Sciare in…Sicurezz@
2007-02-01 - Inverno. Voglia di neve, voglia di sci. Forse da popolo di poeti, santi e navigatori siamo diventati un popolo di... sciatori, fatto sta che per molti italiani la passione per questo ed altri sport invernali è irrinunciabile. A questo proposito può essere superfluo aggiungere che il divertimento è doppio se l'attività sportiva viene svolta in sicurezza.
Questi gli ultimi incidenti, anche mortali, sulle piste: 22-12-2006 a Solda; 25-12-2006, a Madesimo, a Champoluc (mortale), a Cervinia (mortale); 27-01-2007 all'Aprica; 31-12-2007 al Tonale (2 mortali).
Recenti interventi legislativi e normativi ci aiutano a fare il punto sui requisiti necessari affinché il nostro desiderio di sciare possa essere pienamente - e tranquillamente - soddisfatto. E' passato quasi un anno dall'entrata in vigore ufficiale dei decreti previsti dalla legge 363/2003 relativa alle norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali. Ciò significa che le località sciistiche e i singoli sciatori possono ora contare su un impianto normativo certo. A supporto di questa attività legislativa, l'UNI ha elaborato una serie di norme tecniche relative tanto alla segnaletica quanto alle attrezzature vere e proprie per la pratica sportiva. Il tema della sicurezza, in questo settore, non può prescindere da un primo aspetto fondamentale: la segnaletica. I gestori degli impianti sono obbligati per legge a esporre specifici segnali sulle piste che indichino pericoli e divieti. Questi cartelli di informazione agli sciatori devono rispondere ai requisiti stabiliti dalle rispettive norme UNI. Le tipologie di cartelli segnalatori sono circa una trentina e per ognuno sono descritti forma, dimensioni, altezza dal suolo, colori, oltre ovviamente ai segni grafici veri e propri, ossia quei pittogrammi tali da rendere immediatamente comprensibile a tutti l'apprendimento e la memorizzazione delle varie informazioni (tipo "vietato sciare", oppure "pista da snowboard", ecc...). Come è ovvio, trattandosi di cartelli indicatori assimilabili per uso e finalità ai più comuni cartelli stradali, esistono forme e colori prestabiliti a seconda del tipo di messaggio: - PERICOLO: triangolare con fondo giallo (strettoia, incrocio, crepaccio, cunetta, dosso, ecc...)
- DIVIETO: rotondo (divieto di usare lo snowboard o la slitta, divieto di attraversamento a piedi, ecc...)
- OBBLIGO: rotondo (utilizzo del casco per i ragazzi al di sotto dei quattordici anni, ecc...)
- INFORMAZIONE: rettangolare/quadrato(pronto soccorso, sentiero invernale, ecc...)
Per quanto riguarda il grado di difficoltà della pista - indicazione quanto mai utile, visto che ogni buon sciatore sa che deve confrontarsi con piste che siano adeguate al proprio livello di preparazione - esso deve essere segnalato all'inizio del percorso e dove ci sono diramazioni e incroci con altre piste. I cartelli sono rotondi e hanno i seguenti colori:
-BLU: piste facili (pendenza non oltre il 25%, se non in brevi tratti); -ROSSO: piste di media difficoltà (pendenza non superiore al 40%); -NERO: piste difficili (con pendenze superiori al 40%).
Così come le piste, anche le attrezzature da sci per essere sicure è bene che soddisfino determinati requisiti, stabiliti da precise norme tecniche. Eccone alcune.
