Diane Arbus
e la fotografia trasgressiva.
SABATO 9 FEBBRAIO,
alle ore 18.30
presso la sede dell’associazione culturale
l’Orecchio di Van Gogh
in via leopardi 21/b a falconara marittima
PRESENTAZIONE DEL LIBRO di Pino Bertelli
“Della fotografia trasgressiva” (NdA press)
Sarà presente l’Autore
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA su Diane Arbus.
Quelli che nascono mostri sono l’aristocrazia del mondo dell’emarginazione…
Quasi tutti attraversano la vita temendo le esperienze traumatiche.
I mostri sono nati insieme al loro trauma.
Hanno superato il loro esame nella vita, sono degli aristocratici.
Io mi adatto alle cose malmesse.
Intendo dire che non mi piace metter ordine alle cose.
Se qualcosa non è a posto di fronte a me, io non la metto a posto.
Mi metto a posto io.
(D. Arbus)
La fotografia di Diane Arbus si connota come "ereticale" e "sovversiva" di un ordine in cui "tutto ciò che si sviluppa spontaneamente è dichiarato illegittimo e viene emarginato". Contro la "feticizzazione e mercificazione degli sguardi", contro il ruolo di simulacro assegnato alla Fotografia dall'industria dell'apparenza, si riafferma il valore rivoluzionario di uno sguardo dissidente, che "incoraggi l'immaginario sociale a bruciare i propri miti", allargando la capacità di vedere il mondo oltre i confini della cultura dominante. In tal senso, la Fotografia sociale (e, nella fattispecie, quella della Arbus) ha il fondamentale compito di opporsi "all'uniformità per andare a cercare il libero sviluppo dell'individuo", di battersi "per una cultura della conoscenza contro la cultura della totalità".
Uno sguardo "insolente", quello della Arbus, perché invita ad "imparare a non essere diligenti", insegna il coraggio della disobbedienza e della disperazione. Una fotografia "randagia" perché libera da qualsivoglia collare, che vaga per circhi, bordelli, ospedali psichiatrici, campi nudisti e ogni sorta di ghetto... che scava nel sottomondo di una società a cui sente di non appartenere più, svelandone il rimosso, sconvolgendo le coscienze addomesticate mettendo in scena l'inusitata violenza della speranza e dell'autentico.
L’Autore: Pino Bertelli
Pino Bertelli è nato in una città-fabbrica della Toscana. Dottore in niente, fotografo di strada, filmaker, critico di cinema. È uno dei punti centrali del neosituazionismo italiano. Tra le opere a lui dedicate ricordiamo che nel 1993, il regista tedesco Jürgen Czwienk, ha girato un film-documentario sulla vita politica e l'opera fotografica di Pino Bertelli: Fotografare con i piedi. Il regista Bruno Tramontano ha realizzato un cortometraggio (Adoro solo l'oscurità e le ombre), tratto dal suo libro: Cinema della diversità. Storie di svantaggio sul telo bianco. Mascheramento, mercificazione, autenticità. Tra le sue pubblicazioni: La rivolta situazionista, Elogio della diversità e sabotaggio della civiltà dello spettacolo, Della fotografia trasgressiva, Jean Vigo 1905-1934, Cinema della rivolta, Gianfranco Bertoli. Storia di un terrorista, Luis Buñuel. Il fascino discreto dell'anarchia, Contro la fotografia, Cinema e anarchia. Sempre per NdA Press ha pubblicato Cinema dell'eresia.
La mostra resterà aperta fino al 24 febbraio
Orari:
dal martedì al sabato
dalle 16.30 alle 20.00