Sonny Rollins, l’ultimo testimone dell’età dell’oro del jazz
Ha incantato Roma mercoledì scorso all'Auditorium Parco della Musica l’ultimo colosso del jazz dell’età dell’oro. Sonny Rollins, 75 anni, da tutti considerato il “Saxophone Colossus” (che è anche il nome di un suo album) si è esibito con grande maestria nell’ambito della rassegna Santa Cecilia It's Wonderful. Accolto con un’ovazione, Rollins è riuscito a regalare al pubblico attento ed entusiasta, lo spettacolo di un artista che ha mantenuto intatto il suo genio e che continua con il suo sax tenore ad eseguire eccezionali improvvisazioni ricche di torsioni imprevedibili tipiche del suo stile unico caratterizzato da velocità e spontaneità inventiva. ''Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato e qualcosa di blu'' e' la formula di ''This is what I do'', il recital che il grande sassofonista ha presentato in questo unico appuntamento italiano, accompagnato da Clifton Anderson (trombone), Bobby Broom (chitarra), Bob Cranshaw (basso elettrico), Victor Lewis (batteria) e Kimati Dinizulu (percussioni). E’ ovvio che fisicamente non è più il giovane che per non disturbare i vicini, suonava per ore ed ore nel passaggio pedonale del ponte di Williamsburg nella Grande Mela tra Manhattan e Brooklyn (esperienza che finirà nell’album “The Bridge”). Problemi di salute e soprattutto la recente scomparsa della moglie lo hanno molto provato ma non hanno intaccato il suo spirito artistico sempre alla ricerca di nuovi mezzi espressivi. "A volte, quando faccio un solo, spiega Rollins, quello che sto cercando di fare è fissare qualcosa da cui andare avanti. E' come la serie degli armonici: suoni una nota, ma c'è un'altra nota sotto allo stesso momento. Puoi sentire il livello successivo. E’ così che concepisco l'improvvisazione: c'è sempre un altro livello da esplorare". Forse hanno spento lievemente la sua esuberanza ed in questa calda serata romana il suono del solista che, in passato, quasi schiacciava il gruppo, è stato meno prorompente e ha lasciato più spazio ai partner. Ma la voce del Colosso, è stata e sempre sarà unica.
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