Mamma ti odio! Papà ti detesto!
Sempre più spesso gli adolescenti pronunciano frasi come queste. Il motivo è da ricercarsi nell’insoddisfazione provata a causa di un atteggiamento iper protettivo ed esageratamente severo che talvolta usano i genitori, in particolar modo la madre. Non è che per caso siamo vittime delle apparenze e di ciò che parenti ed affini possono pensare di noi riguardo il nostro ruolo genitoriale? Lasciamo che Siomara e Anna si esprimano a loro modo.
-Siomara volerà Siomara, sei una piccola creatura dagli occhi impazienti e prematuramente appesantiti da antiche frustrazioni che non ti apparterrebbero ma ti trovi a doverle scontare sulla tua bianca pelle. Deboli spalle su cui alberga il risultato di una vita che non è la tua, di coloro che dovrebbero assicurarti la innocua spavalderia della tua tenera età. Troppi innocenti vengono sfruttati per pratiche orribili, il peggior peccato che ancora non conosce una pena atta a lavarlo, lo so, ma a suo modo anche a te, piccola Siomara, viene perpetuata una sottile violenza che purtroppo non è punita ma meriterebbe la pena capitale.Lo sguardo pensieroso vola libero dalla finestra della tua cameretta, è giocoso, come una farfalla che si posa di fiore in fiore, arriva nell’ambìto cortile per partecipare agli invidiati giochi di bambini spensierati, anche questa volta il ‘potere supremo’ ha deciso che non puoi prenderne parte, accade nove volte su dieci . Un potere che non si commuove davanti al tuo naturale desio.Hai imparato subito una sciocca legge formata da strane regole ideate da una mente ‘unica’ , non varate in sedi di democratica assemblea ma partorite da strani percorsi effettuati da un’anima oppressivamente fredda .. Le tue ali sono serrate in un vessatorio abbraccio di amore ambiguo concepito su basi di stereotipi manifestati attraverso il linguaggio ‘scaduto’ di vecchie personalità nefaste. Ali che un giorno si spiegheranno per proiettarti in un mondo fantastico, creato apposta per te , dove unguenti d’amore leniranno il bruciore di ferite inferte da chi doveva farti da scudo.Siomara,troppo spesso dici: - vorrei, ma so già che non posso – piccolo cerbiatto in cerca di complicità infantile. Non hai la libertà di essere bocciolo; la spontaneità dei tuoi giochi viene gestita da fili invisibili diretti da una mente crudele, gelida ,ignorante, che ha fatto di te la sua rivalsa sulla società.Era meglio non incontrarci, forse non avrei sentito la debolezza e l’impotenza impadronirsi di me, non avrei dovuto assistere allo scempio della tua freschezza e all’indifferenza di chi, potendo arrogarsene il diritto di mutare la storia, assiste statico a tale massacro; codardia o pura ignoranza? Penso a qualcuno che avrebbe illuminato la strada di chi impropriamente ti sta guidando verso una cupa esistenza, che non è più tra noi e sta soffrendo insieme a te.I soffici capelli ordinati, il vestitino alla moda non sono importanti per te, a volte ti ribelli a questa situazione in cui ti trovi, come i gattini piccoli che miagolando cercano il cibo, e il cibo che aneli è lo zucchero per l’anima.Hai notato che ti osservo e ti voglio bene, quando mi volgi lo sguardo mi stai raccontando di te e del tuo piccolo grande dramma, una sofferenza silenziosa. Hai imparato presto quale sia la prigionia, sbarre astratte ma dure come l’acciaio, sei chiusa in una gabbia invisibile fatta di regole assurde, doveri, parole e gesti che vengono esageratamente controllati. Cara piccola Siomara, arriverà il giorno in cui il vento cambierà direzione ,soffierà in tuo favore, sii forte .. Facciamo voti perchè l’influenza di cuori invisibili , oltrepassati, possano aiutarti nel cammino verso la libertà negata, che Lui ti dia la forza di superare l’atroce compito a cui sei stata condannata dovendo combattere, da sola, contro la testardaggine e la frustrazione di uno strano essere che nessuno osi chiamare con quella parola, la più bella, la prima e l’ultima di ogni essere umano..Vorrei portarti con me al mare, per cavalcare felici le onde e insieme a te scavare nella sabbia una buca così profonda, da ritrovarci in un altro posto per correre tutti insieme lungo il sentiero della felicità.
-Anna Caro Cosmo, sono una ‘figlia’ e sono di Roma. Anche per me vale il discorso che i luoghi comuni sono la cosa più stupida che possa esistere e che la penalizzazione del padre sia una assurda crudeltà legalizzata. La mia storia è incentrata proprio su questo. Ho 26 anni e, come già ti ho scritto altre volte, vedendo pubblicata la mia lettera solo in parte, odio fortissimamente mia madre. Lo so che pensi che non sia giusto, ma credimi l’ha voluto lei. Adoravo mio padre e all’età di undici anni i miei si sono separati. Ricordo con la morte nel cuore quando mio padre se n’è andato via. Mia mamma odiava mio padre e ha fatto di tutto per non farci frequentare e spesso ha tentato di parlarmi male di lui. Io fingevo di ascoltarla e dentro il mio cuore piangevo e desideravo vederlo e sentirmi rassicurata da lui, mentre il mio astio per lei cresceva a dismisura. Ben presto mio padre fu costretto, si COSTRETTO, ad allontanarsi da me. Quando ho avuto 18 anni sono corsa da lui, ma era ammalato e poco dopo è morto. Quando scrissi a un settimanale una lettera simile a questa fu censurata, chissà perché. Maledetta mamma, voglio dirti che ti odio profondamente, e che spero con tutta me stessa che i tuoi ultimi anni siano mostruosi e pieni di rimorsi e che tu non possa vivere mai in pace con il tuo secondo marito. Maledetta tu e maledette tutte quelle donne che si comportano come te. Cosa credete di fare separandoci dai nostri padri? Pensate forse che il richiamo del sangue non conti? Pensate che noi figli siamo proprietà soltanto delle madri? Mi hai rovinata cara mamma, come figlia, come moglie e come madre. Non voglio figli, per me è stato brutto essere una figlia. Ho paura di diventare madre perché potrei diventare come te. Come mai la ex moglie del tuo nuovo uomo non ha ostacolato il suo rapporto con i suoi figli? Vergognati! Bisognerà che il diritto di famiglia venga applicato e che non si permetta mai più, a nessuno di appropriarsi della vita dei propri figli distruggendola a piacere. Cosmo de La Fuente
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