Per cominciare, i caschi protettivi. Innanzitutto va ricordato che dalla primavera scorsa un Decreto del Ministero della Salute ha stabilito l'obbligatorietà dei caschi per i ragazzi al di sotto dei 14 anni di età, sia per chi pratica lo sci che lo snowboard. E la norma tecnica di riferimento è la UNI EN 1077:1998. I caschi prodotti in conformità a questa norma sono riconoscibili in quanto marcati con l'indicazione "EN 1077", oltre che ovviamente con la sigla CE. Tra le caratteristiche che il casco a norma deve avere ci sono: un ampiezza di campo visivo pari ad almeno 210° in orizzontale e 70° in verticale; capacità di assorbimento degli urti e resistenza alla penetrazione di oggetti appuntiti (la norma prevede specifici metodi di prova); un allacciamento sicuro in modo che il casco non si sfili in seguito ad un urto. Ancora una annotazione importante: il casco deve essere sostituito dopo ogni urto violento!Anche le protezioni paraschiena sono attrezzature particolarmente utili (anche nello sci), per le quali esiste una norma tecnica di riferimento: la UNI EN 1621-2:2004. Si indossano sotto la giacca a vento e garantiscono l'assorbimento degli urti e la copertura di una vasta fascia del dorso. Ovviamente la norma stabilisce rigorosi metodi di prova, che i paraschiena a norma devono superare per poter essere immessi sul mercato. Non bisogna dimenticare gli scarponi: la norma ISO 5355:2005 stabilisce le caratteristiche della punta e del tacco (dimensioni, raggio di curvatura, ecc...) per fare in modo che si incastrino perfettamente nell'attacco degli sci. Allo stesso tempo è fondamentale che in caso di caduta gli scarponi si sgancino, evitando pericolose e innaturali torsioni della gamba. Esistono ovviamente anche norme di riferimento per le racchette da sci (ISO 7331:2005) e per gli snowboard (ISO 14573).Alla "famiglia" delle norme tecniche sulle attrezzature da sci non può mancare la UNI EN 174:2004 "Protezione personale degli occhi - Maschere per lo sci da discesa". Per essere un prodotto sicuro, gli occhialoni devono essere privi di bordi o altre rifiniture taglienti, devono essere dotati di una fascia elastica regolabile che consenta di indossarli in modo insieme comodo ma non rigido, così come morbido e flessibile deve essere il materiale a contatto diretto con il viso. Anche sugli occhialoni a norma devono ovviamente essere riportare la marcatura CE e la sigla della norma tecnica di riferimento.Infine, è bene ricordare che per quanto le norme tecniche delimitino il campo entro il quale sono riconoscibili impianti e attrezzature sicure, la sicurezza nasce in primo luogo dai comportamenti responsabili del singolo.(da qec.it) -Legge 363/2003, Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo: http://gazzette.comune.jesi.an.it/2004/3/2.htm Articolo correlato: http://www.ilmascalzone.it/articolo.php?id=3517 -Incidenti in montagna: rimane stabile il numero degli infortunati. Circa 26mila persone cadono ogni anno in Italia sulla neve Sono poco più di 26 mila gli incidenti che ogni anno avvengono in Italia sulle piste da sci. A farsi male 8 volte su 10 sono gli sciatori e nei restanti casi i patiti dello snowboard. La caduta accidentale è la maggiore responsabile dell'incidente (77%), seguita dalla collisione con una persona (11,3%) e da altre cause (malori, collisione con un ostacolo fisso o in movimento, altro). Gli infortuni sulla neve riguardano più o meno indistintamente uomini e donne, per lo più di nazionalità italiana, seguiti da altri sportivi provenienti da Paesi dell'arco alpino (Francia, Svizzera, Germania, Austria, Slovenia). Un'ampia panoramica degli incidenti in montagna nel periodo delle settimane bianche è stata disegnata da SIMON, il sistema di Sorveglianza degli Incidenti in MONtagna coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità, che ha raccolto i dati relativi alla passata stagione sciistica (2005/2006) rilevati da Polizia e Carabinieri provenienti dalla maggior parte delle stazioni sciistiche dell'intero arco alpino e appenninico.
Il numero di incidenti, o meglio di interventi sanitari effettuati (poiché su questo si basa il sistema di sorveglianza dell'ISS, ovvero sui soccorsi su pista del Centro Addestramento Alpino della Polizia e sulle prestazioni ambulatoriali e di pronto soccorso), si è mantenuto sostanzialmente stabile nelle ultime tre stagioni: nel 2003/2004 sono stati contati 23.379 interventi, nella stagione 2004/2005 ne sono stati registrati 26.745 e in quella 2005/2006 gli interventi ammontano precisamente a 26.472.
"Lo sci è uno sport che può essere praticato con soddisfazione a tutte le età – afferma Marco Giustini, ricercatore dell'ISS responsabile del sistema SIMON - tuttavia le peculiarità di questa attività sportiva che tende ad impegnare il fisico sia per le sollecitazioni al quale è sottoposto, sia per le condizioni atmosferiche nelle quali spesso si pratica e sia per la quota ove si può sciare, fanno si che le piste vengano frequentate in prevalenza da soggetti giovani. Ciò, chiaramente, si riflette anche nella struttura dell'età del campione di cui disponiamo: si tratta per lo più di soggetti giovani visto che l'età media è di 32 anni. Per quanto riguarda il sesso degli infortunati, abbiamo potuto osservare che mentre in termini assoluti in tutte le età vi sono più infortuni nei maschi che nelle femmine, in termini relativi la distribuzione degli infortuni per età nei due sessi appare molto simile: entro i 18 anni di età avviene circa il 25% degli incidenti segnalati, entro i 30 anni il 50%, entro i 45 anni accade circa l'80% degli eventi".
