di Riego Gambini
Il mare ha una sua musica naturale, fatta di voci di animali che comunicano fra loro tessendo complessi motivi, come i canti dei maschi di Megattera (Megaptera novaeangliae) che nella stagione riproduttiva chiamano le femmine con melodiose canzoni che possono essere ascoltate anche a centinaia di chilometri di distanza. La disciplina che studia i suoni degli animali è la bioacustica, la quale, strettamente affine all'etologia, cerca di comprendere come gli animali regolano i propri comportamenti individuali e sociali attraverso messaggi sonori.
Nell'ambiente acquatico la comunicazione acustica svolge un ruolo molto importante: l'elevata velocità di propagazione, circa 1500 metri al secondo, quasi cinque volte maggiore che in aria, e la scarsa attenuazione con la distanza consentono infatti una efficace trasmissione dei suoni.
Molti organismi acquatici producono suoni e rumori, invertebrati (perlopiù crostacei), pesci, mammiferi acquatici (cetacei e pinnipedi), con frequenze di emissione che spaziano dagli infrasuoni agli ultrasuoni. I loro segnali sonori si integrano al rumore naturale dell'ambiente formando un insieme acustico complesso, al quale contribuisce sempre più anche l'uomo. Sott'acqua si intrecciano infatti sempre nuovi rumori e segnali, sonori ed ultrasonori, prodotti dalle nuove tecnologie dell'uomo per navigare, per individuare navi e sottomarini, per cercare relitti, per trasmettere informazioni, per sondare i fondali marini, per misurare la temperatura delle acque, per individuare i banchi di pesci, per effettuare prospezioni petrolifere e minerarie ed anche … per il suo divertimento.
E' da considerare il problema del possibile impatto negativo del rumore sull'ambiente marino e sui Cetacei in particolare. Il rumore e le vibrazioni prodotte in mare dalle attività umane, che possiamo definire "inquinamento acustico", possono interferire in vario modo con la vita animale.
Lo stesso ambiente è certamente una fonte di rumore, il moto ondoso, il vento, la pioggia, i microsismi del fondale sono sorgenti di segnali acustici di differenti caratteristiche, ma a questo rumore gli animali si sono adattati nel corso dell'evoluzione elaborando schemi di comunicazione adeguati.
Il rumore prodotto dall'uomo può interferire invece con i processi di comunicazione fra gli animali; può essere limitata la capacità degli animali di comunicare, di chiamarsi e di riconoscersi ad esempio nel periodo riproduttivo, ma anche di segnalare situazioni di pericolo o di individuare ostacoli tramite il biosonar. Il rumore può quindi produrre alterazioni del comportamento, diminuire la capacità riproduttiva o indurre l'allontanamento da determinate aree, con gravi implicazioni ecologiche.
Approfondire questi aspetti avrà una grande importanza nella formulazione di nuove e più precise norme per la navigazione e per le attività potenzialmente dannose all'ambiente marino e soprattutto alle aree tutelate quali Parchi e Riserve marine.
Le ricerche di bioacustica marina hanno aperto affascinanti orizzonti scientifici e culturali ma anche di interesse pratico per la tutela di un ambiente che, a dispetto delle grandi estensioni e dimensioni che lo caratterizzano, si rivela sempre più fragile e per questo richiede ogni sforzo possibile di conoscenza e di conservazione. Nel Mediterraneo queste ricerche sono relativamente recenti, essenzialmente volte a fini scientifici e di conservazione; anche attraverso di esse si potrà dare un contributo significativo per la conoscenza, la valorizzazione e la protezione della fauna, degli ambienti e degli equilibri biologici del Mediterraneo.
Per questi motivi la mega discoteca all'aperto, in occasione della Notte Bianca, nel tratto di spiaggia libera poco distante dal Monumento al Pescatore, all'inizio del lungomare, è da considerarsi alto livello d'inquinamento acustico marino, dato che la potente trasmissione delle onde sonore prodotte si propagherà inevitabilmente anche sul mare e nel mare.
E dato che parliamo d'acqua ricordo inoltre, a chi l'avesse dimenticato, che il corpo di un essere umano adulto è composto da circa il 65/75 % d'acqua, per cui non saranno solo "le orecchie" a ricevere un'informazione acustica un po' invadente, ma ogni singola cellula del corpo risuonerà alle frequenze sonore che i potenti diffusori audio offriranno generosamente.
Per cui se desideriamo fare "un bagno di musica" proviamo a farlo con maggiore consapevolezza ed attenzione, perché come scrive e canta Eugenio Finardi la musica "... ti vibra nelle ossa e ti entra nella pelle".