Gra successo per il Museo Mestieri in Bicicletta
FABRIANO, 27/08/2008 - Venerdì 11 luglio alle ore 18, nella Galleria delle Arti in via Gioberti, è stato inaugurato, in maniera permanente il “Museo Mestieri in Bicicletta”. In poco più di un mese ben 600 visitatori hanno apprezzato le peculiarità dei reperti esposti: dalla bici del pescivendolo, a quella del bombolaio, comunque parti integranti della collezione del fabrianese, Luciano Pellegrini, già ospite con oltre dieci suoi reperti storici nella bella sala di Palazzo Refi, sita in pieno centro storico a Cerreto d’Esi. Una spigolatura, il concittadino, per acquistare il mezzo del bombolaio ha raggiunto San Benedetto del Tronto più volte, perché in questo comune di mare aveva scoperto la bici risalenti al periodo del dopoguerra quando ancora il metano non era arrivato nelle case e le bombole erano il mezzo insostituibile per cucinare. La necessità aguzza l’ingegno e di conseguenza prima dell’avvento dell’Ape Piaggio, i fornitori dei contenitori di gas si erano opportunamente attrezzati con le due ruote. Stesso discorso per il venditore di pesce ambulante, fautore di un banco da portare in vie e piazze, reperto ritrovato nelle scorribande di Pellegrini tra i mercatini del Bel Paese. In buona sostanza i ben sessantadue esemplari di note marche di biciclette raccolte ora in una sede (36 gli esemplari iniziali) per altro sbarcate in America (grazie anche all’assessorato al Turismo e Sviluppo economico del Comune di Fabriano, guidato all’epoca da Leandro Mariani) confermano il pieno conforto raccolto nel tempo da questa Mostra che ha avuto sin dagli esordi il supporto economico della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana. Gioco forza, non possono essere trascurati gli ottimi risultati raggiunti in termini di presenze dalla Rassegna di biciclette per “Antichi Mestieri” che nella sede di via Cialdini, costituita da sale su due piani in cui sono state esposte ben 45 cicli, hanno raggiunto 16.000 visite in meno di un anno. Come dire, un progetto di valorizzazione e sostegno mirato, iniziato da anni s’è trasformato in realtà, grazie anche all’impegno dell’assessore al Turismo, Giovanni Balducci, che di fatto ha ampliato la capacità d’offerta turistica a Fabriano, puntando sul centro storico. “I risultati” è il commento di Armando Stopponi, tra i volontari della Uisp sin dall’inizio più indaffarati nell’attuazione di questa sorta lungo viaggio a tappe forzate che ha interessato l’intero civico consesso “ci danno ragione. Nella prima metà del mese di agosto siamo riusciti ad ospitare ben 300 presenze e con il passare dei giorni siamo approdati a quota 600, accogliendo un pubblico variegato ma determinato nel venire a scoprire il Museo Mestieri in Bicicletta”. Per altro, va rilevato che oggi in questo fazzoletto d’area urbana ingloba al suo interno oltre a questo nuovo gioiello, anche la galleria dedicata a Mannucci, voluta dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana e a due passi il complesso del San Domenico: il motore del turismo cittadino. Come ho avuto modo di commentare una saggia e lungimirante scelta da parte dell’assessore, dell’esecutivo e dell’intero Consiglio Comunale che avvalendosi dello sponsor Banca Popolare di Ancona, hanno dato ragionata e sistematica ubicazione ad una struttura resa possibile dalla magnanimità di Luciano Pellegrini, che ha accordato gratuitamente i suoi oggetti preziosi all’Amministrazione e alla città. Ad onore di cronaca e a cose fatte, la conclusione della storia può sembrare semplice e fluida, ma al contrario per arrivare a questo risultato ci sono voluti anni di trincea informativa e scontro politico che in alcuni delicati passaggi temporale hanno spinto Pellegrini, a prendere in seria considerazione gli inviti e le sollecitazioni ricevute da più parti di spostare ad esempio la sua raccolta in posti prestigiosi come le stanze degli Arconi, sotto il Palazzo dei Consoli, a Gubbio, o nel museo di bici in Toscana della sorella di Bartali. Del resto, una vita spesa a scovare rarità in tutta Italia, profondendo risorse a iosa per venirne in possesso, merita pienamente quest’attenzione. Su tutto, inoltre, non va dimenticato neppure l’importante servizio di prenotazione e assistenza offerto dagli uomini del Comitato Territoriale Uisp, prodigatisi in maniera encomiabile e disinteressata per garantire le tante visite comprovate da più libri di presenze in cui sono state raccolte un’infinità di interessanti