Quasi sempre l'infortunato è di nazionalità italiana (72,9% di media sui 3 anni). La restante quota è suddivisa tra Paesi dell'arco alpino (Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia annoverano 6,5% degli infortuni) e altre nazioni (20,6%). Riguardo a quest ultimo gruppo, tra i Paesi cosiddetti "emergenti" spicca il Regno Unito con il 5,9% degli infortuni, mentre la nuova frontiera del turismo costituita dai Paesi dell'est europeo comincia a far sentire la propria presenza anche in queste casistiche: Polonia (3%), Repubblica Ceca (2,1%); Ungheria (1%). La quota di incidenti relativa ai Paesi dell'est europeo nel complesso è salita nei tre anni considerati, seppur di poco, passando dal 5,8 al 7,2% del totale dei casi, con incrementi significativi di soggetti infortunati di nazionalità russa (da 36 a 79 casi, il che significa passare dallo 0,30 allo 0,57% dei casi), polacca (da 277 a 416 casi, il che significa passare dal 2,32 al 3,01% dei casi) e delle Repubbliche baltiche (da 12 a 45 casi, ovvero dallo 0,10 allo 0,33% dei casi).
-Gli incidenti e i traumi Sulla neve quasi 80 incidenti su 100 avvengono sugli sci, mentre appena 18 sono imputabili allo snowboard. In generale sono più caute le donne e non è detto che una pista poco affollata o cattive condizioni meteorologiche aumentino le probabilità di farsi male.
Gli incidenti. Più di un terzo degli incidenti avviene durante il weekend (37,3%), in particolare la domenica e nelle fasce orarie di maggior afflusso. Quasi un intervento di soccorso su 5, precisamente il 18,5%, viene praticato nelle sole due settimane a cavallo di capodanno, mentre la fascia oraria in cui si verifica il maggior numero di infortuni è tra le 11 e le 13, orario in cui si registra circa 1/3 degli incidenti. In generale è da rilevare che circa l'86,5% degli incidenti si verifica comunque tra le 10 e le 16.
Sulla neve è lo sci l'attrezzo di gran lunga più di frequente preferito. I dati degli infortuni su base triennale riflettono questo dato: infatti nel 78,7% dei casi l'attrezzo utilizzato dai soggetti infortunati è lo sci, mentre solo nel 17,5% i soccorsi hanno riguardato utilizzatori di snowboard. Il restante 3,8% degli incidenti è poi attribuibile ad altre cause.
Riguardo al genere di chi pratica sport sulla neve esistono differenze tra i due sessi: nelle donne la quota degli infortuni con lo snowboard è assai più ridotta. Cumulando i dati su base triennale, si tratta del 12,2% contro il 20,5% nei maschi. Da notare poi che il trend degli infortuni per tipo di attrezzatura mostra una sostanziale stabilità, sebbene si sia registrato un leggero aumento degli infortuni agli snowboarder che fa pensare, più che a un incremento nell'acquisizione del rischio per questo genere di utenza, al diffondersi nella popolazione di questo attrezzo di più recente introduzione sul mercato.
Tra i 20 e i 29 anni si registra circa la metà degli incidenti con lo snowboard (47,8%), contro poco più del 15% di quelli con gli sci; ma è tra i 23 e i 26 anni che si ha la quota più rilevante di incidenti con lo snowboard: oltre il 1/5 del totale. Sempre con lo snowboard, 7 infortuni su 10 avvengono tra i 14 e i 29 anni, mentre con gli sci nella stessa classe di età ne avvengono circa ¼. Oltre i 40 anni gli incidenti con lo snowboard risultano praticamente assenti (3.3%), mentre quelli con gli sci, con il 40%, sono ben presenti.
