IL DIFENSORE CIVICO REGIONALE DOTT. NICOLA SISTI, su richiesta del Comitato promotore dei 4 referendum regionali sui costi della politica, HA SCRITTO ai Dirigenti Regionali dell'Ufficio di Presidenza, del Servizio Legislativo, ed al Presidente del Consiglio Regionale Marino Roselli, INVITANDOLI a procedere alla attuazione dell'art. 79 dello Statuto della Regione Abruzzo ed alla istituzione del Collegio regionale per le garanzie statutarie, al quale, come stabilisce l'art. 77 dello stesso Statuto, è presentata dai soggetti legittimati a farlo la richiesta di referendum abrogativo. Lo stesso Difensore Civico invita gli Uffici regionali competenti a prendere in considerazione le contestuali sollecitazioni inoltrate dal Comitato.
A tale proposito il Comitato ha chiesto più volte al Consiglio Regionale la riduzione del numero delle firme necessarie per lo svolgimento di referendum abrogativo (in quanto il nuovo numero minimo di un cinquantesimo degli elettori, circa 25.075 firme, al posto delle 15.000 precedenti, potrebbe essere stato inserito nel nuovo Statuto per un equivoco con il “referendum confermativo” dello Statuto stesso o per un mero errore di coordinamento formale del testo) e l'adeguamento dell'art. 3 della Legge Regionale n. 86/87 per accogliere ed estendere il numero dei soggetti autenticatori delle firme agli stessi pubblici ufficiali e funzionari previsti dalla Legge vigente per i referendum nazionali.
Purtroppo gli stessi Uffici di Presidenza ed il Consiglio Regionale non hanno ancora dato risposta al Comitato circa la richiesta di una proroga dei termini di scadenza della procedura referendaria, per portare a regolare conclusione la raccolta delle firme, la quale, negli scarsi tre mesi a disposizione, è stata fortemente ostacolata in troppi Comuni, gravemente “silenziata” dalle stesse Istituzioni regionali di garanzia, e spesso censurata, nei contenuti dei 4 quesiti e nelle modalità di raccolta firme, dai maggiori organi di informazione della stampa quotidiana e televisiva pubblica e privata.
Eppure il Presidente della Commissione Parlamentare per le Questioni Regionali, On. Leoluca Orlando, aveva ufficialmente informato il Presidente del Consiglio Regionale Marino Roselli del fatto che i rappresentanti del Comitato promotore abruzzese segnalavano alla Commissione gravi criticità riscontrate nell'esercizio delle facoltà connesse alle iniziative referendarie e legislative promosse dal comitato medesimo, che in taluni casi rischiavano anche di precluderne di fatto l'esercizio. In particolare si segnalava l'assenza di una sistematica e stabile disciplina di riferimento, difficoltà operative nella raccolta delle firme e nell'autenticazione delle stesse, la mancata istituzione di organismi regionali di garanzia per il giudizio di ammissibilità dei quesiti referendari, nonché le modifiche di disposizioni dello Statuto regionale che avevano innalzato il numero di firme necessario per le richieste di referendum su ambiti di materia su cui era in corso la procedura per la raccolta delle firme. Il Presidente Orlando, informando il Consiglio Regionale abruzzese, auspicava, già prima delle ferie estive e certamente in tempo utile, che i profili evidenziati potessero ricevere i necessari approfondimenti nelle competenti sedi istituzionali.
E' amaro oggi constatare che il primo Comitato promotore costituitosi in Abruzzo dopo tanti anni dalla approvazione del primo Statuto della Regione, sia stato consegnato nelle “fauci inefficienti” di una burocrazia locale ancora pre-borbonica, ed abbandonato nelle mani di una “casta politica” e del suo braccio amministrativo e degli “enti strumentali”, che certamente non avevano alcuna intenzione di collaborare per riformarsi, ridimensionarsi, adeguarsi allo spirito dei tempi anche attraverso la via democratica, referendaria, e della partecipazione diretta dei Cittadini.
per il Comitato Promotore dei Referendum Regionali
( Pio Rapagnà e Giovanna Forti )