AngellottiAppunti: a proposito della Giustizia
25/02/2009 - Il lodo Alfano, gli stupri “stranieri” di massa, i nuovi grandi casi giudiziari (come quello di Erba), alcune discusse sentenze, un Presidente del Consiglio impegnato in un duello mortale con la Magistratura. Sembra che, nei mass-media, si parli unicamente della questione giustizia, questione di certo più semplice e rassicurante rispetto alla ben più grave ed irrisolvibile questione economica. E se si montasse la questione giustizia proprio per distrarre l’Opinione Pubblica dai gravissimi problemi dell’economia? Berlusconi, confrontandosi con l’Ordine Giudiziario, prende due piccioni con una fava. Innanzitutto sfugge alle tantissime inchieste giudiziarie che pendono sulla sua testa (statisticamente, è mai possibile che non ce ne sia, almeno una fondata?). In secondo luogo, buttando ad bestias i magistrati (a suo dire responsabili di tutti i problemi di Italia), scarica su altri i suoi errori ed orrori. Di sicuro la Magistratura, in questo composta da uomini, non è perfetto. Ma errori e pecore nere interessano una minima percentuale della Magistratura. Nella stragrande parte dei casi, i magistrati italiani, stretti in un mare di cause in corso alle quali va applicata una normativa in continuo cambiamento, svolgono con onore e spirito di sacrificio il loro altissimo compito. Possono far storcere il naso certi loro atteggiamenti, possono sembrare eccessivi i loro lauti stipendi (i commessi di Montecitorio guadagnano poco di meno senza far nulla), ma sono (i magistrati) l’unico baluardo perché la Gente Comune possa difendersi da potenti e prepotenti. «Ci sono dei giudici a Berlino» diceva il mugnaio ingiustamente espropriato da un Federico I° di Prussia. Noi ci accontenteremmo che ci fossero dei giudici a Roma. Giuseppe Angellotti
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