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“Tutti contro tutti” (La Tempesta/Universal, 2007) |
Giorgio Canali e Rossofuoco “Tutti contro tutti”
Etichetta: La Tempesta Brani: Verità, la verità / Falso bolero / Alealè / Piccoli mostri crescono / Non dormi / Swiss Hide / Canzone della tolleranza e dell’amore universale / Settembre, aspettando / Comequandofuoripiove / Il ballo della tosse Produttori: Giorgio Canali e Rossofuoco
Se avete presente il volto di Giorgio Canali (CSI, PGR), le guance scavate, la fronte accartocciata, lo sguardo orgoglioso e profondo, il ghigno beffardo, sappiate che “Tutti contro tutti”, suo quarto album solista, gli somiglia molto. Duro, caustico, Giorgio Canali, per gli standard della nostra società e del nostro establishment discografico, è scontroso fino all’imbarazzo. Nelle dieci nuove canzoni non fa altro che attaccare senza pietà, non si tira mai indietro, rivendicando il diritto all’odio, alla scorrettezza, pur di non intaccare la propria coerenza e la propria dignità. E dio lo benedica. “Tutti contro tutti” è un disco, pare, registrato in un impeto di ribrezzo per tutto ciò che ci circonda. Facce da cretini, falsi pudori, false verità, proibizionismi, sbirri, piccoli mostri, piccoli uomini, ultrà, vip, nessuno si salva dal rogo elettrico appiccato da Canali.
Il brano d’apertura (Verità, la verità) è uno dei più feroci attacchi al sistema mai sentito alle nostre latitudini. La dedica esplicita è per Federico Aldrovandi, diciottenne emiliano morto un paio d’anni fa in circostanze poco chiare dopo essere stato fermato dalla polizia. Quando Canali canta «non so se ho dentro tutta la rabbia che mi sento/…/non so se mettermi a sparare, spararmi o fingermi morto» è impossibile non sentire un brivido risalire su per la schiena. Non dormi suona come un guardare in faccia il vero problema dell’essere religiosi in Italia, quell’affidarsi al trascendente per pigrizia o conformismo («cadere nello stesso sonno profondo/della gente perbene/…/la gente nel silenzio cerca dio/gli occhi persi nel blu»). Canzone della tolleranza e dell’amore universale è una ballata sonica in cui, a dispetto del titolo, si respira dall’inizio alla fine la sensazione sgradevole di ospitare la fine del mondo a casa nostra. Settembre, aspettando è una canzone dei Noir Désir sulla guerra jugoslava che Canali canta con un testo adattato in italiano che ben si sposa con il resto della scaletta. Ospite, nel ritornello, l’armonica di Bugo. Il ballo della tosse ha un ritornello quasi pop. Se non si prestasse ascolto al testo, ci si potrebbe quasi danzare sopra. Il problema è che il testo si fa sentire eccome, impossibile da ignorare. Come fare a disporsi al sorriso e alla danza quando un pezzo inizia con «ho il passo di chi va lasciato in pace/dietro gli occhiali intuisci il fuoco» e continua con un non meno inquietante «ho la faccia di chi va lasciato stare/nel suo angolo a morire in pace».
Giorgio Canali ha quasi cinquant’anni e ha vissuto tutte le stagioni di quello che veniva chiamato ‘nuovo rock italiano’. Bene, uno così potrebbe essere appagato o perlomeno scrivere canzoni pacificate. “Tutti contro tutti” è la dimostrazione di una voglia di combattere che è difficile, troppo difficile da placare e di come spesso i vecchietti, quanto a coraggio, facciano ancora le scarpe alle giovani leve.
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Pierluigi Lucadei
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Recensioni |
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il 11 Oct 2008 alle 23:03 |
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