dediche e commenti. I visitatori d’oggi hanno quindi ammirare le biciclette da lavoro dei venditori di piandina romagnola, dei giocattoli, di mercerie, del cinema, del teatrino siciliano, dello smielatore, dal calderaio, del portapacchi delle poste, del teatro dei burattini, dei pompieri, del barbiere, del burattinaio, del fabbro-maniscalco (ha più di cento anni) del Medico Condotto dotato addirittura di un motore di supporto Mosquito, del Cantastorie dotata di grammofono e pensate del contenitore per offrire le noccioline, del Castagnaro, del Sarto e del Falegname. e tanto, tanto altro ancora. In concreto, uno spaccato di storia italiana che abbraccia un periodo che dagli anni Venti raggiunge gli anni Sessanta, con l’ovvio e forte interesse da parte delle scuole (sono arrivate da Urbino, Roma, Milano) che hanno recepito la valenza culturale ed educativa di questi mezzi a pedale. Oggi, pertanto, con la scelta dei locali idonei nel centro storico e l’avvio della mostra permanete, gli ammiratissimi reperti, emblemi della storia e del vissuto sociale del Bel Paese (senza la caparbietà anche economica di Pellegrini sarebbero andati irrimediabilmente perduto) si pongono tra le realtà oggettiva di gran pregio offerte da Fabriano. Di fatto un riconoscimento notevole per Luciano, che archivierà giovedì 8 dicembre del 2005, come quello più importante di quell’anno e forse irrepetibile nell’arco della sua positiva esistenza. Nell’occasione, infatti, nell’arco di 24 ore è riuscito nel giorno dell’Immacolata a ritagliarsi quasi venti minuti di gloria televisiva su RaiDue, partecipando come ospite a “Piazza Grande”. Trasmissione d’intrattenimento mattutina di due ore, condotta da Giancarlo Magalli, con la regia di Michele Guardi. La sera precedente, invece, poco dopo le 19,35 nel telegiornale regionale di Rai Tre, ha completato la performance sul piccolo schermo, con un servizio sempre dedicato alla sua collezione privata di bici d’epoca. Altro segno di stima, questo fabrianese verace, lo ha nel 2006 con il Diploma di “Amico della Bicicletta” assegnato dalla Federazione Italiana omonima. Nella pergamena consegnata dal presidente Fiab, al noto collezionista delle due ruote, la dedica recita “per la sua passione nel collezionare le biciclette dei mestieri”. Rimanendo alla cronaca, Pellegrini, d’importanti attestazioni per il suo hobby ne ha ricevute molte. Infatti, il noto personaggio fabrianese, ex campione di pugilato (tre volte campione marchigiano ai campionati italiani del ’56 e da professionista decimo aspirante al titolo italiano negli anni seguenti) e commerciante (attività nei rottami di ferro e autodemolizioni) è riuscito a mettere insieme una collezione-mostra unica nel suo genere. Un viaggio nella storia del Novecento, iniziato da oltre quindici anni con un unico obiettivo, collezionare cicli, girando in lungo e largo per le campagne, i mercati e rioni delle città dove abitualmente si possono pescare interessanti ritrovamenti, che, come detto opportunamente adattati, consentivano ai nostri avi di svolgere quasi tutti i tipi di lavoro itineranti. Un inciso. Ricordo, che scoprii i preziosi mezzi a pedale nell’esposizione allestita nell’Atrio del Teatro Gentile, in occasione della Mostra Mercato dell’Artigianato, dove, per questioni di spazio, erano presenti un ridottissimo numero d’esemplari. Da quel momento, dall’accorato appello di un fabrianese doc dai modi diretti nei rapporti con gli altri ma con le idee molto chiare sul dove andare e cosa fare, di poter trasportare dalle sue rimesse personali, tutti gli altri modelli in uno spazio adeguato, scatto il sogno di realizzare la mostra permanente di questi pezzi di storia in quella che è la sede naturale della rassegna: la città della carta. In definitiva, mettendo insieme questi reperti di vita si sono centrati due obiettivi. Il primo: il regalo al comprensorio montano e a diversi milioni d’italiani di vivere in diretta momenti di svago, d’interesse e stupore per gli occhi e la mente. Il secondo: se vogliamo ancor più qualificante è l’aspetto culturale. Pellegrini, da innamorato della vita, pieno di passioni ed istinto, ha portato a termine un percorso di ricerca virtuoso e potente che informa sull’attività economiche dei nostri avi, contestualizzandole in uno straordinario mosaico di ben sessantadue reperti storici di gran valore sociale che ci aiutano a capire chi siamo e da dove veniamo. DANIELE GATTUCCI
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