Prima Elementare... 50 anni dopo
di M. A. Lupi 27/05/2008 - Ci siamo ritrovati sabato a festeggiare l’anniversario dei cinquanta anni dalla nostra Prima elementare.
Sembra strano , è frequente sentire di cene di anniversario della maturità o della laurea , forse della terza media… ma della Prima elementare credo che siamo solo noi... Ma solo noi, classe prima , mista, della Scuola Moretti ( allora si chiamava B. Caselli ), anno 1957/58 , avevamo la maestra Ida Pavoni Carassai. E, in memoria di lei , una delle organizzatrici, Mariella, è salita sull’altare nella messa delle 19 nella chiesa di Sant’Antonio ed ha detto una preghiera per ricordarla , per quanto lei ha influito anche sulla nostra vita da giovani e poi da adulti , e per ricordare i nostri compagni di classe che non ci sono più. In chiesa ci ha salutato Grazia, la bambina che ci stupiva allora con disegni meravigliosi - ricordo quello colorato,bellissimo, del girotondo dei bambini con i costumi di tutti i paesi di un’Europa Unita allora in embrione – ora pittrice di grande talento .. ma non potrà venire stasera a cena con noi. Poi all’Hotel Progresso, allora di proprietà della famiglia del nostro compagno di scuola Tonino Camiscioni, e quindi sede di tutte le nostre feste danzanti ( e compare tra esclamazioni di sorpresa la foto di Nietta e Tonino , capelli corti , calzettoni e vestitino a pieghe lei, capelli corti , pantaloni all’inglese e blazer blu con stemma sul taschino lui ….scatenati in un twist sul vecchio parquet del salone, ancora lo stesso su cui camminiamo stasera). È stata una serata sull’onda dei ricordi, di poesie a memoria , di canzoni e di recite , ma anche di ricordi dolenti di scapaccioni e punizioni esemplari; del libro di lettura e del sussidiario nella cartella , del grembiule nero con il colletto bianco e il fiocco. Eravamo bambini senza diario , con l’astuccio con i colori a matita in gradazione , matita,gomma,temperino,penna e pennini. Abbiamo ricordato i banchi di formica verde con la striscia in alto nera per appoggiare la penna e il buco sulla destra per il calamaio , e qualcuno ha ricordato anche banchi più antichi, di legno con il sedile ribaltabile a molla che se ti alzavi si attaccava allo schienale , e quel legno era tutto pieno di scritte e di incisioni...e la mai più rivista “carta assorbente” ... e i quaderni che finivano tutti all’ultima pagina con la tavola pitagorica Abbiamo cantato tutti insieme , emozionati , “Carissimo Pinocchio” , la canzone di una delle famose recite che la maestra ci organizzava ad ogni chiusura di anno , come moderna regista , antesignana degli esperimenti di drammatizzazione che ora vanno per la maggiore, e quasi tutti si ricordavano anche i gesti teatrali con cui dovevamo accompagnare la canzone ... le parole , non ne abbiamo sbagliata una.. e “ Angeli neri” cantata , con una voce ancora bellissima, da Giuseppe, che all’inizio si era schermito dicendo che non cantava più da tempo, e che poi si è scoperto essere voce possente in una corale parrocchiale. E Arturo, che allora era il bambino “forestiero” , poi perso di vista,è venuto da Roma con seconda moglie e figlioletto vivace, carriera da manager di grande industria ; appena rintracciato telefonicamente da uno di noi , ha prenotato subito l’albergo per il weekend per venire a rincontrarci tutti... e Marina, la professoressa universitaria, ancora identica alla bimba con i capelli corti della foto sulla scalinata della scuola ( solo, senza la mollettina sul lato...) che, come Cenerentola, è tornata a mezzanotte a casa sua ad Ancona, e Tonino, il ragazzino allora più vivace di tutti, ora con capelli lunghissimi su un elegante vestito , che , memore di trascorsi sessantottini con il suo complesso, ha cantato in inglese “ A whiter shade of pale” , accompagnato da moglie e figlia in adorazione .... E Floriano, il ricciolino biondo che è ancora ricciolino e quasi biondo , sta per andare in pensione .. e Simone, quello con gli occhi azzurri di cui tutte eravamo segretamente innamorate , ancora con gli stessi occhi , ed ancora la stessa aria distratta , come immerso in un suo mondo .. E le foto di allora , guarda come ero , questa sei tu , Antonella , ti riconosci?..... e le trecce con i fiocchi , e tutte noi che siamo ad un tavolo ci rivediamo intrecciate in una danza con i cestini pieni di fiori finti, con Giovanni vestito da spazzacamino che balla davanti a noi e che ora si riconosce ridendo, e dice “già allora guarda come ero conciato..” e tu, Nicoletta , che voce meravigliosa avevi, anche tua figlia ha studiato canto ed ora cantate insieme nella festa del nostro anniversario.. E “Fatina” , con i suoi occhi verdi e splendido fisico da maestra di ginnastica , non sembra una nostra coetanea , ma come capitata per caso tra gente più ..adulta…, e Giovanni , capelli bianchi con il sorriso ed il viso di cinquant’anni fa , e i mariti e le mogli integrati e con evidente piacere coinvolti nelle nostre rievocazioni..e noi ultracinquantenni che ci dicevamo con aria da intenditrici “hai visto quanto è bello il figlio di Teresa…?” Ma anche Luigi, tornato a casa da carabiniere in pensione “baby” si sente ancora un ragazzo e ci dice con orgoglio che riesce a fare ottanta km in bici e anche esercizi di kickboxing con un ventenne..e intanto, si aggira tra i tavoli ricordando di essere stato nostro compagno perché il suo papà, maestro, aveva molta stima delle capacità della nostra insegnante. Non fa che ripetere “Troppo bello! Troppo bello!” E i due di noi ( Piergentili e Spinelli, secondo la vecchia abitudine di chiamarsi per cognome) che si sono sposati , erano uno davanti all’altra sui gradini della scuola nella vecchia foto color seppia ... si amavano già dalla prima elementare ? o, forse, si sono innamorati riincontrandosi dopo ?.. Telefoniamo a Patrizio che, lavorando in una città lombarda , non è riuscito a tornare , ma ci tiene ad assicurare a noi vecchie amiche che , appena potrà venire a San Benedetto, ci chiamerà per una rimpatriata . E fino a notte inoltrata Giovanna, che per mesi si è assunta il gravoso compito di fare da stimolo e collante tra le organizzatrici della festa, stessa aria birichina della foto, ha stupito tutti esibendosi al microfono come una cantante vera e danzando con maestria insieme con il marito. E Nelly che , dopo aver vissuto fuori, si scopre che ha sempre seguito i fatti della città e delle vecchie amicizie di scuola, a mezzanotte chiede contenta “ La rifacciamo ,vero, questa festa ? ” “ Si, festeggeremo i sessant’anni fra dieci anni , o magari possiamo farla anche prima, fra cinque anni..” “Ma perché , se la ripetessimo a settembre….???”
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