A pochi giorni dall’uscita del suo romanzo “amarAdolescenza” (Ed. Librati), disponibile nelle migliori librerie di Ascoli e San Benedetto, incontriamo lo scrittore sambenedettese Daniele Luciani. Classe 1982, Luciani, che di mestiere fa lo psicologo, è alla sua prima esperienza letteraria.
amarAdolescenza è il racconto di Luca, diciottenne introverso e sognatore in cerca di un’identità, di un amore e, soprattutto, di un posto dove trovare la felicità. Ma è anche la storia di Francesco, l’amico idealista sempre pronto a rullare una canna, di Veronica, che è appena stata lasciata dal fidanzato, di Elisabetta, la compagna di classe disinibita e alla moda che tutti desiderano e di Lorenzo, l’anima fragile che verrà risucchiata da un gioco più grande di lui. Tra baci, sbronze incomprensioni e parole taciute, gli occhi di Luca accompagnano il lettore alla scoperta di quell’età della vita sospesa nel tempo, età di gioie e dolori, delusioni e sorprese, che chiamiamo “adolescenza”. Scritto in una prosa asciutta e dinamica amarAdolescenza è, secondo le parole del suo autore, “un romanzo dove la passione per le cose della vita e dell’amore si intreccia alla riflessione sulle difficoltà di crescere in un mondo sempre più dominato dalle droghe, dalla mancanza di dialogo tra persone, dalla banalità del ciarlare quotidiano”.
Com’è nato amarAdolescenza?
Premetto che la passione per lo scrivere e per la letteratura mi hanno accompagnato sin dall’infanzia. Questo romanzo è nato più tardi, durante la mia adolescenza; più precisamente la notte di Natale del 1999 quando mi sono messo a lavorare su una sceneggiatura per un potenziale cortometraggio che avrebbe dovuto raccontare la vita di un gruppo di adolescenti. All’epoca, quindi, si trattava di parlare dei miei coetanei. Anche se durante questi anni c’ho rimesso più volte le mani, la struttura di quella sceneggiatura è rimasta invariata. Si potrebbe quasi affermare che ho tenuto nel cassetto questo romanzo per dieci anni.
Come definiresti il tuo romanzo?
amarAdolescenza è un romanzo pop, nel senso più classico del termine, cioè “popolare”. A me interessa arrivare al cuore dei giovani, dei loro genitori, degli insegnanti. Mi piacerebbe che questo romanzo venisse letto non solo da chi ha dimestichezza con le parole, ma anche da chi tende a stare lontano dai libri magari perché teme di non essere in grado di capirli. Spero, invece, che il mio romanzo possa essere compreso da tutti.
Trovo che sia molto accessibile, ma non banale. Ritengo che riesca a toccare molti aspetti dell’adolescenza (l’amore, il rapporto con i genitori, la difficoltà di crescere in una società che cambia troppo rapidamente), pur rimanendo ancorato ad un linguaggio diretto ed asciutto.
Proprio la prosa asciutta caratterizza il romanzo…
E’ vero, la prosa che definisci asciutta qualcuno potrebbe scambiarla per arida… Meglio chiarire. Questa scelta risponde ad un’idea precisa della letteratura, quella proposta dalla cosiddetta corrente minimalista, che vuole lasciare spazio all’immaginazione del lettore. L’uso economico delle parole e lo stile delle descrizioni fanno sì che siano i dialoghi e il contesto a dare senso e significato. E’ attraverso i particolari, un certo modo di dire, di fare o di vestirsi, che vengono “disegnati” i personaggi. In questo senso, non posso non ricordare gli autori che mi hanno ispirato Carver, Ellis e McInerney su tutti.
Quali altri fonti di ispirazione ti hanno influenzato?
La musica naturalmente. Il romanzo è pieno di citazioni di canzoni e videoclip del periodo in cui è ambientato (fine del 1999, n.d.r.). Ma i cantanti stessi hanno ispirato il modo di scrivere: Tenco, Carboni e Vasco, solo per citarne alcuni, che hanno la capacità di spiegare cose complesse con parole semplicissime che arrivano dirette a chi le ascolta. Ecco, il mio lavoro principale è stato quello di prosciugare il testo, di ridurlo allo stretto necessario depurandolo da parole inutili. Oltre alla musica anche il cinema, la cultura americana e la vita di provincia sono stati fondamentali sia per la mia formazione umana che per la stesura di questo romanzo.
Devo dire che anche sotto l’aspetto grafico è venuto fuori un bel lavoro.
La copertina è molto accattivante. Si presta a molti significati: la mela del peccato originale meta dell’oggetto inaccessibile a cui tutti aneliamo, la mela del Simposio di Platone… Ciò ‘che colpisce l’occhio dei più attenti è il contrasto tra la mela verde (Granny Smith) più aspra e amara e la mela rossa (Stark Delicious) più succosa e dolce. Da’ l’idea del romanzo e del suo titolo: l’opposizione tra l’amore e la curiosità per la vita e le delusioni e le amarezze che un adolescente può provare.
La maggior parte dei romanzi per adolescenti che hanno avuto successo hanno raccontato storie di ragazzi belli o ricchi o sessualmente disinibiti, mi sembra che tu abbia optato per un’altra scelta.
E’ vero. Luca, il protagonista del romanzo, non ha nulla del bello e dannato che tanto va di moda. Anzi, è un ragazzo comune, semplice che non ha particolari pregi o difetti. E’ per questo che molti ragazzi possono identificarsi in lui.. Ragazzi, che proprio come Luca, fanno i conti con le loro insicurezze, ansie, paure provando, tuttavia, a trovare un posto nel mondo e ritagliarsi una propria identità.
Troverà Luca la sua felicità?
Non voglio rovinare il finale, Posso solo dire che attraverso le sue esperienze (con i genitori, le donne, le droghe, la scuola), Luca si scoprirà più capace di affrontare la vita.
Lo scrittore presenterà “amarAdolescenza”:
il 20 maggio alle ore 18 presso la Libreria Rinascita di Ascoli Piceno con la scrittrice Roberta Lazzarini e il giornalista Filippo Ferretti; il 21 maggio alle ore 10 presso l’Auditorium Comunale di San Benedetto del Tronto con il giornalista Renato Pierantozzi, Mimmo Minuto della Libreria Bibliofila e gli Assessori al comune di San Benedetto, Loredana Emili e Margherita Sorge. In questa ultima occasione l’autore incontrerà gli studenti degli Istituti Superiori della città.
Sono previste altre presentazione nelle Marche e in Abruzzo nel corso dell’estate.