato le posizioni politicamente corrette della sinistra? Oggi quei contenuti ideali sono disprezzati come "arnesi vecchi", anacronistici, quindi da rottamare. Quei proclami (tuttavia utili in campagna elettorale) sono andati a farsi benedire in funzione di squallidi interessi di opportunismo elettorale e in nome della salvaguardia a tutti i costi di un governo che ormai ha un sapore più sinistro (nel senso di losco, nefasto, orrido) che di sinistra. Quegli assiomi sono stati ancora una volta traditi, calpestati e cancellati, come è accaduto ad altri valori e comportamenti che appartengono da sempre al corredo ideale e al patrimonio storico-culturale della sinistra, intesa non solo come "sinistra radicale", ovvero "estrema", bensì come forze politiche tradizionalmente legate all'arco costituzionale e parlamentare borghese. Partiti che ormai sono approdati (a proposito di “ap-Prodi” e "migrazioni politiche") nel Partito Demo(n)cratico, di cui avevo già previsto da tempo l'involuzione in senso sicuritario e xenofobo. Una metamorfosi  che ormai si è manifestata chiaramente e concretamente (non solo attraverso i sindaci-sceriffi di centro-sinistra), ma che purtroppo sta contagiando anche gli ambienti di quella "sinistra" che non si riconosce nel veltronismo. Infatti, benché intelligenti (almeno si presume che lo siano), il senatore Caprili e gli altri esponenti del PRC schierati apertamente su posizioni difformi rispetto alla linea assunta da Piero Sansonetti, direttore del giornale Liberazione (che è o no l'organo ufficiale di Rifondazione?), si stanno facendo suggestionare e turlupinare dalla campagna xenofoba e razzista condotta negli ultimi giorni dalla stampa borghese. Detto francamente, ho provato solo sentimenti di orrore, disgusto, rabbia e indignazione nel leggere quelle dichiarazioni, rilasciate oltretutto da un soggetto che osa definirsi "comunista"! Mi domando, dunque, quale senso e quale valore rivesta ed esprima ancora tale concetto per taluni sedicenti "compagni", nella fattispecie per un senatore del PRC-Sinitra Europea, nonché vicepresidente del Senato della Repubblica. Siamo ridotti davvero molto male! Ormai bisogna prendere piena coscienza della metamorfosi "faustiana" che si sta compiendo in alcuni settori del PRC, investendo in modo particolare alcuni suoi esponenti ad altissimo livello. Una mutazione regressiva che si sta spostando addirittura sul versante antropologico-culturale e morale, direi anche sul piano psicologico-emotivo, oltre che sotto il profilo ideologico e pratico-politico. In questo caso l'involuzione si è già consumata da tempo.


 Redazione 

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