Macerata, 21 settembre - Questa mattina nelle aule del Tribunale di Macerata si è consumato un fatto grave: la pesante sentenza di condanna a carico di cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che la sera del 3 marzo 2004 a Corridonia si sono rese unicamente “colpevoli” di aver esercitato il diritto di difendere i diritti.
I diritti fondamentali di uguaglianza, libertà e dignità umana sistematicamente violati all’interno dei Centri di Permanenza Temporanea, veri e propri lager dove vengono reclusi migliaia di cittadini migranti nella totale sospensione delle minime garanzie di tutela della persona.
Il pronunciamento di questa mattina rappresenta una sentenza di condanna contro i contenuti politici e sociali espressi collettivamente da quella moltitudine che ha scelto di prender parola contro l’eventualità che il nostro territorio lasciasse spazio alla barbarie dei campi di detenzione.
Nella certezza dell’assoluta estraneità degli imputati ai fatti contestati e sulla base di quanto emerso dall’istruttoria dibattimentale, siamo fermamente convinti che esistano gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in fase di appello.
Come in tanti abbiamo fatto questa mattina all’esterno e all’interno del tribunale, proseguiranno le nostre battaglie a fianco dei cittadini migranti per la chiusura dei Centri di Permanenza Temporanea e contro ogni forma di razzismo e discriminazione.
Comunità Resistenti delle Marche