ovvero
Quei 60 (!) posti gratis, numerati e in prima fila, delle “ENERGIE”
di Rive Gauche
Non sono la “donna” del sindaco di Grottammare.
Non sono la “donna” del sindaco di San Benedetto.
Neanche la “donna” (o l’uomo) di un/una assessore alla cultura.
Non sono uno dei quattro “gorilla” (ops, carabinieri…).
Né uno dei sei “fantasmi” di Prefettura-Questura-Finanza.
Né un “lillà” della Capitaneria di porto.
Non sono la “donna” di un “bravo funzionario” Carisap, di un giornalista, di un “agente” AMAT o SIAE, di un pompiere, di un magistrato.
Non sono “ la moglie di una spia”, “l’amante di un politico al potere”.
Manco lo straccio di un “invito”. Non sono dei “60”. Me ne vanto.
E’ che un bigliettuccio di teatro posso ancora pagarmelo.
Ah, l’affettuoso rito di scorrere il cartellone, scegliere lo spettacolo, andare per tempo in libreria a comprarmi il biglietto in prevendita, puntare il quadratino del posto, allora… prendo quello… o quello… o quello… No, quello no. Neanche quell’altro.
Non si può. No, tu no. Sciò.
Pure in questo si manifesta “’sto cazzo d’ombelico” del poteruzzo di paese: delle 400 poltroncine Frau (340 concepite per spettatori-bonsai), l’accaparramento gratis delle 60 (sessanta! le uniche comode ) delle prime file.
Eppure una soluzione c’è, d’alto senso civico ed estetico.
Raggrupparli, i 60 (sessanta!) imbucati, tutti in galleria.
Che c’ha giusto 60 posti.
Poi buttar via la chiave.
[Grazie a: N.Svampa; G.Brassens ]
29. 01. ’08 RIVE GAUCHE