Anniversario della vittoria della Iª Guerra Mondiale, festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2007-11-04 - Con una cerimonia sobria e concentrata nel centro cittadino, dove si trovano i monumenti ai caduti (i due di viale Secondo Moretti e quello presso la sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia in via dei Tigli), è stato celebrato oggi, a partire dalle 11, il IV Novembre, ricorrenza della vittoria della Iª Guerra Mondiale, festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate.
Il sindaco Gaspari, il presidente della Provincia di Ascoli Piceno Massimo Rossi e il consigliere regionale Sandro Donati hanno deposto corone di alloro presso i tre monumenti, circondati dai rappresentanti cittadini e provinciali delle Forze Armate e delle associazioni combattentistiche e d’arma.
La manifestazione si è conclusa presso la sala Smeraldo dell’hotel Calabresi, dove il sindaco ha tenuto un discorso in cui ha toccato i principali temi di attualità riguardanti le Forze Armate, con particolare riferimento ai contingenti militari italiani presenti nel mondo, e al tema della pace e dei diritti umani.
La manifestazione è stata organizzata al centro, evitando la tradizionale sfilata dal Municipio lungo viale De Gasperi, per evitare i disagi che si prevedevano in base alle condizioni meteorologiche degli ultimi giorni.
Il discorso del Sindaco
Buongiorno a tutti e benvenuti a questa celebrazione del IV novembre, ricorrenza della vittoria della Iª Guerra Mondiale, festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Saluto in particolare proprio le autorità militari, quelle civili e religiose.
Trascorrono gli anni e il nostro sostegno e la nostra riconoscenza vanno ancora con convinzione ai contingenti italiani impegnati all’estero, in uno scacchiere internazionale che solo in parte si va stabilizzando e in larga misura resta ancora incerto e fonte di scontri in molti luoghi del mondo. Non parlo soltanto di una zona come l’Iraq, ma anche di regioni da cui ci giungono poche notizie, coma la ex Birmania, oggi Myanmar, in cui è scoppiata la rivolta per ottenere libertà e democrazia.
Il Consiglio comunale della città di San Benedetto del Tronto ha recentemente formulato una serie di inviti al Governo italiano e alle Nazioni unite, per favorire il raggiungimento dell’autodeterminazione di quel popolo, rispetto alla dittatura oggi vigente.
È proprio il tema della mancanza di libertà, e appunto quello delle dittature, che più fa discutere, non soltanto a proposito della possibilità di “esportare la democrazia”, ma anche sul passato recente o meno recente di certe nazioni. Lo stesso dibattito intorno al revisionismo sulla Resistenza italiana è una forma di discussione su questi temi.
La festa delle Forze Armate ci sembra oggi più che mai, e naturalmente a partire dalla Costituzione italiana, di cui ricorrono tra poche settimane i 60 anni dall’entrata in vigore, un’occasione per celebrare la pace e la democrazia, e la volontà di una diffusione dei diritti umani sempre più ampia nel mondo.
Siamo lieti che i contingenti italiani vengano percepiti per lo più come forze di pace, ma neppure dimentichiamo episodi di ostilità, che in anni recenti sono andati dall’attentato di Nassirya, alla morte di Nicola Calipari, a quella ancor più recente del giovane Lorenzo D’Auria in Afghanistan. Un omaggio sincero e doveroso va al sacrificio di uomini come loro.
Soprattutto i giovani dovrebbero affacciarsi ai temi della politica internazionale con la consapevolezza dell’importanza della pace e della giustizia sociale, che possono assicurare a tutti condizioni di vita dignitose e uguali condizioni di partenza nella società.
Ma l’anno che è trascorso rispetto all’ultima edizione di questa festa ha anche visto il gemellaggio tra le sezioni di San Benedetto del Tronto e di Palidoro, in provincia di Roma, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, nel nome di Salvo D’Acquisto, eroe della IIª Guerra Mondiale. Un gesto di amicizia tra le due sezioni, ma un gesto di pace, soprattutto, quello di Salvo D’Acquisto, prova ulteriore del legame tra Forze Armate, perseguimento della pace e salvaguardia di vite umane, al di là di ogni inutile strage e di ogni “fuoco amico”.
Oggi, peraltro, sappiamo che le Forze Armate si trovano a fronteggiare un nemico nuovo e insidioso come il terrorismo internazionale, difficile da individuare e da contrastare, ma che nessuno sottovaluta o perde di vista.
Vorrei concludere questo saluto con un ultimo riferimento alla vita del nostro territorio. Abbiamo un’ottima collaborazione tra istituzioni sul tema della sicurezza, compreso naturalmente il preziosissimo contributo della Forza già citata dei Carabinieri, quello altrettanto efficace della Capitaneria di porto, che fa capo alla Marina militare, e infine, ma non da ultimo, l’accoglienza che il nostro territorio ha saputo dare ai nuovi soldati dell’Esercito, ovvero le donne, che affiancano con successo gli uomini nel mestiere della pace, che è quello delle armi.
A tutti i rappresentanti delle quattro Forze Armate e delle associazioni combattentistiche e d’arma, i miei auguri e quelli della città, di buon lavoro. A loro, a noi tutti, e alle nuove generazioni, l’augurio di un mondo più giusto, premessa di una pace duratura.
Giovanni Gaspari