MeconiAppunti: Imbottigliamento non di acqua, ma del popolo della montagna?
Al Sindaco di Arquata del Tronto Leggo su Il Carlino di ieri 30 novembre che i prossimi giorni l'ATO 5 Marche dovrebbe deliberare l'apertura a un socio privato per l'avvio di uno stabilimento per l'imbottigliamento di acque dei Sibillini. Non credo possibile che nessuna forza politica, nessun sindacato, nessun cittadino di buona volontà, abbia taciuto al buon Sindaco di Arquata del Tronto che la Ciip Spa, società a totale capitale pubblico, per l'articolo 13 della Visco-Bersani, non può stipulare nessun contratto societario con nessun privato e neppure nessuna società pubblica di altro territorio che facesse imbottigliamento. Peché per il comma 4 della legge questo contratto, in quanto "nullo", metterebbe tutti i Comuni membri dell'Ato, i rispettivi Sindaci o delegati deliberanti, i dirigenti che predispongono l'atto e i firmatari davanti a ipotesi di atto illegittimo per violazione di legge, eccesso di potere e sviamento. Cioè anche davanti a ipotesi di illecito. Un tempo, signor Sindaco, per fermare simili procedure, che oggi aprono immediatamente a contenziosi costosissimi, bastava un parere contrario di un povero Segretario Comunale. Una cosa simile oggi impossibile. Tutto è più veloce. Ma anche sempre più ingiusto. E peggio. Non penso però che il buon Sindaco di Arquata del Tronto si muova solo per campanilismo. Non penso cioè che sia come sembrerebbe. Penso, al contrario, che sia semplicemente un Sindaco dei nostri incantevoli monti che, fino a che il servizio idrico non era merce, ha donato, insieme alla sua gente, gratuitamente, per anni, le acque da loro meticolosamente custodite. Ora che l'acqua è diventata una merce, questo Sindaco e la sua gente trovano semplicemente intollerabile che ci stiano top manager, amministratori delegati, consigli di amministrazione, che si arricchiscono, mentre i suoi della montagna si impoveriscono. Il Sindaco di Arquata mi conosce e sa. Sono infinitamente grato a tutto il popolo della montagna per il bene che fin qui ci ha donato, l'acqua. Ma non credo assolutamente che il popolo della montagna guadagnerà altro che guerre se, entrando nel business dell'acqua come non bene collettivo e bene comune, ma merce, vorrà competere con multinazionali dell'acqua. Altidona 1 dicembre 2008 Luigi Meconi
|