L’interessante racconto dei componenti la Corale di Poggio di Bretta, diretta dal Maestro Alessandro Ferrari, dopo una giornata trascorsa a Petritoli nell’ambito della manifestazione “Chi mangia la foglia”.
02/12/2008 - Quando Stefano, che canta nella nostra corale di Poggio di Bretta (Ascoli Piceno), ci ha invitato a trascorrere una giornata a Petritoli per assaporare un pranzetto cucinato a base di erbe aromatiche e prodotti della natura, momento cruciale della manifestazione “Chi mangia la foglia”, mai pensavamo ad un epilogo così interessante e ricco di notizie e curiosità come quello che si è concluso a tarda sera.
L'inizio con un trasferimento attraverso il territorio che separa Ascoli da Petritoli così ricco di colori e morbidi ondeggiamenti collinari è stato un piacevole preambolo a quanto ci attendeva.
Siamo così giunti all'agriturismo "lo Scoiattolo" accolti con cordialità ed ospitalità dal proprietario ed è da quel momento che sono iniziate le piccole e liete sorprese.
Il pranzo è stato preceduto dalla presentazione da parte del Sig. Noris Rocchi, coordinatore turistico delle attività programmate da vari Comuni limitrofi, finalizzate alla esaltazione delle erbe aromatiche e dei piatti locali.
La prima sorpresa è giunta dalla degustazione di marmellate, preparate da un appassionato del posto, con prodotti difficilmente immaginabili come base per tali confezioni (sambuco corbezzolo,more)o con abbinamento di frutta che creavano nuovi sapori.
Gli antipasti,costituiti da prodotti naturali aromatizzati però a regola di palato con erbe,hanno preceduto i primi e il secondo piatto che, nel rigoroso rispetto di un agriturismo,non si sono discostati dalla natura e da quanto essa offre. La sapiente mano della cuoca ha saputo dosare aromi e condimento per cui,nonostante il nostro impegno a non lasciar nulla nel piatto,il nostro stomaco è risultato più che sazio,ma non appesantito nella digestione.
Dolci petritolesi ed una profusione di liquori locali strettamente artigianali, ma gradevoli al palato, hanno concluso il nostro pranzo.
Nel corso della nostra permanenza ai tavoli dell'agriturismo siamo stati intrattenuti da sapienti spiegazioni sulla preparazione e sulle caratteristiche dei vini che ci venivano offerti,da un simpatico poeta dialettale della zona che ha con arguzia e spirito di osservazione ricordato la vita contadina, la ricorrenze che segnano un intero anno, le caratteristiche e le tendenze della politica,le proprie esperienze personali nella vita quotidiana.
Seguiti ed accompagnati da un consigliere Comunale di Petritoli, il sig. Nicola Brucchi, disponibile e cortese in ogni momento della giornata, e con le mani occupate da barattoli delle squisite marmellate assaggiate che ci sono stati offerti in dono dal produttore, ci siamo avviati, all'imbrunire,verso il centro di Petritoli per una visita guidata alla città.
Siamo quindi passati dal Teatro dell’Iride all'Antica Stamperia Fabiani, dal Coro adiacente alla sala del Consiglio Comunale al Convento delle Suore già asilo per l'infanzia, dai maestosi tre archi all' Ufficio Turistico dove abbiamo concluso la giornata.
E' stata una sorpresa visitare il Teatro Civico: una vera preziosa "bomboniera" minuscola nel suo complesso ma dotata, come ci ha spiegato il nostro maestro del coro, Alessandro Ferrari, di una perfetta acustica rispondente ai migliori requisiti richiesti per la propagazione del suono e per l'ascolto dello stesso in tutti i punti della costruzione.
Due file di palchi, un piccolo loggione ed una platea impreziosita da antiche poltrone consentono la presenza di circa 150 persone. Questi dati forniscono la dimostrazione del motivo per cui mi è venuta in mente la definizione di "bomboniera" usata in precedenza.
La successiva visita all'Antica Stamperia ci ha introdotto nel mondo, vagamente conosciuto, dei sistemi di stampa in uso un secolo e mezzo fa.
