2007-04-02 - Domani, martedì 3 aprile, 11.30 nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze della Formazione (contrada Vallebona) primo appuntamento con il corso di “Educazione alla salute” organizzato dall’Università di Macerata in collaborazione con la Zona territoriale 9 dell’Asur. L’ingresso è libero per studenti e tutti gli interessati. E’ già possibile segnalare la propria partecipazione compilando la scheda on-line all’indirizzo www.unimc.it. Si replica domani, stesso programma e stesso orario, nell’Aula Magna della Sede centrale - Facoltà di Giurisprudenza.
Luciano Latini, direttore dell’Unità oncologica dell’Ospedale di Macerata insieme al dottor Giovanni Benedetti dello stesso reparto e alla dottoressa Alessandra Pierantoni si confronteranno con i presenti su temi come: dalla fantascienza alla scienza, dalla paura alla serenità, contraccezione e sessualità, pap-test e autopalpazione.
Il secondo incontro è per giovedì 12 aprile sempre alle 11.30 nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze della Formazione con replica il giorno successivo stesso orario nella Sede centrale. Questa volta si parlerà dello stile di vita e dell’importanza dei programmi di prevenzione. Per maggiori informazioni, Ufficio Relazioni Esterne, telefono 0733.2582822, rel.esterne@unimc.it.
Intervista a Luciano Latini
“L’età tra i 18-19 anni e i 23-24 anni è il periodo migliore per formare un bagaglio di educazione alla salute”.
Luciano Latini, direttore dell’Unità oncologica dell’Ospedale di Macerata, quasi si accalora nel parlare del primo corso di “Educazione alla salute” organizzato dall’Università di Macerata in collaborazione con la Zona territoriale 9 dell’Asur.
Quanto bisogno c’è di iniziative del genere?
“Tantissimo. Ho un progetto in testa, ambizioso e superbo: già a partire da questa età dobbiamo creare una cultura diversa verso l’oncologia e i pazienti oncologici. Quando si parla di questo argomento, viene in mente una specie di foto: il paziente, a letto attaccato al respiratore, con i parenti intorno e niente che si possa fare. Bisogna cambiare la foto di questa carta di identità – ribadisce con energia il dottor Latini -. E sono i giovani che, all’interno di una famiglia, possono essere il motore ottimistico, la voce per dire: ‘Le cose sono cambiate’”.
Sono stati fatti molti progressi in questo campo?
“Dalla fantascienza si è arrivati alla scienza, che deve essere più umana. Vi ricordate “Viaggio allucinante”, un film di 40 anni, che mostrava un gruppo di medici ridotti a dimensioni microscopiche entrare nel corpo di un uomo per salvarlo da un embolo? Ebbene, oggi ci sono molecole che, iniettate, riconoscono le cellule “cattive” dalle “buone” distruggendo le prime. Oggi queste evoluzioni ci hanno permesso di passare dalla sofferenza alla serenità: più del 50 per cento dei malati oncologici guariscono o sopravvivono per periodi molto lunghi”.
Come ha portato avanti, finora, questo suo progetto?
“Anche con una serie di congressi. Abbiamo iniziato nel 2004 a parlare di “paziente oncologico guarito”. Nel 2005 ci siamo occupati della famiglia. Nel 2006 della possibilità di progettare un figlio dopo un cancro e la chemioterapia. Vi rendete conto di che messaggio forte è questo? Dobbiamo pensare all’esperienza di una paternità o una maternità. Ed è a questa età, quella degli studenti universitari, che bisogna dire queste cose. E il prossimo congresso sarà dedicato alle discriminazioni dei malati sui luoghi di lavoro, nella società”.
Di cosa si parlerà durante questi due appuntamenti all’Università di Macerata?
Si spiegherà cos’è il pap test, quando iniziare a farlo; si parlerà della contraccezione, il 50 per cento delle ragazze la fanno con la pillola dell’amica, che a sua volta la usa perché consigliata da un’altra amica. E ancora, quando cominciare l’autopalpazione al seno, i problemi sessuali, la presenza di eventuali perdite: sono cose che vanno discusse. Possono essere niente o piccoli allarmi che richiedono una visita ginecologica. Questo riguarda la prima parte del corso. La seconda sarà dedicata all’alimentazione, ai danni da fumo, alla possibilità di ricorrere allo screening. Insomma, messaggi molto semplici. Non vogliamo essere “cattedratici”.
Ripeterà questa iniziativa in futuro?
Vediamo come va. Se serve, e molto, va ripetuta, raddoppiata, triplicata. Io ci credo in queste cose.