La maggior parte degli infortuni avviene in condizioni meteorologiche buone: 69,2% in media nei tre anni con percentuali che, ovviamente, dipendono anche dal tipo di condizioni prevalenti nell'anno (si va dal 65,4% degli infortuni in condizioni di cielo sereno nella stagione 2003/2004 al 74,9% della stagione successiva). Lo stesso discorso vale per il tipo di innevamento della pista al momento dell'incidente. La maggior parte dei soccorsi sono avvenuti in condizioni di neve compatta ma non ghiacciata (56.9% in media nei 3 anni con valori che vanno dal 51,8% al 60,4% a seconda della stagione).
In media, nel 44,9% dei casi gli incidenti si sono verificati su neve naturale ma in questo caso le percentuali variano considerevolmente da periodo a periodo: nella stagione sciistica 2003/2004, forte di precipitazioni abbondanti, nel 60.8% dei casi l'incidente è avvenuto su fondo di neve naturale, mentre in quella successiva, più avara di precipitazioni, tale quota scende al 35.0%. Rimane, in ogni caso una quota residuale di incidenti che accade su una pista innevata esclusivamente in maniera artificiale, quota che oscilla anch'essa tra l'1,6% e il 7,8%. In meno di 1 caso su 20 l'incidente avviene in condizioni di scarsa o insufficiente visibilità (4,5%). Per quanto riguarda il livello di difficoltà delle piste, è stato notato che la maggior parte degli infortuni avviene nelle piste di media difficoltà (54.5%), mentre solo una piccola parte (7,9%) accade sulle piste difficili.
La maggior parte degli infortuni osservati si sono verificati in seguito ad una caduta accidentale (77% dei casi in media), mentre solamente il 11,3% avviene in seguito ad uno scontro con altro sciatore. Detto in altri termini, solamente 1 incidente su 10 è imputabile ad uno scontro con un altro sciatore. Sembrerebbe, quindi, che l'affollamento delle piste - che spesso viene chiamato in causa come responsabile di molti incidenti - non sia la diretta causa scatenante degli infortuni. In ogni caso la quota degli incidenti dovuti a scontro tra persone, con il 12,5%, è più alta negli sciatori che negli snowboarder dove ammonta al 7,7%.
I traumi. Nel 32,8% dei casi l'intervento di soccorso sulle piste è effettuato in seguito a distorsioni, di cui quasi tutti, si parla del 94,2% a carico degli arti inferiori. Seguono poi con il 27,4%, le contusioni, le fratture (15,7%), le lussazioni (8,7%) e le ferite (8%). Tra le donne, le distorsioni hanno un peso doppio (42,1%) rispetto agli uomini 23,7%, mentre nei maschi le differenti tipologie di lesione sembrano ripartirsi in maniera più equilibrata: le ferite riguardano il 11,3% dei maschi e il 4,9% delle femmine, le lussazioni l'11,6% degli uomini e il 3,8% delle donne.
Esistono poi tipologie di lesione differenti a seconda dell'attrezzo utilizzato: escludendo la semplice contusione, che può considerarsi come un esito scontato per ogni incidente, la distorsione è tipica dello sci (36,3% con gli sci contro il 17,2% registrato sullo snowboard). Nel caso degli infortuni con lo snowboard la diagnosi di frattura è riportata nel 24% dei casi (più dei ¾ dei quali a carico degli arti superiori) contro il 11,8% negli incidenti con gli sci. Le parti del corpo interessate da questi incidenti sono in primo luogo le ginocchia. Nel caso dello sci, in oltre la metà dei casi l'infortunio riguarda, infatti, gli arti inferiori (52,3%) e solo una quota relativamente marginale interessa arti superiori (16,3%), mentre la zona del cranio o della faccia viene coinvolta nel 13,2% dei casi. Coloro che utilizzano lo snowboard risultano invece molto più a rischio di riportare una lesione agli arti superiori (44,4%), mentre gli arti inferiori risultano interessati in maniera più ridotta (23,8% dei casi).
Gli incidenti mortali sono, per fortuna, abbastanza rari. Stando ai dati relativi alle ultime tre stagioni, si osserva, in media, un decesso ogni 880 interventi di soccorso, il che, rapportato ai 35.000 incidenti/anno stimati, indica un totale di circa 40 fatalità l'anno, più della metà delle quali dovute a malore (62,8%).
Mirella Taranto Istituto Superiore di Sanità Viale Regina Elena 299 00161 - Roma (I) Telefono: 06 4990 2950 Fax: 06 49 38 71 54 ufficio.stampa@iss.it
|