Lungomare Playmobil
di David Cresta
Non credo che Renzo Vitellozzi sia uno dei pochissimi ‘non estimatori’ del nuovo lungomare sambenedettese. «Forse ci contiamo sul palmo di una mano, rari come panda», ha scritto Vitellozzi su queste pagine nei giorni scorsi. Credo di no o, meglio, spero di no. Il sottoscritto è dalla parte dei panda. Il nuovo lungomare è una schifezza immonda. Diciamolo. Non soltanto per gli aspetti tecnici messi in evidenza da Vitellozzi, che pure rappresentano degli eclatanti errori (la pista ciclabile è stretta, i cordoli di cemento sono pericolosi, eccetera). Il lungomare fa schifo perché la nuova veste potrà far felici le telecamere di “Lucignolo” o di qualche altro insulso programma di intrattenimento televisivo propinante surrogati di bella vita, ma viene meno alla funzione principale di un lungomare: accompagnare al mare e permettere una passeggiata con vista mare. Niente di più. Le montagnole, le cascate, i fiumiciattoli, i lettini di pietra, i carri sono roba che può andare bene per 1) il presepe 2) mirabilandia 3) playmobil. La spiaggia e il mare di San Benedetto non hanno bisogno di montagnole e cascate posticce. Dentro la sagra della finzione la parte più bella della città non meritava proprio di finirci. E mi stupisce che i sambenedettesi applaudano e si vantino con i turisti di cascate e montagnole meraviglia. Ne riparleremo fra qualche anno, quando lo splendore del nuovo si sarà un po’ appannato e i giochini d’acqua avranno fatto venire il latte alle ginocchia. Alla spiaggia e al mare di San Benedetto serviva soltanto che si allargasse la pista ciclabile e si rimettesse a nuovo la pavimentazione. Le palme e l’odore di salsedine avrebbero fatto il resto. Ora che le oasi di supposto benessere coprono tutto con i mattoncini e i super faretti, a chi passeggia o va in bici del mare non arriva neanche un flebile respiro.
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