MeconiAppunti
-Cari amici dell’ex Bilancio Partecipativo di Altidona Elezioni amministrative a Altidona. Pensavo di scrivere qualcosa sul loro esito. Vivendo fuori avevo difficoltà. In questi 4 giorni ho avuto modo di parlare, brevemente, con Arnaldo, Adriano, Pacifico, Andrea. Poi il Sindaco di Campofilone e il nostro Graziano. Conosco Rino e cosa pensa di Altidona più di tutti. Non ho avuto il bisogno di stuzzicarlo. Infine una litigata con Peppe e discussione sulla inadeguatezza del piccolo Comune Altidona sul sociale con Enzo Tirabassi e Maurizio. Infine una discussione con Mauro Marziali. Ho notato che la tensione è ancora alta. Ho anche notato che si comincia a pagare il non aver adeguatamente affrontato che per governare Altidona, come qualsiasi Comune, è fondamentale, oltre alle passioni, conoscere anche: 1) macchina comunale; 2) reali bisogni in base alla complessità della composizione sociale; 3) rapporti con Provincia, Regione e Stato (come dire anche con le forze politiche di riferimento degli altri Enti. La destra politica c’è eccome. Anche se la sinistra è scomparsa); 4) una precisa strategia sull’Unione Comuni Valdaso; 5) rivitalizzare una democrazia locale che, se ancora limitata al volontarismo del Sindaco e dei Consiglieri eletti, cioè sulla sola democrazia rappresentativa, siamo belli che fritti. Cioè passare a vere e proprie ‘flebo’. O i Comuni scompaiono. Passare a una democrazia partecipata (ne parla anche il nuovo Trattato dell’Ue). Ripartendo dai Quartieri e dal Bilancio Partecipativo. Con i Quartieri non solo ‘consultati’, ma che ‘decidono’ sulle priorità. Non solo non sminuiranno il Consiglio Comunale (come hanno temuto i Consiglieri precedenti che hanno affossato il Bilancio Partecipativo). Ma lo rivitalizzeranno. Visto che anche i Consigli Comunali sono diventati una specie di farsa. Sul che fare per rilanciare il Bilancio Partecipativo avete Rino, Pietro, Giovanni, Adriano, Flavia, Franco e tanti altri che sanno esattamente che fare. Graziano mi ha parlato delle prime ‘resistenze’ della piccola (non si direbbe) burocrazia comunale. Lavorandoci da 30 anni so che non sono mai piccole. E so anche che mi sono buttato sul Bilancio Partecipativo perché so che se senza la macchina non si fa nulla, è non meno vero che la sua valutazione, non astratta, ma reale, anche da parte del cittadino, è l’unica che possa democratizzarne la forza. Che da negativa deve diventare positiva. Di vero servizio al cittadino. Quanto sto passando con l’ufficio tecnico per la ristrutturazione della casa paterna mi ha dato la misura del non poco che si deve fare anche ad Altidona per democratizzare anche la macchina comunale. Anche ad Altidona è illusorio che la macchina possa autoriformarsi o che possano farlo i soli Sindaco, Assessori e Consiglio Comunale. Con il Bilancio Partecipativo Sindaco, Assessori e Consiglieri avranno dalla loro parte, e direttamente, anche i Quartieri e i rispettivi cittadini. Le burocrazie, se ben coinvolte, non solo non mettono paletti, come fanno oggi, ma lavorano meglio di qualsiasi privato. Sono più i cittadini che, avendo passato il primo maggio in un luogo improprio, e senza una bandiera rossa (almeno al primo maggio!), presso il depuratore comunale, ne hanno sentito le puzze. Quanti sanno che quel parco, ripetutamente esaltato dall’ex Sindaco, nasce da uno dei 3 “Accordo di programma” in cui il costruttore privato ha tratto utili e il cittadino puzze, virus e altro cemento? Ho anche cominciato a sapere che le lobby economiche locali, in primis i costruttori, hanno cominciato a mettere all’incasso gli appoggi elettorali dati.Vedi l’ipotesi di un’altra Altidona per “vip” sul monte. Sulla follia del cemento a partire dal cemento e non da chi vi abiterà Report docet. Anche per questo nell’altra lettera che vi ho mandato ho proposto un convegno su: “Valle dell’Aso: urbanesimo Sprawl e ristrutturazioni e recupero del patrimonio esistente”. Quanto potrebbero, e dovrebbero, fare, Quartieri, Amministratori e Costruttori, in base all’attuale Prg, opportunamente rivisitato non per nuove cubature, in tema di migliore vivibilità, servizi e risparmio oltre che del territorio anche energetico? Il solo tema dell’edilizia a risparmio energetico, base per il nostro futuro, dovrebbe e potrebbe appassionare tutti. Si sa di città, paesi, vedi Monsano (AN), e Province (Bolzano), che sul tema sono molto avanzate. Vedo genitori con bambini che non pensano al futuro. Sono tornato in città dopo oltre 20 anni. Mi ha spaventato, e mi spaventa, pensare, per dove è precipitata, cosa ne sarà fra altri 20 anni. Credo, con altri, che potrà aversi una specie di collasso. E mi spaventa vedere con quanta leggerezza qui ad Altidona, e a Pedaso, si sta andando nella stessa direzione. 5 maggio 2008 Luigi Meconi Cari amici dell’ex Bilancio Partecipativo di Altidona