La cortesia e la competenza del proprietario, Sig.Giancarlo Fabiani, ci hanno consentito di conoscere il più antico torchio tipografico, Amos Dell’Orto in Monza 1841, conosciuto in Italia, un torchio tipo "a leva ", una”Macchia piano cilindrica" tutte perfettamente funzionanti.
Abbiamo ascoltato dalla viva voce del Sig.Fabiani, che con commozione ha ricordato suo padre ed i suoi avi, come autentici precursori delle tecniche di stampa dei loro tempi, le difficoltà che si incontravano nella composizione con caratteri mobili, la fatica del lavoro completamente manuale, la lentezza che comportava la realizzazione di una pagina stampata, ma anche nel contempo, la soddisfazione e l'orgoglio che derivavano da ogni realizzazione e che comportavano la passione e la dedizione ad una attività che, per quei tempi, era paragonabile ad una missione formativa nei confronti di quei giovani che si cimentavano all'apprendimento.
Il conseguente raffronto con le tecniche moderne fornite dalle rotative, dai computer e dai sistemi automatici di scrittura ci fa meditare sulle comodità moderne, sulle nuove professioni emergenti, ma anche sull'impoverimento delle spinte e delle determinazioni verso quegli apprendimenti che comportano dedizione, attenzione, fatica e costanza da parte di quanti si accingono ad imparare.
Il titolare dell'Antica Stamperia ci ha anche descritto un altro esemplare presente nella sal : una enorme macchina che, simile ad una macchina fotografica, non produce immagini, ma lastre litografiche destinate a fornire il supporto necessario per la riproduzione a mezzo stampa.
Da tale presentazione abbiamo colto anche il profondo sentimento di riconoscenza e di amicizia che lo lega alla famiglia Bagnasco di Verona donatrice del prezioso cimelio appartenuto ad Arnoldo Mondadori.
Ci siamo soffermati a considerazioni sul rapporto che una Antica Stamperia, come quella che stavamo visitando, può avere nei confronti dei nostri figli. Il raffronto dei mezzi antichi con quelli moderni può offrire una valutazione positiva su quanto i sistemi attuali possono favorire una diffusione rapida, capillare e particolareggiata delle informazioni e delle conoscenze che sono alla base del progresso e del miglioramento dell'umanità.
Nel cuore di Petritoli, nella sede del Comune, il coro ligneo imponente e perfettamente conservato, che un tempo era il luogo usato dalle monache di clausura per far giungere, alla chiesa adiacente ed ai fedeli che la frequentavano, i loro canti religiosi, ci ha portati ad un pensiero sulle vocazioni di un tempo che ora sono quasi completamente scomparse per dar luogo ad una diversa dedizione verso il sopranaturale che spinge in una direzione che porta ad una maggiore partecipazione alla vita quotidiana e ad un impegno verso coloro che abbisognano di cure e sostegno.
I vasti locali del convento che da un lato scendevano nel sottosuolo e dall'altro si affacciavano invece, assecondando la pendenza del terreno, verso la vallata sottostante, hanno evidenziato un insieme di scale, corridoi e stanze ripartite da spessi muri divisori che fornivano la sensazione di trovarci in un complesso antico particolarmente massiccio e robusto.
Una considerazione è tornata spontanea alla mente a proposito del conforto termico fornito dalle antiche strutture quando, tornati all'aperto, in una serata particolarmente fredda, abbiamo potuto notare la differenza di temperatura che, all'interno dell'edificio, era particolarmente confortevole.
Poco discoste dal centro cittadino le mura di cinta sono caratterizzate da una struttura che si impone alla nostra attenzione: sono tre maestosi archi acuti di incomparabile bellezza per proporzioni ed aspetto.
Questa è l'ultima opera che la cortesia del nostro accompagnatore ci ha consentito di ammirare prima di una breve sosta presso l'ufficio Turistico ed il nostro rientro ad Ascoli Piceno.
Un particolare e sincero ringraziamento per l'accoglienza riservataci ed un apprezzamento per l'attività operosa e competente dell'organizzazione Comunale volta alla valorizzazione del territorio e delle bellezze architettoniche e naturali esistenti.
I componenti la Corale di Poggio di Bretta