Potrebbe essere davvero la sorpresa del box office italiano estivo (dopo aver sbancato quello americano) questo film a metà tra l’horror e il thriller, che inizia in maniera adrenalinica senza perdere eccezionalmente per strada quella tensione emozionale che contribuisce a renderlo molto interessante: “Vacancy”, termine usato nei motel della periferia americana per indicare la disponibilità di camere, è difficile da incanalare in un singolo filone cinematografico perché riesce a coniugare elementi ripresi da generi diversi risultando per questo un esperimento decisamente innovativo (e riuscito).
David ed Amy Fox durante un viaggio per le sperdute strade della provincia statunitense rimangono senza auto improvvisamente andata in panne: si imbattono per questo nell’unico e deserto motel della zona dove a malincuore decidono di passare la notte. Per smorzare il nervosismo evidente fra i due (la coppia è ad un passo dalla separazione a causa di un terribile lutto che l’ha colpita), Luke Wilson comincia a guardare la tv ed in particolare alcuni vecchi videotape presenti nella stanza; è un attimo e i due s’accorgono che gli orrendi film splatter fatti di orribili torture che stanno guardando sono stati girati proprio in quella stanza piena di telecamere nascoste: cercano allora di fuggire da quel piccolo e mal arredato inferno, ma una nuova registrazione horror è appena cominciata e loro ne sono gli attori protagonisti. Il gestore del motel e due suoi complici li assediano per farne le vittime del loro nuovo snuff movie ma David studiando le vecchie videocassette riesce a trovare un apparente via di fuga fatta di cunicoli sotterranei che si potrebbe rivelare però ben presto un brutale circuito mortale.
“Vacancy” del regista semi esordiente Nimrod Antal lascia sicuramente lo spettatore col fiato sospeso, con tremendi giochi di panico e meccanismi mortali perfettamente inseriti nel pauroso sadismo dei tre assassini. La coppia di protagonisti Kate Beckinsale e Luke Wilson funziona molto bene sullo schermo, riuscendo a rendere credibili i dissapori di una coppia in crisi e ad apparire assolutamente impaurita ma non rassegnata alla morte; soprattutto la Beckinsale con la sua bellezza patinata e la sua classe very british (assolutamente perfetta ed algida nel suo semplice golfino grigio) buca il grande schermo con una performance convincente e diversa dai suoi ruoli più riusciti e nei quali rischiava di rimanere invischiata (la saga di “Underworld” e “Van Helsing”). Era da molto tempo che non si assisteva ad una pellicola così di impatto, in grado di affascinare per l’ansia capace di scatenare nello spettatore senza l’eccessivo spargimento di sangue a cui gli ultimi splatter movie sembravano averci inesorabilmente abituati: la paura in “Vacancy” si cela nel grido proveniente dalla camera accanto, nello bussare insistente a tutte le porte della stanza, nello sguardo malefico del gestore che sadicamente prova piacere nel torturare il malcapitato di turno. Se il terrore è anche questo e non solo morti disgustose, allora “Vacancy” è un film assolutamente da non perdere per gli appassionati del genere.