Pronao Abbazia di Fiastra – Tolentino (Mc)
Dal 22 maggio 2008 al 22 Giugno 2008
“Da pietra a pietra”
Opere di Sandro Piemarini
Inaugurazione: 22 maggio 2008 ore 18.30
A cura di Arte per le Marche
All’Abbazia di Fiastra dal 22 maggio 2008 un accostamento irriverente e mistico al contempo si configura nelle pietre, rappresentanti due oranti,.
Da questo luogo che racchiude in sè una storia millenaria parte il messaggio di Sandro Piermarini: due grandi sculture si stagliano nel Pronao dell’Abbazia e accolgono simbolicamente gli amanti della buona Terra che con i suoi frutti si esibisce in Herbaria.
Nativo di Macerata ne ha frequentato l’Istituto d’Arte e successivamente il Liceo Artistico in via Ripetta a Roma. Giovanissimo si avvicina alla pittura e alla scultura non solo come forma espressiva d’arte, ma anche come mezzo di impegno sociale.
Ha avuto come maestri Nino Ricci, Diego Pettinelli, Sante Monachesi, Gastone Novelli, Renato Guttuso, Marcello Avenali, Afro.
Il suo lavoro si divide tra Madonna del Monte e contrada Alberotondo, due lembi di terra che racchiudono i primordi della sua scultura e l’evoluzione della stessa.
Una scultura secca, limpida, lineare , quasi invisibile se non fosse per le dimensioni e che invita l’osservatore ad accarezzarla per sentirne la levigatezza, a baciarla per sentirne il caldo vibrare del marmo, a toccarla per riconoscerne al tatto l’energia di chi le ha scolpite, scavate, realizzate.
Le sue opere , in ferro, in legno o in marmo devono trasmettere l’idea di un’arte che non sia solo evento artistico fine a sé stesso, bensì incida su una memoria collettiva legata a dei riferimenti ancestrali, primordiali rielaborati nel contemporaneo, continuamente, in nuovi percorsi e dicotomie alternative .
La conoscenza atavica che nella pietra millenaria del romanico viene custodita trova nella rielaborazione della pietra del Piermarini “ una via d’uscita”in un linguaggio espressivo più povero, ossia alla portata di tutti e meno ingombrante rispetto all’aureo messaggio del romanico.
Piermarini inoltre usa l’espressione linguistica, tipica del letterato per raggiungere l’animo dell’uomo che si ciba d’arte, come in suo ultimo scritto : L’IMBUTO
...Il pensiero di pietra era già
Quando qualcuno scrisse le sue tracce nella pietra
Solide le fondamenta su cui affonda i miti eroici nel sacrificio
Semina nella pietra la sua memoria, segna quei luoghi con simboli sacri
Riconoscendosi parte di un Tutto, terrificante abisso dell’essere
Sacra la pietra, i corsi d’acqua che l’accarezzano, i venti, le pioggie
Custodisce nei dolmen e nelle cattedrali il senso del suo esistere e del suo morire
Nella pietra Dio custodisce la sua Chiesa!
La pietra non solo dimora o strumento evolutivo, ma personificazione di presenze spirituali
necessità ed insieme speranza, luogo incorruttibile e fucina di filosofia
Nell’asprezza dell’esistenza, nella forza del sudore, nel linguaggio tagliente ed essenziale
si modella, alla ricerca di un ordine implicito del mondo
Si accavalla su di esso il pensiero d’argilla, subentra, lo destituisce, il costruttore si
ingegna fino a plasmare la sua mente, ora è duttile, scioglie i legacci della ragione, spazia
in una dimensione di sapienza creativa nelle scienze e nelle arti, indaga, si spinge nella luce per diventarne padrone; le cattedrali diventano palazzi, opere tecniche, rinunciando a
raggiungere il cielo, l’argilla indurisce nell’acciaio, l’ideologia soppianta la ragione,
il costruttore si attrezza a costruire il pensiero ideologico
(in un brutale assalto all’essere fino al suo annientamento).
L’idea si corrompe e si scioglie lentamente nel pensiero di plastica, il pane non lievita,
tutto si allunga e accorcia, il possibile diventa impossibile e viceversa, la verità si deforma
l’inconclusione diventa metodo, la responsabilità un’opzione, la banalità elevata a talento,
la perfezione un modello, una pappiglia appiccicosa, sconnette convinzioni in una marmellata di
confusione; i superstiti si aggrappano all’immateriale e nel pensiero dell’inesistenza nascondono
l’impotenza del vivere, costruendo un mondo finto che si diffonde nell’etere per essere ovunque nella velocità delle esperienze...”
Da pietra a pietra. Il contemporaneo nel romanico è l’inizio di un percorso di ricerca alla cui meta vi è la condivisione olistica degli elementi che compongono la Conoscenza.
Giuliana de Antonellis