Gli “invisibili” diventano visibili.
Cittadini immigrati, stremati dal freddo, in coda per mettersi in regola. Migliaia di cittadini extracomunitari hanno trascorso la notte in coda davanti agli uffici postali di tutta Italia. Alle 14,30 di oggi scatterà, come previsto dal Decreto Flussi, la possibilità per 170 mila di loro di regolarizzare la propria posizione di lavoro. Sono stati consegnati più di 2 milioni di kit per la domanda. La graduatoria sarà stilata in base all’ora, al minuto e al secondo di presentazione della richiesta in uno dei 25 mila sportelli delle Poste aperti dalle 14,30 alle 17,30. I moduli saranno selezionati per lettura ottica, quindi non saranno ammessi errori o imprecisioni. Anche una lettera poco comprensibile o non perfettamente rientrante nelle caselle del modulo sarà considerata errore e causerà l’esclusione dalla graduatoria. Per centinaia di migliaia di persone il sogno è ottenere il permesso di soggiorno. Dunque tutti cercheranno di essere fra i fortunati che potranno aggiudicarsi uno dei posti per le assunzioni "a chiamata". Naturalmente la maggioranza delle richieste non sarà accettata: vince chi arriva primo. Per questo le code davanti agli uffici postali, un po' ovunque, si sono formate ieri pomeriggio e in alcuni casi addirittura da venerdì o da sabato. Spesso gli immigrati si sono organizzati con la distribuzione di "numeri" e con appelli ogni due ore. In molte situazioni per assisterli si sono mobilitati volontari della Protezione civile, della Caritas, della Croce Rossa o dei sindacati che hanno distribuito coperte, cibo e bevande calde. E adesso tanta, tanta pazienza in attesa dell’ora X. Ma attenzione per i fortunati 170 mila c’è un ultimo ostacolo. Chi riuscirà a regolarizzare la propria posizione dovrà clandestinamente recarsi all’ambasciata italiana del proprio Paese per ottenere il permesso di soggiorno (clandestinamente perché per legge lo straniero che ottiene il permesso di soggiorno deve trovarsi al suo Paese) nella speranza che non venga fermato dalla polizia italiana o nel territorio Schengen e ottenga l’espulsione che annullerebbe di conseguenza il permesso di soggiorno ottenuto.
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