“Per sesso o per amore?” di Bertrand Blier
Il riscatto di una diva: Monica Bellucci si prende l’ennesima (e forse più eclatante) rivincita sul cinema italiano che l’ha troppe volte dimenticata e catalogata come mediocre attrice. “Combien tu m’aimes?”, questo il titolo originale, è la riprova che il cinema d’oltralpe ha ormai pienamente adottato l’ultima nostra grande diva cinematografica, costruendole addosso una pellicola ed una sceneggiatura, tutta giocata sulla sua fisicità e sulle sue curve abbondanti ed addolcite dalla recente maternità. Lo script, a dire il vero un pò leggero, parte da un’idea già portata sul grande schermo, con l’evidente richiamo a “Pretty woman” seppur con qualche distinguo: Bernard Campan interpreta un uomo che vince alla lotteria, proponendo alla squillo di lusso Monica Bellucci una particolare proposta di lavoro: 100 000 euro al giorno per vivere con lui come una moglie. Botta di vita? Assolutamente no, bensì una serie di pasticci scontati e situazioni caotiche, in cui il lungometraggio di Blier scade mestamente. Il personaggio di Monica si scoprirà in realtà complesso, con un uomo – protettore interpretato da Gérard Depardieu – che non ne vuole proprio sapere di lasciarla andare. L’happy ending è comunque dietro l’angolo: l’innamorato, sprezzante del pericolo, alla fine la recupera e seppur a tradimento le insegna anche cosa vuol dire amare pienamente. A parte la già citata ed ostentata abbondanza della Bellucci, la bravura low profile di Campan e qualche interessante intuizione narrativa, il film di Blier piomba in quel manierismo che caratterizza sempre più il cinema francese dei nostri giorni (vedasi i film di Francois Ozon): voci narranti fuori campo, svolte improvvise verso la commedia e perfino i personaggi che scivolano nel musical. Non compare così niente di nuovo nello stile compiaciuto di Bertrand Blier. Stavolta si ha però l’impressione che si sia esagerato un po’ troppo, soprattutto per l’incomprensibile finale. L’unica cosa certa è che il regista attorno alla nostra Monica Bellucci, ha orchestrato un progetto fatto di pizzi, sottovesti e decollete ampiamente regalati, costruito su misura sul suo corpo, vero protagonista del film. Giudizio complessivo: mediocre. Alessandro Orecchio
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