– Dal 4 al 29 agosto in Palazzina Azzurra Sauro Cecchi e il suo omaggio ad Osvaldo Licini
San Benedetto del Tronto dà inizio in anticipo alle celebrazioni per i 50 anni dalla morte di Osvaldo Licini (Monte Vidon Corrado, 22/3/1894-11/10/1958) con la mostra che si inaugura sabato 4 agosto alle 18 alla Palazzina Azzurra, intitolata appunto “Omaggio a Licini” e composta da 50 opere (provenienti a collezioni private) di Sauro Cecchi, artista quarantaquattrenne di Falerone, che ha curato un particolare percorso di accostamento all’opera di Licini, oltre che una propria ricerca pittorica originale.
«La sfida di questo progetto», afferma lo stesso Cecchi (che è anche assessore alla Cultura al Comune di Falerone), «è stata quella di non banalizzare Licini. Ma è vero che il profumo della terra e delle piante, e i colori della vallata, rende tutti “liciniani” nella nostra zona. Sono felice di tornare a San Benedetto dopo la mostra del 2004 intitolata “Viaggi nel cosmo”». Orgogliosa dell’evento l’assessore alla Cultura Margherita Sorge, che ha ribadito l’intenzione dell’amministrazione comunale, di legare la città alla ricerca dell’arte contemporanea.
«C’è un’empatia e una sintonia spirituale che accomuna i due artisti», afferma il prof. Stefano Papetti, direttore del Museo Licini di Ascoli Piceno «E non soltanto la condivisione di uno stesso luogo fatto dal profilo sinuoso e dolce dei Sibillini».
«Questa mostra fa parte di un progetto biennale per il 2007-2008», precisa Daniela Simoni, responsabile del Centro studi “Osvaldo Licini” di Monte Vidon Corrado, «L’esposizione viaggerà infatti nelle Marche e fuori regione. Si tratta di opere composte da notturni silenziosi, galassie, pianeti, il mondo fantastico di luoghi e persone che pure Licini aveva trasfigurato, senza aderire ad alcun movimento ma risultando ugualmente uno dei più grandi artisti del Novecento».
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Macerata nel 1986, Cecchi ha lavorato come scenografo nel cinema e nel teatro. Ha esposto le sue opere in tutta Italia, a Ginevra, Parigi, Londra, New York. «Anche Cecchi come Licini», dice il critico d’arte Osvaldo Rossi, «è animato da una poetica della visionarietà e dello spazio. Le opere esposte alla Palazzina rappresentano un confronto tra poetiche, non una citazione esteriore».
La mostra viene nasce da un’idea di Sante Castelletti e dell’associazione culturale “SpazioArte”, è coordinata dagli stessi Papetti, Rossi e Simoni (quest’ultima curatrice del catalogo, che comprende scritti dei tre coordinatori), gode del patrocinio del Senato della Repubblica, della presidenza del consiglio della Regione Marche, della Provincia di Ascoli Piceno e del Comune di San Benedetto del Tronto, e infine il contributo di alcuni sponsor privati. La mostra è visitabile tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 18 alle 24, con ingresso gratuito.