Amici del Comitato per la tutela della Valle dell’Aso
“Valle dell’Aso: urbanesimo Sprawl e ristrutturazioni e recupero del patrimonio esistente” Ieri, sabato pomeriggio, ho avuto un lungo incontro con il nuovo Sindaco di Altidona, Graziano Paglierini. Su mia richiesta. Il motivo era avere dal Comune copia dei “chiarimenti” richiesti, e ricevuti, dalla Regione Marche, sulla domanda di ristrutturazione della casa paterna nel Centro Storico. Dico subito che il nuovo Sindaco, mentre è a tutti noto che alle ultime votazioni amministrative per Altidona mi sono astenuto perché moralmente, e politicamente, impossibilitato a votare per qualsiasi Sindaco che sarà, letteralmente, mio padrone (per il fatto, materiale, che lo stesso, azionista nel nostro caso della Ciip Spa per il servizio idrico, sarà uno degli azionisti della Assemblea della Ciip Spa), mi ha ricevuto e parlato con assoluto rispetto. Con le Spa il cittadino cambia: da proprietario a cliente. Scrivo anche al Comitato per la tutela della Valle dell’Aso perché io e Gianni Conte di Lapedona, entrambi membri di questo Comitato sorto a seguito dei casi di Lapedona per una Variante al Prg che mira a cementificare i migliori crinali e del caso dell’ampliamento dell’allevamento Monaldi che, almeno fin qui, ammorba i vicini, tra cui non pochi operatori turistici, stiamo scoprendo, ahimè direttamente, che non solo la nostra Valle soffre di cementificazioni Sprawl, o urbanesimo a dispersione, sistema di sviluppo urbanistico a costi, ampiamente studiati, economici e sociali più alti di quello che mira al recupero e, ove necessario, alla espansione, in armonia con un nucleo centrale, ma che si soffre anche per Amministrazioni che stanno andando vistosamente in direzione contraria alle logiche di ristrutturazione e di recupero. Dal Sindaco di Altidona ho avuto copia sia della richiesta di chiarimenti fatta il primo aprile 2008 a firma dell’ex Sindaco dott. Marco Talamonti e del Responsabile Area Urbanistica Geom. Stefano Postacchini. E la risposta del Dirigente della P.F. Pianificazione urbanistica della Regione, dott. Stefano Gavazzi. Dal momento che i punti di contrasto tra Comune e la mia richiesta di ristrutturazione, come emerge dagli scambi epistolari e dalla “comunicazione” del Comune del 17/03/2008 ai fini di “osservazioni” erano diverse: sopraelevazione, sottoelevazione, aumento di volumetria, incremento numero di piani, ampliamento piano terra, ci si aspettava un quesito alla Regione su tutte. Con stupore invece la nota del Comune ha toccato la sola “altezza”. Quindi, prendendo spunto da un parere giuridico già dato a partire dal mio caso dal dirigente regionale, chiude: “Tale richiesta si rende necessaria in quanto il dott. Meconi ha prodotto il parere allegandolo alla richiesta di ristrutturazione, P.E. 63/07, dando oltremodo per certa che il parere fosse specifico per la pratica del suddetto Meconi”. Con un “ha prodotto … dando oltremodo per certa…”, che, tolto dai contesti delle mie note, è semplicemente fuorviante. Il dirigente, si vedrà, si può dire che non c’è cascato. E’ del tutto ovvio che il dirigente, rispondendo, non può non dichiarare: “Tutti i pareri espressi da questa Posizione di Funzione, ivi compreso quello di che trattasi, hanno carattere generale…”. Quindi, ribadito che “nel parere in oggetto … quando l’altezza di un edificio risulta da una licenza edilizia …, questa non può essere rimessa in discussione sulla base di norme che sono entrate in vigore successivamente e che l’articolo 13 del R.E.T., come i corrispondenti articoli dei Regolamenti edilizi comunali ad esso adeguati, non hanno effetto retroattivo”, conclude, in modo ovvio per il principio di autonomia dei Comuni, dicendo: “le affermazioni … in ordine all’altezza dell’edificio non possono in alcun modo prevalere sulle valutazioni di merito che deve svolgere la struttura del Comune competente”. Come dire, a buon intenditor… Ma resta la stranezza del quesito. Le analogie tra il mio caso e le posizioni del tecnico del Comune di Lapedona, di cui ho studiato una per me ‘impossibile’ ordinanza di rimessa in pristino di un’opera di ristrutturazione edilizia in zona agricola, sembrano, rispetto alle norme urbanistiche più semplici, numerose. Da qui la mia proposta a quanti dell’ex Bilancio Partecipativo volessero e al Comitato per la tutela della Valle dell’Aso, magari con l’appoggio di Amministrazioni Comunali, di organizzare un incontro seminariale su: “Valle dell’Aso: urbanesimo Sprawl e ristrutturazioni e recupero del patrimonio esistente”. O simile. 5 maggio 2008 Luigi Meconi
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